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Psicoterapia per l’ insonnia? Efficace quanto i farmaci

La psicoterapia per l' insonnia risulterebbe efficace quanto il trattamento farmacologico. A sostenerlo è la British Association for Psychopharmacology.

Di Nicoletta Gava

Pubblicato il 30 Mag. 2017

La psicoterapia per l’ insonnia è efficace quanto il trattamento farmacologico e a differenza di quest’ultimo ha effetti benefici anche a lungo termine.

 

A sostenerlo è la British Association for Psychopharmacology (2010), una delle più importanti associazioni scientifiche sul tema, che sottolinea l’importanza di trattare l’ insonnia perché si tratta di una condizione che diminuisce la qualità della vita ed è associata ad un maggiore rischio di depressione, di ansia e probabilmente di malattia cardiovascolari.

 

Insonnia: manifestazioni e conseguenze

L’insonnia è un disturbo del sonno molto diffuso, che colpisce le donne più degli uomini e per entrambi aumenta con l’età.

Molte possono essere le manifestazioni: difficoltà ad addormentarsi, risvegli continui, scarsa qualità del sonno. Tale condizione rende difficili le normali attività della vita quotidiana tanto da spingere gli esperti a considerare la gravità dei sintomi diurni (sonnolenza, affaticamento, mal di testa) parte integrante del quadro clinico. Gli studi di Edinger et al. (2008) e Altena et al. (2008) dimostrano difficoltà in compiti psicomotori e cognitivi complessi in chi soffre di insonnia, soprattutto quando essi coinvolgono la capacità attentive.

I costi dell’ insonnia possono essere alti anche dal punto di vista economico in termini di assenza dal lavoro o scarso rendimento.

Inoltre, l’ insonnia è correlata con emozioni negative e può innescare o aggravare sintoni ansiosi e depressivi.

 

La psicoterapia per l’ insonnia: perché è consigliabile?

Escludendo le cause fisiche (dolore, malattie polmonari, ecc), l’ insonnia di solito inizia con uno specifico problema, per esempio un evento stressante come la perdita del lavoro, un lutto, un cambiamento importante. In altri casi è ricollegabile ad un evento o ad una situazione che cambia i ritmi del sonno: la nascita di un bambino o un lavoro che richiede turni. In molti casi, le persone attraversano un periodo di adattamento e risolvono in tempi relativamente brevi il disturbo.

Per alcuni, invece il problema si cronicizza. I fattori coinvolti nella cronicizzazione sono molti: abitudini che poco favoriscono l’igiene del sonno, la persistenza della causa di stress, la presenza di sindromi ansiose o depressive preesistenti o concomitanti.

La psicoterapia è stata riconosciuta dalle linee guida del BAP (2010) come trattamento efficace e raccomandato.

L’ipnosi può essere efficacemente integrata nei percorsi di psicoterapia per l’ insonnia, potenziandone gli e velocizzandone gli effetti. Con l’ipnosi si raggiunge uno stato di coscienza diverso dalla veglia comune detto trance ipnotica. In questo stato l’attenzione del soggetto diventa estremamente focalizzata e rivolta verso l’interno. Si tratta di uno stato naturale che emerge spontaneamente più volte al giorno, ma che può essere consapevolmente sfruttato, durante percorsi di psicoterapia per l’ insonnia e non solo, per recuperare energie, rielaborare le esperienze vissute, gestire ansia e stress. Gli studi dimostrano che l’ipnosi migliora la qualità e la quantità del sonno (Becker, 2015), risultando efficace anche nei casi di insonnia grave e cronica. Nei percorsi di psicoterapia per l’ insonnia, con l’ipnosi e l’autoipnosi infatti è possibile intervenire su tutte le problematiche legate al sonno: fatica ad addormentarsi, risvegli continui, incubi ricorrenti.

Va inoltre aggiunto che gli interventi ipnotici con bambini o adolescenti sono generalmente più rapidi che quelli rivolti agli adulti e sono totalmente privi di effetti collaterali.

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