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E se il “Dio delle Piccole Cose” fosse il terapeuta? – Commento alla canzone di M. Gazzè, D. Silvestri, N. Fabi

Nella canzone 'Il Dio delle Piccole Cose', questo Dio sembra rappresentare un Terapeuta e proprio per lui sembrano scritte le parole del brano

Di Arianna Razzani

Pubblicato il 23 Mag. 2017

Aggiornato il 04 Lug. 2019 12:20

Una semplice canzone come Il Dio delle Piccole Cose può aprirti orizzonti particolari, per me (e forse non solo) questo Dio ha le sfumature di un Terapeuta e proprio per lui sembrano scritte le parole.

 

Ascolti tante canzoni, magari la stessa più volte ma basta un attimo in cui qualcosa cambia e vibrano quelle parole portatrici di un significato speciale.

Dammi un momento quella conchiglia là, ecco questa non è né più né meno che una raccolta di storie diverse e molto belle. Prodotto di milioni di passi, di modulazioni successive. Essa ha la forma che si può evolvere attraverso una serie di passi. E proprio come te e come me, anch’essa è fatta di ripetizioni di parti e di ripetizioni di parti di parti. Una storia che parla di una chiocciola o di un albero è anche una storia che parla di me e allo stesso tempo una storia che parla di te

(Bateson G.1989).

In virtù di ciò e di tanto altro ancora, una semplice canzone Il Dio delle Piccole Cose può aprirti orizzonti particolari, per me (e forse non solo) questo Dio ha le sfumature di un Terapeuta e proprio per lui sembrano scritte queste parole.

Chissà se qualcuno ha raccolto quei baci mai dati, i gesti invisibili come bottoni smarriti…Chissà se qualcuno ha raccolto quell’attimo in cui le impazziva il cuore

E noi ne raccogliamo tanti, di baci e di carezze ormai spenti e smarriti nelle coppie che, nelle loro guerre li trasformano in proiettili dolorosi. Dobbiamo essere in grado di sintonizzarci sui nostri bisogni più profondi e tramutarli in segnali chiari che aiutino il nostro partner a risponderci. Riconoscere che la “la fame emotiva” (Johnson S. 2011) è una realtà, l’amore necessita di continue attenzioni, e così in stanza di terapia proviamo a ritrovare quei baci, quegli abbracci, a farli tornare presenti e caldi per le coppie e le famiglie.

Ci vuole fortuna, magia, un prestigiatore

Queste parole de Il Dio delle Piccole Cose lasciano pensare che in ogni medico esiste un ferito, in ogni paziente e in ogni essere umano che soffre dimora un potente guaritore interiore. E ce lo ricorda il mito di Chirone che ha vissuto per sempre con la sua ferita, rappresentando l’archetipo del guaritore ferito. Ogni paziente offre all’analista una possibilità assolutamente nuova di entrare nel rapporto (Carotenuto A.1977). Ed in tutti gli approcci terapeutici è in questa relazione “magica” che avviene la cura.

Io spero che esista anche un Dio delle Piccole Cose…Che sappia i silenzi mai diventati parole…Quel nome che hai proprio lì sulla lingua e non viene

Quanti silenzi in stanza, quanto è importante imparare a rispettare quei momenti, cercando di suggerire ai miei pazienti (individui, coppie, famiglie) parole per uscire da quell’imbarazzo, che a volte è anche quello del terapeuta. Eppure la realtà dell’altro non è in ciò che ti rivela, ma in quel che non può rivelarti, perciò se vuoi capirlo non ascoltare le parole che dice, ma quelle che non dice (Kahil G. 1999).

Dio mostrale passi di danza che aveva sbagliato…

Da terapeuti sistemici relazionali ciò che osserviamo è proprio la danza della famiglia, quando arriva da noi c’è di sicuro qualche passo di danza sbagliato, quello che poi si trasforma in sintomo. Ciò che muta durante il percorso sono i modelli transazionali disfunzionali (Minuchin S. 1976), avviene una ristrutturazione del sistema familiare, un nuovo modo in cui le persone si pongono in relazione l’una con l’altra, ed ecco che si può tornare a danzare con un ritmo più equilibrato.

Conserva le foto in cui s’era trovata per caso, Raccogli le briciole perse di ogni esistenza, I respiri sui vetri, di treni in partenza

Spesso, come dice questo verso de Il Dio delle Piccole Cose, ci troviamo a raccogliere delle briciole di varie esistenze che hanno danzato attorno a quella delle persone che ci chiedono aiuto. Rintracciare gli “script familiari” intesi come aspettative condivise dalla famiglia di come i ruoli familiari debbano essere rispettati all’interno di contesti differenti (Byng-Hall J. 1998). L’analisi approfondita di questi script diventa fondamentale per capire quale sia la loro influenza sulle altre generazioni. In questi momenti tante foto sbiadite, altre strappate ma pur sempre pezzi di vita che congiungiamo in un puzzle familiare.

Chissà se qualcuno sa dire i cognomi dei suoi compagni di scuola, Poesie che non è mai riuscita a imparare a memoria, Se ha letto i romanzi che poi non abbiamo finito…Se sa le preghiere e i fantasmi di noi da bambini..

Quanti sono gli adolescenti e gli adulti che da piccoli non sono riusciti ad imparare a memoria le lunghe poesie, a scrivere correttamente un dettato…quanti di notte hanno bagnato quel lettino coccolati forse solo da quel cattivo fantasma che nessuno riusciva a vedere, e quindi a cacciar via. Come afferma Cancrini L. (2012) i giovani e i meno giovani, i bambini non curati e non ascoltati se li portano dentro, finché un lavoro terapeutico non riesce a raggiungerli, perché quelli che curiamo anche curando pazienti adulti, alla fine, sono i bambini feriti che piangono ancora dentro di loro.

Il Dio delle Piccole Cose aspetta la fine del cammino, con un sacco sgualcito dal tempo ed un piccolo inchino, chissà se ci ridà indietro le vite che abbiamo in sospeso

Che dire, queste ultime righe della canzone non hanno bisogno di commenti, aspettiamo la fine del cammino accanto a loro, e sarà quell’ultima stretta di mano così diversa da tutte quelle date nell’arco delle sedute, con cui ci si saluta per l’ultima volta. Il nostro sacco invecchiato sicuramente dagli anni, ma ricco, ricchissimo delle loro vite, dei loro dolori, delle loro lacrime, dei loro sintomi…li congediamo facendo un inchino per averceli donati.

 

ASCOLTA LA CANZONE “IL DIO DELLE PICCOLE COSE”:

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Carotenuto, A. (1977). Jung e la cultura italiana. Roma: Astrolabio
  • Bateson, G.,(1989). Dove gli angeli esitano. Milano: Adelphi
  • Johnson, S. (2011), Stringimi forte, Sette passi per una vita piena d’amore. Istituto di Scienze Cognitive Editore.
  • Kahlil, G. (1999) Sabbia e schiuma. Milano: Mondadori
  • Minuchin,S.(1976) Famiglia e terapie della famiglia. Roma: Astrolabio
  • Byng-Hall, J.(1998) Le trame della famiglia. Milano: Raffaello Cortina Editore
  • Cancrini, L.(2012) La cura delle infanzie infelici. Milano: Raffaello Cortina Editore
 
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