
Uomini e donne non vedono, sentono o si comportano ugualmente, pertanto perché dovremmo pensare che dormano allo stesso modo? O perlomeno è quanto propone un recente studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), condotto da Diane B. Boivin (Dipartimento di Psichiatria, McGill University) e dal Douglas Mental Health University Institute.
Manipolando i dati relativi al ciclo mestruale e all’uso di contraccettivi ormonali, la Boivin ha mostrato come l’orologio biologico influisca sul ritmo sonno-veglia in modo diverso negli uomini e nelle donne, spiegando perché le donne siano più inclini a manifestare disturbi del sonno.
Osservando un simile ciclo di sonno in entrambi i sessi, abbiamo notato come l’orologio biologico femminile induca la donna ad addormentarsi e svegliarsi prima di un uomo. La ragione è semplice: il suo orologio biologico è spostato ad un fuso orario più a est
Questa differenza osservata è essenziale per capire il motivo per cui le donne sono più suscettibili ai disturbi del sonno.
Lo studio
Messaggio pubblicitario Il team di ricercatori ha confrontato le variazioni biologiche di sonno e veglia di 26 soggetti (15 uomini e 11 donne). Tutte le partecipanti di sesso femminile possedevano un ciclo mestruale naturale: 8 di loro sono state analizzate nelle due fasi del ciclo mestruale (follicolare e luteale), le altre 3, invece, solo nella fase follicolare. Questo è un punto cruciale perché precedenti ricerche di Bolvin hanno dimostrato che le diverse fasi mestruali influenzano i ritmi biologici della temperatura corporea e del sonno.
I partecipanti sono stati sottoposti ad una procedura di registrazione di cicli ultradiani sonno-veglia (cicli della durata più breve di un giorno, ma superiore a un’ora) contraddistinta da 36 cicli formati da momenti di veglia alternati a opportunità di addormentamento. Durante la procedura sono stati rilevati i parametri relativi a temperatura corporea, melatonina salivare, vigilanza e qualità del sonno registrata attraverso polisonnografia.
I risultati
Tutte le misure ottenute hanno mostrato una significativa variazione diurna-circadiana durante tutta la procedura. Rispetto agli uomini, le donne hanno mostrato un significativo anticipo nei ritmi della temperatura corporea e nella variazione diurna-circadiana delle misure di sonno e vigilanza, ma non nei ritmi della melatonina. Inoltre, le donne hanno sperimentano una maggiore ampiezza della variazione diurna-circadiana della vigilanza. Nel complesso i risultati indicano che le donne iniziano il sonno in una fase circadiana più tardiva rispetto agli uomini, giustificando così la loro maggiore suscettibilità ai disturbi del sonno.
I nostri partecipanti non hanno manifestato alcun disturbo del sonno durante lo studio. Ma ad ogni modo, questi risultati ci hanno aiutato a capire, tra le altre cose, perché le donne hanno più probabilità, rispetto agli uomini, di svegliarsi prima la mattina e sentirsi stanche anche dopo un’intera notte di sonno. E’ perchè sono meno vigili durante la notte
I risultati di questo studio, pertanto, suggeriscono che le donne potrebbero essere biologicamente meno predisposte per il lavoro notturno. Ulteriori ricerche saranno necessarie per esplorare questa questione e sviluppare interventi differenziati per generi: i disturbi del sonno spesso determinano una serie di problemi funzionali.
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Bibliografia
- Boivin, D. B., Shechter, A., Boudreau, P., Begum, E. A., & Ying-Kin, M. K. (2016) Diurnal and Circadian Variation of Sleep and Alertness in Men vs. Naturally Cycling Women. Proceedings of the National Academy of Sciences