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L’ effetto del pensiero desiderante sul craving e sull’intenzione al bere – Riccione, 2017

La ricerca, esposta al Forum di Riccione, indaga il ruolo del Pensiero Desiderante nel mantenere soggetti con Disturbo da Uso di Alcol in stato di craving

Di Daniela Beltrami, Gabriele Caselli, Guest

Pubblicato il 30 Mag. 2017

Aggiornato il 03 Lug. 2019 12:20

L’ effetto del pensiero desiderante sul craving e

sull’intenzione al bere

Beltrami, D., Ferrari, C., Gemelli, A., Caselli, G. – Studi Cognitivi Modena

 

Recenti studi sulla dipendenza da uso di alcol si sono focalizzati su alcuni costrutti specifici come craving, urge e pensiero desiderante (PD). Il craving è definito come una potente esperienza soggettiva che spinge il soggetto a cercare l’oggetto del proprio desiderio e si differenzia dall’urge, che è l’intenzione di consumare la sostanza; infine, il PD è uno stile di pensiero che riguarda attività, oggetti e stati specifici, orienta l’individuo a prefigurarsi immagini, informazioni o ricordi relativi ad esperienze positive collegate al target in questione, ed è uno dei maggiori elementi di mantenimento del craving.

Due sono gli scopi della ricerca: standardizzare un questionario di valutazione dei segnali corporei o contestuali che spingono l’individuo ad assumere effettivamente la sostanza (Start Signal Questionnaire – SSQ) e capire se la tendenza al PD, in individui con Disturbo da Uso di Alcol (DEPENDENT) e altri che consumano la sostanza ma non soddisfano i requisiti per tal diagnosi (SOCIAL), oltre che mantenere i soggetti in stato di craving, produce questo tipo di segnale e di urge.

I due campioni sono stati sottoposti ad una batteria di test sul consumo di alcol e ad una registrazione audio composta da item neutri (DS) o correlati al consumo d’alcol (PD). A causa della scarsa numerosità del campione non è stato possibile procedere alla standardizzazione dell’SSQ e i dati sono stati analizzati preliminarmente. I risultati indicano che l’induzione al PD non porta ad un aumento del craving né dell’urge. L’induzione DS, invece, è associata ad una diminuzione significativa dell’urge.

 

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Gabriele Caselli
Gabriele Caselli

Direttore scientifico Gruppo Studi Cognitivi, Professore di Psicologia Clinica presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

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