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Emozione e memoria: le Flashbulb Memories

Le flashbulb memories sono ricordi vividi, dettagliati e persistenti delle circostanze di apprendimento di un evento significativo e a forte carica emotiva.

Di Maria Aricò

Pubblicato il 13 Gen. 2016

Un fenomeno esemplificativo di interazione tra aspetti cognitivi ed emotivi è rappresentato dalle cosiddette Flashbulb memories: ricordi vividi, dettagliati e persistenti delle circostanze di apprendimento di un evento significativo e a forte carica emotiva.

Le emozioni possono notevolmente influenzare i processi cognitivi legati alla memoria. La forza dei ricordi dipende dal grado di attivazione emozionale, per cui eventi o esperienze vissute con una partecipazione emotiva di livello medio-alto vengono catalogati nella nostra mente come importanti, grazie al coinvolgimento di strutture cerebrali che fanno parte del sistema limbico, quali amigdala e ippocampo; il coinvolgimento di tali strutture determina una maggiore probabilità che il ricordo venga successivamente richiamato alla memoria.

Un fenomeno esemplificativo di interazione tra aspetti cognitivi ed emotivi è rappresentato dalle cosiddette Flashbulb memories. Brown & Kulik (1977) definiscono flashbulb memories (o ricordi fotografici) i ricordi vividi, dettagliati e persistenti delle circostanze di apprendimento di un evento significativo e a forte carica emotiva.

Questi ricordi si caratterizzano per il fatto che gli individui conservano dettagliatamente e a lungo, non solo il ricordo dell’evento in sé, ma anche la circostanza in cui hanno appreso la notizia, il luogo in cui si trovavano, il momento della giornata, l’attività in corso di svolgimento, la fonte della notizia, la reazione emotiva vissuta al momento, gli altri presenti e le loro reazione emotive, e le immediate conseguenze dell’evento (Mecacci, 2001).

I primi studi si focalizzarono sul fenomeno del ricordo fotografico relativamente ad eventi pubblici traumatici. Quando si viene a conoscenza di un evento pubblico traumatico, che ha come protagonista un personaggio celebre, gli individui verrebbero colpiti dalla notizia inaspettata e avvertirebbero le conseguenze dell’evento per sé e per il loro gruppo. In virtù di questo, l’evento verrebbe registrato con una grande ricchezza e vividezza di dettagli. In seguito, le reiterazioni dell’accaduto, ossia le discussioni con altre persone e le ruminazioni mentali, interverrebbero a consolidare la traccia mnestica. Le flashbulb memories vengono memorizzate in una sola occasione e trattenuti per tutta la vita.

Per molti americani, l’11 Settembre 2001 è una data che contiene un significato particolare; si tratta del giorno in cui si verificarono una serie di attacchi terroristici negli Stati Uniti d’America che causarono quasi 3000 morti. La maggior parte degli adulti ricordano facilmente quando ciò è accaduto, ma ricordano davvero gli attacchi o stanno ricordando il momento in cui hanno appreso la notizia degli attacchi? Va da sé che la gente non può ricordare un’esperienza alla quale in realtà non ha assistito.

Un altro storico esempio è l’esplosione della navetta spaziale Challenger (1986), evento trasmesso in televisione e visto da milioni di persone, alcune delle quali affermano di ricordare in maniera vivida dove erano quando hanno appreso la notizia del disastro, da chi hanno appreso la notizia e numerosi altri dettagli. E ancora, molte persone affermano di poter ricordare esattamente cosa stavano facendo e dove erano quando sentirono della scioccante morte della principessa del Galles, Lady Diana o dell’assassinio di J.F. Kennedy (Hilgard et al., 1989).

Più di recente, il concetto di flashbulb memories è stato applicato anche a eventi privati e ad eventi pubblici negativi o positivi (Mecacci, 2001). Le principali determinanti della formazione delle flashbulb memories sembrano dunque essere: un alto livello di sorpresa, un elevato livello di consequenzialità (intesa come possibilità dell’evento di produrre conseguenze significative sulla vita dell’individuo o gruppo sociale cui appartiene), e il livello di attivazione emotiva (Finkenauer et al., 1998). In seguito, il ripercorrere mentalmente l’accaduto e discuterne con altre persone interverrebbe a consolidare il ricordo. Se queste variabili non raggiungono livelli sufficientemente alti, non è possibile la formazione di ricordi flashbulb.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Brown, R., & Kulik, J. (1977). Flashbulb memories. Cognition, 5(1), 73-99.
  • Mecacci, L. (Ed.). (2001). Manuale di psicologia generale. Giunti Editore.
  • Hilgard, E. R., Atkinson, R. C., & Atkinson, R. L. (1989). Psicologia. Corso introduttivo. Giunti Editore.
  • Finkenauer C., Luminet O., Gisle L., El-Ahmadi, van der Linden M. (1998). Flashbulb memories and the underlying mechanisms of their formation: toward an emotional-integrative model. Memory & Cognition, 26, 516-31.
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