Nel 2008 è stato coniato dai media popolari del “New York Times”, il termine drunkoressia per descrivere con tale termine, la pratica della restrizione delle calorie in modo da poter consumare più alcol e non aumentare di peso (CBS News, 2008; Kershaw, 2008; Smith, 2008; Stoppler, 2008).
Ciò che attrae gli adolescenti e i giovani adulti è la tendenza a continuare a consumare grandi quantità di alcol, pur mantenendo, o forse diminuendo, il peso corporeo.
Maria Carlucci, OPEN SCHOOL SAN BENEDETTO DEL TRONTO
Il binge drinking
L’abuso di alcol e i disturbi alimentari rappresentano due fenomeni popolari in tutto il mondo. Negli ultimi anni, diverse ricerche scientifiche hanno dimostrato un’associazione tra abuso di alcol e abitudini alimentari non salutari, soprattutto tra i giovani. La globalizzazione dei modelli di consumo alcolico ha causato l’ingresso in Italia di abitudini proprie degli Stati Uniti e dell’Europa del Nord, come il binge drinking (Lupi et al. 2013).
Il binge drinking consiste nell’assunzione di 5 o più bevande alcoliche in successione per gli uomini e 4 o più bevande alcoliche in successione per le donne in un’unica o più occasioni nel corso delle ultime 2 settimane. In questa definizione non è importante il tipo di sostanza che viene ingerita né l’eventuale dipendenza alcolica: lo scopo principale di queste “abbuffate alcoliche” è l’ubriacatura immediata nonché la perdita di controllo (Wechsler H & Nelson TF 2001).
Numerosi studi evidenziano che, la popolazione maggiormente suscettibile a comportamenti binge drinking, sono i giovani studenti iscritti al primo anno di college (Larimer & Cronce, 2002).
Secondo diversi autori, tra i fattori che sembrano contribuire all’aumento delle “abbuffate alcoliche” vi sono: le norme sociali dei campus universitari che promuovono l’uso di alcol e il drastico calo della supervisione dei genitori durante il passaggio alla vita del college (Baer, 2002; Baer & Bray, 1999; Baer, Kivlahan, e Marlatt, 1995; Schulenburg & Maggs, 2002; Schulenburg et al, 2001).
Inoltre, secondo la National Eating Disorder Association (2006), circa il 20% degli studenti universitari, sia maschi che femmine, hanno riferito di aver avuto almeno un disturbo del comportamento alimentare (Forman-Hoffman, 2004; Mints & Betz, 1988; Tylka & Subich, 2002.).
Potrebbe quindi esserci una co-occorrenza tra abuso di alcol e disturbi del comportamento alimentare?
Binge drinking e disturbi del comportamento alimentare
Da un rapporto del Centro Nazionale sulle Dipendenze e Abuso di Sostanze della Columbia University (CASA) 2001, si è stimato che circa il 30-50% degli individui con bulimia e il 12-18% degli individui con anoressia abusano di alcol o ne sono dipendenti. Peraltro, i risultati hanno indicato una comorbidità netta tra la dipendenza da sostanze e i disturbi del comportamento alimentare a favore del fatto che circa il 35% di persone tossicodipendenti o che fanno abuso di alcol, manifestano un disturbo alimentare (Cooley & Toray, 1996; Krahn, Kurth, Gomberg, & Drewnowski, 2004; Anderson, Simmons, Martens, Ferrier, & Sheehy, 2006; Krahn, Kurth, Demitrack, & Drewnowski, 1992).
Krahn et al. (1992) hanno osservato una relazione positiva tra la gravità dello stare a dieta, la frequenza con cui si consuma alcol ed il binge drinking. Stewart et al. (2000) hanno trovato risultati simili, indicando che i livelli più elevati di restrizione alimentare sono associati ad un aumento di episodi legati al bere eccessivo e alla probabilità di essere classificato come un “bevitore binge”. Gli studi hanno avvalorato un’associazione tra uso di alcol e abitudini alimentari insalubri tra gli studenti universitari (Krahn et al. 2004).
Il digiunare volontariamente, allo scopo di consumare alcol successivamente, risulta nocivo e pericoloso soprattutto per le donne; a differenza dei maschi, queste ultime, generalmente pesano di meno, hanno meno enzimi che metabolizzano l’alcol (alcol deidrogenasi), e in genere hanno meno acqua corporea totale per diluire l’alcol nel sangue. Indipendentemente dal genere, maschio o femmina, bere a stomaco vuoto favorisce all’alcol di entrare nel corpo più velocemente, il che aumenta il livello alcolemico portando un aumentato rischio di disturbi cerebrali (black-out) e conseguenze negative sulla salute e sul comportamento (White, 2004).
La drunkoressia
Nel 2008 è stato coniato dai media popolari del “New York Times”, il termine drunkoressia per descrivere con tale termine, la pratica della restrizione delle calorie in modo da poter consumare più alcol e non aumentare di peso (CBS News, 2008; Kershaw, 2008; Smith, 2008; Stoppler, 2008).
Ciò che attrae gli adolescenti e i giovani adulti è la tendenza a continuare a consumare grandi quantità di alcol, pur mantenendo, o forse diminuendo, il peso corporeo.
Anche se non c’è una definizione sistematica e non sia riconosciuto dalla medicina ufficiale, la drunkoressia è comunemente caratterizzata dai seguenti comportamenti: a) saltare i pasti, al fine di “evitare” le calorie o compensare l’aumentato apporto calorico dal consumo di bevande alcoliche, b) eccessivo esercizio fisico al fine di compensare le calorie consumate dal bere, e / o c) bere quantità eccessive di alcol al fine di avere la nausea e vomitare (Chambers 2008). Come risulta dalle caratteristiche comportamentali sopra elencate, il concetto di drunkoressia è quindi composto da tre dimensioni distinte: l’uso o abuso di alcol, disturbi alimentari e attività fisica.
Questa abitudine potrebbe quindi essere influenzata dalla pressione sociale per cui si tende a ricorrere a comportamenti estremi?
Le pressioni sociali rispetto alla perfetta forma fisica e al controllo del peso corporeo o quelle legate al consumo di alcolici, possono esercitare una forte influenza sugli adolescenti e sui giovani adulti; in particolare sulle ragazze, che rischiano così di ricorrere sempre più frequentemente a misure estreme quali drunkoressia ed eccessiva attività sportiva (Mond et al. 2008). Si pratica esercizio fisico allo scopo di modificare il peso, la forma o il tono muscolare e si associano sensi di colpa nel caso in cui l’esercizio viene posticipato o cancellato (Mond et al. 2008). Le donne, spesso, cercano di bruciare drasticamente quantità eccessive di calorie, per ridurre il peso corporeo e la percentuale di grasso (Johnstone and Rickard 2006).
La drunkoressia è ormai approdata anche in Italia, infatti, uno studio italiano del 2014, su un campione di circa 3000 soggetti, dimostra come questo sia un fenomeno comune anche tra i giovani adulti italiani con una prevalenza del 32.2% e riguarda anche la popolazione maschile, non solo quella femminile, come quanto riportato dai media (Lupi et al. 2014).
Allo scopo di fornire benefici per la diagnosi, il trattamento e il recupero, sarebbe auspicabile approfondire maggiormente tale fenomeno e capire quali siano i fattori psicologici che muovono i giovani in questa nuova tendenza. Potrebbe quindi, essere utile individuare i soggetti più a rischio ed attuare adeguati e mirati programmi di educazione e prevenzione.