Si è svolto sabato 12 novembre a Genova presso il centro Psicoterapia e Scienza Cognitiva il terzo e penultimo incontro del ciclo “Di sabato, la psicoterapia” a Genova. Il Professor Gabriele Caselli ha parlato di Ruminazione e alcolismo.
Si è partiti dalla definizione generale di aspettativa intesa come anticipazione circa eventi futuri (Tolman, 1932) per concentrarsi poi sulle aspettative relative all’utilizzo di alcool, le quali si riferiscono a credenze implicite o esplicite sugli effetti della sostanza. Queste possono essere: aspettative positive (l’alcool mi aiuta a rilassarmi) o negative (l’alcool danneggia la mia salute).
Non tutte le aspettative diventano motivazioni in quanto avere aspettative positive sugli effetti dell’alcool non significa necessariamente consumare alcool per realizzarle. È stato sottolineato come le aspettative derivino da credenze metacognitive di base sull’utilizzo di alcool che sembrerebbero essere più frequenti in persone che fanno abuso di alcool piuttosto che nei bevitori sociali.
Le credenze sull’utilizzo di alcool
Alcuni esempi di tali credenze sono: bere mi aiuta a ragionare e risolvere problemi, l’alcool mi aiuta a controllare i pensieri, l’alcool mi aiuta a distrarmi da stimoli fastidiosi (sensazioni fisiche e pensieri negativi) e a non dare a peso al giudizio negativo su di me. Si ipotizza pertanto che la principale differenza tra chi fa abuso di alcool e bevitori sociali è che i primi vedono l’ utilizzo di alcool come unica strategia per staccarsi da una modalità disfunzionale di elaborazione delle informazioni.
Ed è a questo punto che viene introdotto il concetto di ruminazione inteso come strategia di coping messa in atto allo scopo di controllare le emozioni negative ed è caratterizzata da uno stile di pensiero persistente e negativo e da attenzione focalizzata su di sé (Lyubomirsky and Nolen-Hoesema 1993).
Le maggiori conseguenze della ruminazione paiono essere l’umore depresso, il giudizio globale e negativo, la demotivazione, l’evitamento. Le caratteristiche distintive della ruminazione sembrano essere la ripetitività, i contenuti negativi, il concentrarsi analiticamente su se stessi, l’incontrollabilità, la cattura delle capacità mentali, l’astrattezza e l’orientamento al passato (Caselli, Giovini, Giuri & Rebecchi, 2011).
Studi recenti mostrano come in persone affette da disturbo di abuso di alcool l’essere portati a ruminare incrementi il desiderio irrefrenabile di bere (Caselli et al. 2013). La ruminazione parrebbe essere sintomo cruciale nei disturbi da utilizzo di alcool e nel processo di ricaduta e fungerebbe da ponte tra emozioni negative e consumo di bevande alcoliche.
Sulla base di tali ipotesi il focus del percorso terapeutico per l’abuso di sostanze alcoliche andrebbe posto sui processi ruminativi in quanto si ipotizza che il soggetto ricorra all’utilizzo di alcool come strategia principale per sopprimere la ruminazione e gli effetti negativi ad essa correlati.
Prossimamente a Genova
Il prossimo e ultimo incontro del ciclo “Di sabato, la psicoterapia a Genova” dal titolo “Perché ci preoccupiamo tanto? Il modello cognitivo e i suoi sviluppi”, sarà tenuto dal Dott. Giovanni Maria Ruggiero sabato 10 Dicembre 2016 dalle ore 10 alle ore 13 presso il centro Psicoterapia e Scienza cognitiva Genova.
VIDEO: un estratto dal seminario di Genova
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