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La deprivazione di sonno porta a mangiare di più: possibili ricadute nella lotta contro l’obesità

La deprivazione di sonno porterebbe i soggetti a consumare un numero più elevato di calorie, ciò potrebbe risultare utile nella lotta contro l’obesità

Di Ilaria Loi

Pubblicato il 24 Nov. 2016

Aggiornato il 13 Dic. 2016 16:28

Secondo una recente meta-analisi svolta da ricercatori del King’s College di Londra, la deprivazione di sonno potrebbe portare le persone a consumare un maggior numero di calorie durante il giorno successivo. 

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Gli autori, infatti, analizzando una serie di ricerche precedenti, hanno mostrato come soggetti deprivati di sonno consumino mediamente 385 calorie in più al giorno.

Secondo l’americana National Sleep Foundation, gli adulti tra i 18 e i 65 anni dovrebbero dormire una media di 7-9 ore al giorno, ma lo stile di vita moderno sempre più frenetico ed impegnato, che comprende anche quote eccessive di tempo passate davanti ad uno schermo e turni di lavoro a volte proibitivi, sembrerebbe poter causare una possibile diminuzione della durata media delle ore di sonno. Nonostante i dati presenti in letteratura non risultino essere sempre concordi, sembrerebbe esistere un certo grado di consenso circa l’esistenza di una relazione tra la deprivazione di sonno e l’aumento di peso.

 

Deprivazione di sonno e apporto calorico: uno sguardo alla metanalisi

Più nello specifico, la meta-analisi è stata svolta su 11 studi, che hanno misurato, su un totale di 172 soggetti, l’apporto calorico nelle 24 ore successive ad un intervento parziale di deprivazione di sonno, confrontandolo poi con quello di controlli senza restrizione.

Nei diversi studi, i soggetti sottoposti alla condizione sperimentale dormivano tra le tre ore e mezzo e le cinque ore e mezzo a notte, mentre i soggetti di controllo tra le sette e le dodici ore. Dalle analisi è emerso come la parziale deprivazione di sonno sembri avere un effetto significativo sulla quantità totale di calorie assunte (energy intake) nelle successive 24 ore, per un totale di 384 calorie nette in più, ma non sulla quantità di calorie consumate (energy expenditure).

Gli autori hanno inoltre rilevato una differenza circa il tipo di macronutrienti preferiti dai soggetti con deprivazione di sonno; questi ultimi infatti, a differenza dei controlli, hanno mostrato una rilevante tendenza a consumare una maggiore percentuale di grassi e minore di proteine. Nessuna differenza è invece stata rilevata per quanto riguarda i carboidrati.

 

Sonno e obesità

Queste evidenze, nel complesso, ben si inseriscono all’interno della questione circa la dilagante diffusione dell’obesità. Una delle principali cause che portano allo sviluppo di questo disturbo, infatti, risulta essere proprio uno squilibrio tra la quantità di calorie ingerite quotidianamente e la quantità di calorie consumate, squilibrio che potrebbe essere esacerbato, anche a livello di macronutrienti, da una prolungata deprivazione di sonno. Ad esempio, infatti, una prolungata tendenza ad assumere una maggior percentuale di grassi potrebbe portare sul lungo periodo allo sviluppo di problemi cardiovascolari.

Per poter spiegare l’associazione tra la quantità di ore di sonno e la quantità di apporto calorico sono state avanzate diverse ipotesi.

Ad esempio la deprivazione di sonno potrebbe causare uno squilibrio a livello ormonale (ad es. leptina, ormone che regola il senso di sazietà, e grelina, ormone che stimola il senso di appetito) che a sua volta porterebbe ad un maggior bisogno calorico (Spiegel et al., 2004). Oppure, in linea anche con quanto rilevato da St-Onge e collaboratori (2012), la deprivazione di sonno porterebbe ad una maggiore attivazione neuronale, principalmente in aree legate alla ricompensa (ad es. Corteccia Prefrontale, Insula, Talamo, Accumbens e Putamen), in risposta alla presentazione di cibo. In altre parole, ad una maggiore deprivazione di sonno corrisponderebbe una maggiore motivazione a ricercare cibo per ottenere gratificazione e ricompensa.

Per quanto siano necessarie ulteriori evidenze a supporto degli effetti a lungo termine di una prolungata carenza di sonno, l’aver messo in luce la relazione tra ore di sonno e comportamento alimentare può risultare estremamente utile anche per quanto riguarda la lotta all’obesità. La deprivazione di sonno è infatti considerata, anche dagli autori stessi, come uno tra i più comuni fattori di rischio per la salute pubblica, ma anche in potenza uno tra i più facilmente modificabili.

Proprio in questo senso, la parziale deprivazione di sonno potrebbe essere vista come un fattore di rischio per lo sviluppo di una tendenza alla sovralimentazione e all’obesità, mentre invece il prolungamento del tempo dedicato al riposo potrebbe giocare un ruolo chiave nella prevenzione degli stessi disturbi. Insomma, la comprensione dei meccanismi che legano tra loro l’aumento di peso e la deprivazione di sonno risulta essere potenzialmente un nuovo obiettivo di intervento per quanto riguarda la gestione del peso.

 

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