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Il reminiscing nella diade genitore-bambino: condividere esperienze vissute assieme

Il reminiscing consiste nel raccontare ricordi ed esperienze vissute assieme e questo migliora nel bambino la memoria autobiografica e la competenza emotiva

Di Guest

Pubblicato il 24 Apr. 2017

Discutere di esperienze passate, che hanno visto coinvolta la diade, è un’attività frequente che ha inizio durante l’età prescolare e risulta essere un’attività comune all’interno dei contesti familiari (Nelson, 1996). A tal proposito, tra i diversi tipi di conversazioni diadiche assume particolare rilievo il reminiscing, conversazione tra bambino e caregiver riguardante eventi del passato vissuti insieme (Reese & Brown, 2000).

Laura Guidotti, OPEN SCHOOL STUDI COGNITIVI MODENA

 

Lo sviluppo del bambino nei primi anni di vita

I primi anni di vita del bambino hanno un’importanza fondamentale per l’acquisizione e il consolidamento di abilità fisiche, cognitive e socio-emotive (Wareham & Solmon, 2006). In particolare, durante l’età prescolare, emergono importanti capacità nel bambino, quali: consapevolezza di sé, capacità narrativa e competenza emotiva. Lo sviluppo di tali abilità consente al bambino di instaurare relazioni significative nel contesto di appartenenza e di collocare la propria persona in relazione agli altri.

Proprio durante questo periodo di vita genitori e bambini cominciano, in maniera sempre più frequente, ad intavolare conversazioni tra di loro su vari aspetti della vita quotidiana vissuti insieme. A tal proposito, un assunto fondamentale della psicologia dello sviluppo riguarda il fatto che le interazioni genitore-bambino, in generale, e le conversazioni diadiche tra essi, in modo più specifico, costituiscono un importante contesto di sviluppo (Fivush, 2007; Laible & Song, 2006). Questa idea è radicata in diverse formulazioni teoriche, ma soprattutto nella teoria socio-culturale di Vygotskji (1978), il quale sosteneva che tutte le abilità si sviluppano innanzitutto sul piano interpersonale nelle interazioni tra genitori e bambini piccoli. Tale assunto è stato ripreso da Bruner (1990), il quale  ha analizzato le relazioni sociali che il bambino stabilisce precocemente con chi si prende cura di lui, sottolineando come i processi mentali del bambino abbiano un fondamento sociale.

In linea con tali prospettive teoriche le conversazioni riguardanti gli stati interni come, ad esempio, emozioni, desideri e valutazioni rivestono un ruolo importante nello sviluppo di competenze socio-cognitive, tra cui la teoria della mente (Adrián, Clemente, & Villanueva, 2007; Reese & Cleveland, 2006), la competenza emotiva (Taumoepeau & Ruffman, 2006), i comportamenti pro-sociali e le relazioni positive (Laible, 2004), oltre ad una maggior comprensione di sé (Reese, Bird, & Tripp, 2007; Welch-Ross, Fasig, & Farrar, 1999).

Le conversazioni sono favorite dallo sviluppo della competenza linguistica e narrativa del bambino che gli consentono di narrare e organizzare le proprie memorie, imparando forme adeguate per raccontare la propria esperienza e per rappresentarla a se stesso (Bruner, 1990; Fivush, 1993).  Inoltre, è importante sottolineare come durante le conversazioni il bambino non sia passivo, bensì attivo nella costruzione di una narrazione condivisa.

Il reminiscing: discutere di esperienze passate vissute dal bambino e il caregiver

Discutere di esperienze passate, che hanno visto coinvolta la diade, è un’attività frequente che ha inizio durante l’età prescolare e risulta essere un’attività comune all’interno dei contesti familiari (Nelson, 1996). A tal proposito, tra i diversi tipi di conversazioni diadiche assume particolare rilievo il reminiscing, conversazione tra bambino e caregiver riguardante eventi del passato vissuti insieme (Reese & Brown, 2000).

A partire dagli anni ’90 del XX secolo lo studio del reminiscing è stato affrontato da molti studiosi, i quali si sono focalizzati prevalentemente sulle conversazioni tra bambini di età prescolare e le loro madri. Nonostante ciò, seppur siano numericamente inferiori, sono presenti anche lavori che analizzano lo stile di reminiscing paterno, evidenziando differenze e analogie rispetto a quello materno, soprattutto relativamente ad aspetti emotivi contenuti nelle conversazioni sul passato (Fivush, Brotman, Buckner, & Goodman, 2000; Fivush & Buckner, 2003; Reese, Haden, & Fivush, 1996).

Per quanto riguarda il reminiscing è presente una ricca letteratura, che evidenzia come esso sia un contesto importante per lo sviluppo di diverse competenze nel bambino, tra cui memoria autobiografica, competenza emotiva e conoscenza di sé (Fivush, Haden, & Reese, 2006). Esso permette al bambino di affrontare esperienze emotive, anche con valenza negativa (Fivush, 2011; Laible, 2004; Reese & Cleveland, 2006; Sales & Fivush, 2005), favorendo una condizione di benessere emotivo e psicologico.

Stili materni di reminiscing

Le conversazioni riguardanti eventi vissuti insieme dalla diade madre-bambino possono diventare attività di routine, tuttavia vi sono sostanziali differenze individuali nel modo in cui le madri guidano e strutturano l’interazione con il proprio bambino. A tal proposito, gli studi presenti in letteratura hanno approfondito l’analisi dei diversi stili di reminiscing che le madri adottano nelle conversazioni con i loro figli. Attualmente in letteratura gli autori tendono a collocare le modalità di conduzione del reminiscing lungo un continuum che permette di differenziare tra stili più o meno elaborativi (Fivush et al., 2006; Nelson & Fivush, 2004). Nello specifico, madri solite utilizzare uno stile di reminiscing definito scarsamente elaborativo tendono ad attuare con i loro bambini conversazioni ripetitive, corte, caratterizzate da poche domande che risultano essere ridondanti. Il bambino coinvolto in tale tipo di conversazione viene scarsamente incoraggiato a fornire il proprio contributo allo scambio conversazionale.

Al contrario, la letteratura evidenzia come risulti maggiormente funzionale e adattivo per lo sviluppo di diverse competenze nel bambino l’impiego di interazioni linguistiche caratterizzate da uno stile di reminiscing altamente elaborativo ed emotivo. Tale stile risulta caratterizzato da un uso elevato di domande, descrizioni dettagliate degli eventi, presenza di informazioni contestuali, focalizzazione su aspetti emotivi e di valutazione di eventi passati, oltre ad un ampliamento e approfondimento dei contenuti. Tutto ciò risulta favorevole ad espandere il contributo apportato dal bambino nella conversazione diadica. Inoltre, l’impiego di uno stile di reminiscing maggiormente elaborativo favorisce nel bambino lo sviluppo di alcune competenze tra cui: memoria autobiografica, capacità linguistico-narrativa, comprensione del Sé e competenza socio-emotiva.

Memoria autobiografica

Gli studi iniziali sul reminiscing hanno incentrato l’attenzione sul legame tra tale costrutto e  la memoria autobiografica (Nelson & Fivush, 2004), la quale consiste nell’insieme di ricordi attribuiti a sé che identificano la storia personale dell’individuo (Fivush et al., 2006). Essa possiede un valore adattivo poiché permette di conservare conoscenze relative alle esperienze passate che guidano il modo di agire nel mondo (Pillemer, 1998; Conway & Pleydell-Pearce, 2000). Bambini di 3-4 anni mostrano differenze individuali nel modo in cui riportano le loro memorie autobiografiche e uno dei fattori che contribuisce maggiormente nel caratterizzare la variabilità individuale è la qualità del supporto che essi ricevono nelle conversazioni con i genitori, in modo particolare la madre (Nelson & Fivush, 2004). A tal proposito, un’ampia letteratura evidenzia come le conversazioni madre-bambino su eventi passati, se condotte con stile elaborativo, facilitino la memoria autobiografica di quest’ultimo (Fivush, 2011; Fivush et al., 2006). In particolare, vengono favoriti il ricordo autonomo degli eventi e la capacità di organizzarli in sequenze più complesse (Fivush, 2007), la capacità di immagazzinare i ricordi personali (Wareham & Salmon, 2006) ricordando in modo più ricco e specifico gli eventi stessi (Valentino et al., 2014).

Inoltre, i bambini hanno maggiori probabilità di ricordare successivamente un evento se sono stati coinvolti attivamente nell’elaborazione di tale ricordo (McGuigan & Salmon, 2004; Ornstein, Haden, & Hedrick, 2004). McGuigan e Salmon (2004)  hanno rilevato come una conversazione elaborativa successivamente ad un evento si riveli maggiormente efficace nell’aumentare l’ampiezza della memoria verbale dei bambini rispetto ad una conversazione elaborativa intrattenuta prima e durante l’evento. Essa aiuta il bambino ad effettuare una ricca codifica dell’evento, permettendogli di porre maggior attenzione sui dettagli (Boland, Haden, & Ornstein, 2003) e sulle conseguenze di un avvenimento (McGuigan & Salmon, 2004). Infatti, solo successivamente il genitore dispone del tempo necessario per creare un racconto elaborativo ed emotivo su ciò che è successo, influenzando la memoria del bambino anche a livello di rappresentazioni.  Pertanto l’interazione madre-bambino durante la pratica di reminiscing, riveste un ruolo importante nello sviluppo di abilità necessarie a creare la propria storia di vita (Fivush et al., 2006).

Capacità linguistico-narrativa

La tendenza da parte delle madri ad adottare uno stile di reminiscing più elaborativo e basato su affermazioni che stabiliscono nessi tra eventi narrati facilita nei bambini lo sviluppo di abilità linguistiche più complesse, tra cui la conoscenza semantica, sintattica e di vocabolario (Beals, 2001) ed una maggiore consapevolezza fonologica (Leyva, Sparks, & Reese, 2012). Inoltre, i bambini coinvolti nel reminiscing elaborativo contribuiscono attivamente a fornire un  numero maggiore di informazioni nelle conversazioni (Cleveland & Reese, 2005; Fivush et al., 2006; Leichtman, Pillemer, Wang, Koreishi, & Han 2000), e mostrano, nel corso dello sviluppo, migliori capacità narrative (Fivush & Fromhoff, 1988; Peterson & McCabe 2004; Peterson, Jesso, & McCabe, 1999; Reese, Yan, Jack, & Hayne, 2010) e più alti livelli di comprensione e utilizzo del linguaggio emotivo (Bird & Reese, 2006; Sales & Fivush, 2005).

Conoscenza di Sè

La letteratura sul reminiscing evidenzia come tale pratica sia un importante contesto di sviluppo per la comprensione e definizione del sè nel bambino (Fivush, Berlin, Sales, Mennuti- Washburn, & Cassidy, 2003; Fivush, 2008). Egli, attraverso le conversazioni su eventi del proprio passato e l’attenzione posta ai propri stati interni ed emotivi (Eder & Mangelsdorf, 1997; Shiner, 2010), acquisisce una maggior consapevolezza di sé. È nel ricordo condiviso che il bambino è supportato dal genitore ad organizzare gli eventi e ad attribuirvi un significato rispetto al sé e alla cultura di appartenenza e a collocarsi nel tempo e nella relazione con gli altri. Fivush e Haden (2005) sottolineano come siano i riferimenti elaborativi che i genitori fanno agli stati mentali e alle emozioni, che permettono al bambino di inserire gli accadimenti all’interno della propria storia personale favorendo un senso soggettivo del sé più complesso e coerente (Bird, Reese, & Tripp, 2006; Fivush et al., 2006). Inoltre, viene favorita la capacità di pensare a sé e agli altri in un’ottica temporalmente estesa (Fivush & Nelson, 2006).

Competenza emotiva

L’area della competenza emotiva costituisce un ambito particolarmente saliente rispetto a cui è stato studiato il reminiscing (Fivush, 2007; van Bergen, & Salmon, 2010).

Complessivamente, la letteratura evidenzia come lo stile di reminiscing materno sia un forte predittore dello sviluppo socio-emotivo del bambino (Bohanek, Marin, & Fivush, 2008; Laible, 2004; Laible & Song, 2006; Reese & Cleveland, 2006). Infatti, un aspetto importante del ricordo condiviso tra mamma e bambino riguarda il fatto che tale interazione si rivela ricca di contenuti emotivi (Fivush & Buckner, 2003). Queste conversazioni influiscono sul linguaggio emotivo adottato dal bambino, sulla comprensione che esso ha del significato delle emozioni e, complessivamente, migliorano la sua capacità di regolazione emotiva (Fivush, 1993; Laible, 2011; Laible & Panfile, 2009; van Bergen, Salmon, Dadds, & Allen, 2009). I bambini possono imparare come discutere sulle emozioni proprio in queste prime conversazioni con i genitori (Dunn, Bretherton, & Munn, 1987). Essi, infatti, possono fornire un valido aiuto nel chiarire le cause delle emozioni e il ruolo che esse giocano all’interno delle relazioni, oltre a fornire informazioni sul modo di fronteggiarle in maniera adeguata (Denham, Zoller, & Couchoud, 1994; Laible & Panfile, 2009).

Alcuni studi hanno incentrato l’attenzione sul significato emotivo del ricordo condiviso, distinguendo tra eventi positivi ed eventi negativi. Laible (2011) evidenzia come sia soprattutto nel ricordo congiunto di eventi emotivamente negativi o spiacevoli che la conversazione diadica madre-bambino si arricchisce di contenuti emotivi, riferimenti agli stati interni, cause che hanno portato a sperimentare una determinata emozione e conseguenze (Nolivos & Levya, 2013) favorendo lo sviluppo socio-emotivo nel suo complesso. Tali evidenze mostrano come l’adulto, utilizzando uno stile di reminiscing emotivo, oltre che elaborativo, può aiutare il bambino ad affrontare meglio eventi emotivamente spiacevoli, o addirittura stressanti favorendo nel bambino abilità di coping adattive (Sales & Fivush, 2005) .

Conclusioni

L’obiettivo del presente elaborato è stato quello di approfondire le principali abilità che vengono favorite e potenziate dall’utilizzo da parte del caregiver di un reminiscing elaborativo.

La letteratura sottolinea come lo stile materno di reminiscing presenti differenze individuali dal momento che esso si dipana lungo un continuum che vede agli estremi uno stile altamente elaborativo, da un lato, e scarsamente elaborativo dall’altro, risultando anche influenzato dalla cultura di appartenenza del genitore. I risultati emersi evidenziano l’importanza dell’utilizzo da parte della madre, di uno stile elaborativo di reminiscing nel favorire lo sviluppo di diverse abilità tra cui memoria autobiografica, competenze narrative, linguistiche e socio-emotive dei bambini, soprattutto di età prescolare. Le conversazioni a contenuto emotivo rivestono importanti funzioni psicosociali. Esse intensificano la consapevolezza di sé da parte del bambino, rafforzano il suo legame sociale con gli altri significativi, insegnano modi efficaci di affrontare esperienze emotive, oltre a rafforzare ulteriormente il legame tra memoria autobiografica e concetto di sé (Ackil, Van Abbema, & Bauer, 2003; Farrar, Fasig, & Welch-Ross, 1997; Fivush, 1993; Fivush et al., 2003). Pertanto, l’adozione da parte del caregiver di uno stile di reminiscing elaborativo ed emotivo si rivela una pratica utile nel favorire diverse abilità nel bambino apportando importanti benefici. Infine, è utile sottolineare come tale pratica rafforzi anche l’interazione e la relazione tra caregiver e bambino.

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