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The walk: da Philippe Petit ai moderni Urban Skywalkers, tutta questione di novelty seeking

Cosa accomuna il protagonista del film The Walk, ai moderni skywalkers? Probabilmente il novelty seeking: l'eccessiva eccitazione a stimoli nuovi

Di Guest

Pubblicato il 26 Set. 2016

Nel 2015 esce nelle sale ‘The walk‘, film ispirato alla storia di Philippe Petit, il cui messaggio è abbastanza chiaro e diretto: perseguire un sogno senza mai mollare la presa anche quando questo ci mette in pericolo, merito del fenomeno Novelty Seeking.

Guglielmo D’Allocco

 

Era il 1974 quando , funambolo francese trapiantato negli States, realizzò non solo il suo sogno ma anche un’impresa mai tentata prima di allora: attraversare su un filo la distanza tra le due estremità delle Twin Towers a circa 450 metri dal suolo e senza alcuna protezione. Il tutto, ovviamente, fu realizzato nel pieno dell’illegalità, tanto che al termine dell’esibizione Petit fu tratto in arresto per poi essere rilasciato il giorno dopo, non potendo le autorità fare a meno di constatare l’impatto del fenomeno sui media e le pressioni dell’opinione pubblica.

Una pena la scontò però Philippe: esibirsi a scopo di beneficenza per i bambini newyorkesi al Central Park. Nel 2015 esce nelle sale ‘The walk‘, film ispirato alla storia di Philippe Petit, diretto da Robert Zemeckis e magistralmente interpretato dall’attore Joseph Gordon-Levitt e dal premio oscar Ben Kingsley. La trama ripercorre, sostanzialmente, le principali tappe della vita di Petit: il colpo di fulmine che lo porterà ad amare quello che diventerà molto più di un lavoro, l’incontro con Papa Rudy, mentore che gli insegnerà tutti i trucchi del mestiere, con la fidanzata Annie Allix e con i complici che lo aiuteranno a realizzare quella che fino all’ultimo momento sembra avere tutti i connotati di una vera e propria pazzia: camminare su un filo di acciaio sospeso tra i due tetti delle Torri Gemelle di New York.

 

The Walk: da Petit ai moderni skywalkers urbani

L’obiettivo di Philippe diventa quello di ognuno di questi personaggi che, consci dell’altissimo rischio al quale il funambolo espone la sua vita, decidono di andare ben oltre questa scontata e forse banale possibilità: portare a compimento l’impresa significherà essersi spinti oltre e aver realizzato davvero qualcosa di impossibile. Il messaggio del film è abbastanza chiaro e diretto: perseguire un sogno senza mai mollare la presa anche quando tutto sembra convincerci del fatto che siamo destinati a fallire.

Per quanto romanzata, non ho potuto fare a meno di accostare l’esperienza di Petit a quella dei più moderni skywalkers urbani: giovani che sfidano la morte arrampicandosi, senza alcuna protezione, sulle più alte vette dell’architettura urbana (grattacieli, antenne, gru, impalcature) al fine di realizzare video e immagini da diffondere poi sul web. Una moda che nasce qualche anno fa in Russia e che, grazie alla diffusione capillare su internet, si estende velocemente e a macchia d’olio facendo proseliti in tutto il mondo. Basta connettersi a Youtube e digitare tags come ‘urban climbing’ per ritrovarsi dinnanzi ad un repertorio video tanto attraente quanto spaventoso.

 

philippe petit - The walk da Philippe Petit ai moderni Urban Skywalkers, tutta questione di novelty seeking
Philippe Petit

 

Sul filo del Novelty seeking

L’effetto provato guardando alcuni di questi video non è stato molto diverso da quello avvertito guardando le immagini originali relative all’impresa di Petit sospeso tra le torri gemelle. Mi sono chiesto se i due fenomeni possano essere accomunati da una stessa matrice, e in effetti l’unica risposta che sono riuscito a darmi non può che essere questa: novelty seeking.

Per gli addetti ai lavori si tratta di un concetto molto noto, coniato da Roberto Cloninger che, nel 1987, elaborò una teoria che descriveva la personalità come risultante dell’interazione tra carattere e temperamento e includendo quella del novelty seeking tra i tipici tratti temperamentali. Con il suddetto termine si fa riferimento ad una particolare inclinazione dell’individuo a reagire con eccessiva eccitazione a stimoli e situazioni che comportano novità e con tendenza alla continua esplorazione con riduzione nel controllo degli impulsi.

Subito dopo l’arresto, ai microfoni dei giornalisti che chiesero il perché di quella impresa così spericolata Petit rispose:

Non so dirvi il perché…so solo che quando vedo due punti tra i quali tendere il mio cavo devo farlo…è più forte di me.

Questa risposta, in effetti, è un esempio calzante della descrizione di novelty seeking coniata da Cloninger. Non è escluso che sia proprio questa la caratteristica che fa da starter alle centinaia di esperienze rischiose (per quanto affascinanti per chi le guarda comodamente da casa) realizzate da giovanissimi ragazzi in ogni parte del mondo.

Tante sono le domande, al di là della descrizione scientifica del fenomeno, relative a cosa spinga adolescenti o poco più a cercare uno stimolo forte addirittura sulle vette più alte, giocando secondo dopo secondo una delicatissima partita con la morte. Mi chiedo se il brivido più forte sia quello (fisiologico) suscitato dall’aver raggiunto la vetta o quello (razionale) scaturito dal numero crescente di visualizzazioni e commenti all’impresa.

Difficile dirlo, soprattutto quando l’effetto scenico prende il sopravvento sulla domanda relativa al perché, come quella fatta con faccia basita al funambolo francese appena ammanettato. Questi filmati vengono dati in pasto a tutti noi come film, come serie televisive giornaliere e la nostra attenzione, talvolta, non riesce ad andare oltre la straordinaria qualità delle immagini e il brivido provato guardando attraverso una telecamera testimone non solo di un’impresa eccezionale, ma anche di un sempre più labile e ricercato confine tra la vita e la morte.

 

GUARDA IL TRAILER UFFICIALE DI THE WALK:

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • C. Robert Cloninger MD, A Systematic Method for Clinical Description and Classification of Personality Variants, 1987
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