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Terapia Cognitivo Comportamentale per l’ansia: efficacia dei trattamenti

In una recente meta-analisi, Caselli e colleghi hanno analizzato quali siano i livelli d'efficacia della Terapia Cognitivo Comportamentale per l'ansia

Di Alessia Offredi

Pubblicato il 17 Mar. 2016

La Terapia Cognitivo Comportamentale per l’ansia si è dimostrata ampiamente valida, tanto da essere introdotta nelle linee guida internazionali che indicano i percorsi di cura più adeguati per le diverse patologie.

 

La Terapia Cognitivo Comportamentale (TCC) fin dalla sua nascita risulta strettamente correlata alla ricerca in ambito psicologico. Da subito gli autori che l’hanno fondata hanno testato le loro ipotesi sottoponendole a falsificazione, creando modelli aggiornati, avvicinandosi il più possibile alla scienza e allontanandosi gradualmente dalla matrice filosofica.

Questo atteggiamento ha costituito un punto di forza che ha permesso un notevole sviluppo della scienza psicologica, determinando la pubblicazione di numerosi lavori su diversi disturbi. Una delle aree in cui la Terapia Cognitivo Comportamentale ha maggiormente dimostrato la sua efficacia è da sempre quella dei disturbi d’ansia: in questo campo, la Terapia Cognitivo Comportamentale si è ampiamente dimostrata valida, tanto da essere introdotta nelle linee guida internazionali che indicano i percorsi di cura più adeguati per le diverse patologie.

La Terapia Cognitivo Comportamentale per l’ansia mira a eliminare i timori esagerati e i comportamenti di controllo ed evitamento che mantengono i Disturbi d’Ansia (per una descrizione completa si veda Beck, 1976; Wells, 1997), nel tentativo di riacquisire un senso di sicurezza e di confidenza nelle attività della vita quotidiana. Per raggiungere tale obiettivo, la Terapia Cognitivo Comportamentale si serve di:

  • Interventi psicoeducativi – al paziente vengono fornite nuove modalità di lettura di pensieri e stati d’animo.
  • Tecniche di esposizione – si stabiliscono con il paziente graduali step per affrontare l’evento o la situazione temuti, in modo da confrontarsi con le paure temute in diversi contesti, solitamente da quello meno fastidioso al più spaventoso.
  • Eliminazione dei comportamenti di controllo – a volte talmente abituali da risultare automatici, i comportamenti di controllo sono tutte le azioni messe in atto per prevenire l’evento temuto (evitare di andare in certi luoghi, di trovarsi in determinate situazioni, …). Spesso sono proprio i costi che le strategie di controllo implicano a convincere la persona del bisogno di aiuto.
  • Ristrutturazione cognitiva – si identificano e discutono i pensieri che mantengono la sintomatologia ansiosa, ad esempio le convinzioni di pericolo o la tendenza a catastrofizzare un evento spiacevole.

Nella recente review di Caselli e collaboratori sull’efficacia della Terapia Cognitivo Comportamentale nei disturbi d’ansia, gli autori scrivono:

In sintesi, il processo di cambiamento avviene attraverso un circuito che prevede: (1) l’identificazione dei timori nucleari e dei comportamenti di evitamento/controllo, (2) la disputa verbale delle credenze che sostengono la risposta ansiosa, (3) l’esposizione a situazioni temute con la riduzione di evitamento e controllo, (4) l’uso di esperimenti comportamentali per acquisire nuove conoscenze

(Caselli, Manfredi, Ruggiero e Sassaroli, 2016).

Caselli e colleghi hanno effettuato un lavoro di meta-analisi, analizzando le pubblicazioni indicizzate su MEDLINE e PSYCHINFO degli ultimi 15 anni, considerando tutti i vari modelli teorici nati entro la cornice della Terapia Cognitivo Comportamentale.

 

La Terapia Cognitivo Comportamentale per l’ansia

Il Disturbo di Panico

La Terapia Cognitivo Comportamentale per il Disturbo di Panico si svolge solitamente in 8-12 sedute e ha mostrato la sua efficacia con miglioramenti nel 78% dei casi (Öst, 2008), con indici elevati di stabilità nel tempo (Norton e Price, 2007).

 

Il Disturbo d’Ansia Sociale

Con una durata media di 12 sedute, il Disturbo d’Ansia Sociale viene superato dal 76% dei pazienti in modo stabile (Öst, 2008, Norton & Price, 2007). In particolare, ciò che aumenta l’efficacia della Terapia Cognitivo Comportamentale per l’ansia sociale è il procedimento di ristrutturazione cognitiva, che porta al raggiungimento di risultati migliori rispetto alla sola esposizione (Ougrin, 2011).

 

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo

Tecniche di esposizione e controllo della risposta e terapia cognitiva hanno mostrato entrambe risultati stabili nel tempo e paragonabili all’intervento farmacologico con antidepressivi, con una media di 15 sedute (Otto et al., 2004, Abramowitz, 1997; van Balkom et al., 1994; Ougrin 2011). Franklin e Foa (2002) affermano che le tecniche di esposizione e controllo della risposta, perché efficaci, devono essere applicate rigorosamente, con esposizioni di almeno 90 minuti. Nel caso del Disturbo Ossessivo Compulsivo, solo il 21% dei pazienti mostra miglioramenti alla fine di una terapia cognitiva. Questo dato può essere spiegato dal fatto che risulta ancora poco sviluppato un modello univoco che guidi la parte cognitiva dell’intervento, mentre gli interventi proposti agiscono per lo più a livello comportamentale.

 

Disturbo d’Ansia Generalizzata

Il livello di ansia e la frequenza delle preoccupazioni si riducono significativamente nel 53% dei pazienti che svolgono un percorso di Terapia Cognitivo Comportamentale per l’Ansia Generalizzata.

Il percorso consiste solitamente di 12 sedute, in cui vengono utilizzate tecniche propriamente cognitive affiancate a esercizi comportamentali (Deacon & Abramowitz, 2004). Le difficoltà rispetto alla creazione di un protocollo maggiormente efficace potrebbero riguardare l’assenza di un target altamente specifico, in un disturbo che ha come caratteristiche preoccupazioni generalizzate e relative a diversi ambiti della vita quotidiana.

 

Disturbo da Stress Post Traumatico

Nel caso del Disturbo da Stress Post Traumatico, il 66% dei pazienti presenta una riduzione dei livelli di ansia, pensieri intrusivi e evitamenti in seguito a una terapia cognitivo comportamentale (Öst, 2008). In media, il trattamento dura 9,5 sedute e l’efficacia della terapia cognitiva è paragonabile a quella della più recente EMDR.

 

Terapia Cognitivo Comportamentale per l’ansia e terapia farmacologica

Il farmaco agisce sull’arousal correlato all’ansia riducendolo, con la diminuzione dei sintomi correlati. Tuttavia, quando il farmaco viene interrotto, la sintomatologia può ripresentarsi, anche dopo lunghi periodi di assunzione (Mavissikalian, Perel e de Groot, 1993).

Negli ultimi anni, si è analizzata l’efficacia dell’intervento farmacologico nel breve termine, la stabilità dei risultati e i possibili vantaggi di un intervento combinato. Le meta-analisi considerate hanno evidenziato risultati migliori per la Terapia Cognitivo Comportamentale dell’ansia, in termini di aderenza al trattamento (Otto et al., 2004), stabilità dei risultati e rapporti costo-efficacia (Layard, Clark, Knapp e Mayraz, 2007). Le ricerche che hanno indagato possibili vantaggi derivanti da un trattamento integrato non hanno portato a risultati certi, evidenziando invece che, nei casi di trattamento integrato, l’interruzione della terapia farmacologica può aumentare la probabilità di ricaduta.

 

 

Efficacia relativa di interventi comportamentali e cognitivi

Uno dei pregi della Terapia Cognitivo Comportamentale è quello di saper integrare tecniche che si sono mostrate efficaci e renderle flessibili al trattamento del disturbo specifico. Per questo motivo, non sembra esserci una prevalenza nell’efficacia di un intervento propriamente comportamentale rispetto a una tecnica maggiormente cognitiva. Si è riscontrato inoltre che l’utilizzo di più tecniche combinate non mostra risultati significativamente migliori rispetto all’applicazione di un solo protocollo. Questo suggerisce che, per i disturbi d’ansia, l’applicazione di un intervento lineare e forse più semplice sarebbe da preferire, in prima battuta, all’utilizzo di più tecniche unite tra loro.

 

Terapia Cognitivo Comportamentale: evoluzione nel tempo

Öst (2008) sottolinea come gli studi più datati evidenzino una maggior efficacia della Terapia Cognitivo Comportamentale per l’ansia rispetto agli studi più recenti, pur mantenendo ad oggi la validità che le permette di essere citata di diritto nelle linee guida internazionali. Questo trend potrebbe essere spiegato da: (a) la recente diffusione di una tipologia di disturbi ansiosi maggiormente gravi e difficili da trattare; (b) una maggior aderenza al protocollo nei primi studi, spesso condotti dal teorico autore dell’intervento; (c) la tendenza, negli ultimi anni, ad applicare interventi brevi, con un numero di sedute sempre più ridotto, proponendo a volte un intervento meno efficace.

 

Terapia Cognitivo Comportamentale per l’ansia: la terza ondata

Clinici e ricercatori hanno cercato nel tempo di superare i limiti della Terapia Cognitivo Comportamentale classica, dando origine a diverse forme di psicoterapia che vengono a loro volta messe alla prova dagli studi di efficacia. Le più note vengono studiate e applicate da più di vent’anni (ad esempio Mindfulness Based Interventions, Dialectical Behavior Therapy, Acceptance and Commitment Therapy), ma ad oggi non sono presenti studi che dimostrino in modo univoco maggiori miglioramenti rispetto alla Terapia Cognitivo Comportamentale per l’ansia, che rimane spesso il trattamento di prima scelta.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Abramowitz, J. (1997). Effectiveness of psychological and pharmacological treatments for obsessive-compulsive disorder: A quantitative review. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 65, 44-52.
  • Beck, A.T. (1976). Cognitive therapy and emotional disorders. New York: Meridian. Trad. it. Principi di terapia cognitiva. Roma: Astrolabio, 1984.
  • Caselli, G., Manfredi, C., Ruggiero, G.M. & Sassaroli, S. (2016) La Terapia Cognitivo - Comportamentale dei Disturbi d’Ansia: una revisione degli studi di efficacia. Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale, 22, in press.
  • Deacon, B. J. & Abramowitz, J. S. (2004). Cognitive and behavioral treatment for anxiety disorders: A review of meta-analytic findings. Journal of Clinical Psychology, 60, 429-441.
  • Franklin, M.E., & Foa, E.B. (2002). Cognitive-behavioral treatment of obsessive compulsive disorder. In P. Nathan, & J. Gorman (Eds.), A guide to treatments that work (2nd ed., pp. 367-386). Oxford, UK: Oxford University Press.
  • Layard, R., Clark, D., Knapp, M., & Mayraz, G. (2007). Cost-benefit analysis of psychological therapy. National Institute Economic Review, 202, 90-98.
  • Mavissakalian, M.R., Perel, J.M., & de Groot, C. (1993). Imipramine treatment of panic disorder with agoraphobia: The second time around. Journal of Psychiatric Research, 27, 61-68.
  • Norton, P. J., & Price, E. P. (2007). A meta-analytic review of cognitive-behavioral treatment outcome across the anxiety disorders. Journal of Nervous and Mental Disease, 195, 521–531. DOWNLOAD
  • Öst, L-G. (2008). Efficacy of the third wave of behavioral therapies: A systematic review and meta-analysis. Behaviour Research and Therapy, 46, 296-321.
  • Otto, M. W., Perlman, C. A., Wernicke, R., Reese, H. E., Bauer, M. S., & Pollack, M. H. (2004). Posttraumatic stress disorder in patients with bipolar disorder: A review of prevalence, correlates, and treatment strategies. Bipolar Disorders, 6, 470-479.
  • Ougrin, D. (2011). Efficacy of exposure versus cognitive therapy in anxiety disorders: systematic review and meta-analysis. BioMedCentral Psychiatry, 11:200.
  • Sassaroli, S., & Ruggiero, G.M. (2003). Psicopatologia cognitiva del rimuginio. Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale, 9, 31-45.
  • van Balkom, A.J.L.M., van Oppen, P., Vermeulen, A.W.A., van Dyck, R., Nauta, M.C.E., & Vorst, H.C.M. (1994). A meta-analysis of the treatment of obsessive compulsive disorder: A comparison of antidepressants, behavior, and cognitive therapy. Clinical Psychology Review 14, 359-381.
  • Wells, A. (1997). Cognitive Therapy of Anxiety Disorders: A practice manual and conceptual guide. Chichester, UK: Wiley. Trad. it. Trattamento cognitivo dei disturbi d’ansia. Milano: Mc-Graw-Hill.
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