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Il ruolo della finzione narrativa e l’impatto sull’empatia

E' stato dimostrato come la finzione narrativa, la lettura e la visione di film aiutino a sviluppare l'empatia e la comprensione dell'altro.  

Di Chiara Ajelli

Pubblicato il 21 Set. 2016

Secondo il pensiero comune è presumibile che la finzione narrativa abbia una buona influenza sulla salute mentale. A tal proposito in una recente review pubblicata sulla rivista Trends in Cognitive Sciences dallo psicologo e scrittore Oatley viene approfondita tale questione. 

La finzione narrativa incrementa l’empatia

Oatley sostiene che leggere o guardare racconti può incrementare l’empatia. Esplorare la vita interiore dei personaggi tramite le pagine di un libro, porta i lettori a formare idee sulle emozioni, motivazioni e idee altrui.

Questa interdisciplinarità tra letteratura e psicologia ha preso piede solo negli ultimi anni. Oatley sostiene che tale ritardo sia dovuto al fatto che solo ora i ricercatori dell’ambito psicologico stiano riconoscendo il ruolo fondamentale dell’immaginazione, e questo è dovuto soprattutto al grosso contributo delle recenti innovazioni nel campo degli studi di neuroimaging che hanno aperto il contesto accademico a queste idee.

Lo studio

All’interno della review Oatley si concentra in particolar modo su uno studio in cui ai partecipanti veniva chiesto di immaginare alcune cose sulla base di frasi che venivano fornite dagli sperimentatori (ad es. “un tappeto blu scuro”, “una matita arancione a strisce”) mentre si trovavano all’interno di una macchina fMRI. Ciò che è emerso è che erano sufficienti solo tre frasi ad attivare al massimo delle sue potenzialità l’ippocampo, ovvero quella regione di cervello associata prevalentemente all’apprendimento e alla memoria. Questo risultato sottolinea il potere della mente di ciascun lettore, in quanto la produzione di un’immaginazione esaustiva del lettore non è necessariamente dovuta dalla descrizione approfondita degli scenari, ma è sufficiente suggerire una scena per scaturire un buon prodotto di fantasia.

Sulla base di quanto emerso, Oatley, Mar e una serie di colleghi dell’Università di Toronto hanno condotto un ulteriore studio. Secondo gli autori la lettura narrativa e la finzione narrativa portano il lettore a simulare una sorta di mondo sociale, il quale consente di sperimentare comprensione e una forte empatia.

Per misurare questa risposta empatica da parte del lettore Oatley e colleghi hanno condotto un esperimento in cui per la prima volta è stato utilizzato il “Mind of the Eyes Test”, in cui i partecipanti sono sottoposti alla visione di 36 fotografie raffiguranti gli occhi di alcune persone, e per ciascuna di esse devono scegliere tra quattro termini per indicare ciò che la persona raffigurata sta pensando o provando in quel momento. I punteggi emersi hanno evidenziato come la lettura narrativa fantastica (ovvero relativa a storie inventate) abbia dato vita a punteggi più alti e significativi rispetto alla lettura narrativa non fantastica (relativa a storie di realtà). Si tratta di un risultato molto importante e valido in quanto questa associazione è rimasta significativa anche dopo aver controllato la personalità e le differenze individuali dei partecipanti.

Effetti simili riguardanti l’amplificazione dell’empatia sono stati riscontrati anche in altri studi, in cui ai soggetti veniva chiesto di guardare una serie televisiva inventata “The West Wing”, o di giocare a un videogioco con una trama narrativa. Ma qual è l’elemento in comune che unisce tutti questi mezzi di comunicazione così da poter ottenere gli stessi risultati? Secondo Oatley l’anello fondamentale della catena è l’impegno che il lettore applica nel tentativo di pensare al personaggio protagonista.

Conclusioni

[blockquote style=”1″]La caratteristica più importante dell’essere umano è possedere una vita sociale e il tratto distintivo è che all’interno di questa vita vengano fatti accordi sociali con altre persone, sia che questi siano amici, amanti o bambini. La finzione pertanto può aiutarci ad aumentare la comprensione delle nostre esperienze sociali[/blockquote], dichiara Oatley.

Questo nuovo campo della psicologia riguardante la finzione narrativa ha ancora un lungo percorso da intraprendere. Ad esempio sono numerose le domande che riguardano il ruolo della narrazione in quella che è l’evoluzione dell’uomo. Quasi tutte le culture umane creano storie, che fino ad ora, sono state definite in modo piuttosto sprezzante con il termine di intrattenimento, osserva Oatley, ma secondo l’autore il ruolo giocato dai racconti è molto più importante.

Oatley conclude dando un’ipotetica risposta al quesito precedente in un’ottica romantica: [blockquote style=”1″]Che cosa sono un pezzo di narrativa, un romanzo, un racconto, un gioco, un film o una serie televisiva? Sono pezzi di coscienza che vengono passati da una mente all’altra. Quando leggiamo o guardiamo un film, stiamo prendendo un pezzo di coscienza di qualcuno che facciamo nostro.[/blockquote]

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