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L’importanza di dire grazie per superare le difficoltà e salvaguardare i legami affettivi

Le difficoltà economiche possono compromettere la qualità della coppia ma uno dei fattori che consente di superare le piccole difficoltà è dirsi grazie

Di Carola Benelli

Pubblicato il 05 Nov. 2015

Aggiornato il 11 Gen. 2016 11:11

Nell’era della crisi economica e delle difficoltà finanziarie i legami affettivi sono sottoposti ad un carico di stress elevato. A fare la differenza tra le coppie che superano le difficoltà e quelle che ne sono significativamente indebolite potrebbero esserci alcune piccole cose, per esempio il saper dire grazie.

Così afferma un recente studio condotto presso la University of Georgia da Barton, Futris e Nielsen che, con l’intento di comprendere il legame tra situazioni stressanti di natura economica e deterioramento del rapporto coniugale, si sono focalizzati su alcuni fattori che modulano la relazione.

Il campione sperimentale, composto da 468 soggetti, tutti sposati e residenti negli Stati Uniti, è stato contattato telefonicamente e sottoposto ad una serie di questionari per indagare il benessere finanziario, i pattern della comunicazione di coppia, la frequenza delle espressioni di gratitudine tra partner e la qualità della relazione coniugale nei termini di soddisfazione, commitment e propensione al divorzio.

I dati ottenuti hanno rivelato che le situazioni finanziarie vissute come stressanti aumentano la frequenza di pattern comunicativi del tipo richiesta/rifiuto, nel corso dei quali uno dei coniugi avanza delle richieste o pretese e l’altro risponde con una chiusura, un ritiro. Sembra che l’incremento di questo tipo di dinamiche sia a sua volta connesso all’abbassamento del livello della relazione, in altre parole simili interazioni svolgono una funzione di mediazione tra i problemi economici da un lato e i livelli di soddisfazione, impegno e intenzione di divorziare dall’altro.

Si noti che, in parziale dissonanza rispetto alla letteratura precedente, lo studio non ha registrato differenze di genere significative, riscontrando effetti simili nelle coppie in cui ad avanzare richieste è la moglie e in quelle dove a farlo è il marito. Quando i conti non tornano a fine mese, è più probabile che il conflitto sia gestito in modo disfunzionale e che, indipendentemente dai ruoli, la stabilità del matrimonio sia messa in discussione.

Eppure, secondo i risultati della ricerca, esiste un’arma importante a disposizione delle coppie in difficoltà: i dati raccolti mostrerebbero, infatti, che l’espressione di gratitudine all’ interno della coppia protegge la stabilità della relazione. Sentirsi apprezzati e validati dal coniuge ed esprimere a propria volta gratitudine ha un effetto significativo nel ridurre la propensione a terminare la relazione e, soprattutto nelle donne, mantiene alti i livelli di commitment per la relazione anche in presenza di modalità disfunzionali di gestione del conflitto. Non sarebbero invece emersi risultati significativi a supporto di un legame tra l’espressione di gratitudine e la soddisfazione per il legame: saper ringraziare può mantenere saldo il matrimonio ma la felicità coniugale ha bisogno di altro ed è messa a rischio dalla comunicazione poco efficace e dalle difficoltà nel gestire le discussioni. Stabilità e soddisfazione coniugale appaiono connesse ma la loro correlazione è modesta: un dato interessante con evidenti implicazioni teoriche e pratiche per la terapia con coppie in difficoltà.

A tutte le coppie capita di essere in disaccordo ed entrare in conflitto e quando lo stress aumenta le discussioni si moltiplicano. Come mostra la ricerca di Barton e colleghi, a fare la differenza tra i matrimoni che entrano in crisi e quelli che resistono non è quanto frequenti siano i conflitti, ma come si gestiscano e, soprattutto, come ci si comporti nei confronti del partner nelle interazioni quotidiane.

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