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La dipendenza dalla pornografia e le conseguenze sul cervello

Coloro che usufruiscono della pornografia online necessitano di stimoli erotici più forti e intensi per eccitarsi e spesso presentano disfunzioni erettili.

Di Giovanni Maria Ruggiero

Pubblicato il 04 Giu. 2015

Articolo di Giovanni Maria Ruggiero pubblicato su Linkiesta del 31/05/2015

 

L’individuo porn addicted, lungi dall’avere più desiderio, è desensibilizzato e abbisogna di stimoli erotici più forti e intensi del normale per eccitarsi davvero. Cosa lo spinge, allora? Una vera dipendenza tutta mentale nella quale la persona sente dolorosamente la mancanza di eccitazione e se la procura artificialmente.

L’evoluzione non ci ha preparato alla pornografia di massa, alla larga disponibilità online di video erotici e pornografici raggiungibili con un clic, e gratuitamente. È tutto a portata di mano (dato l’argomento, arriva inevitabile il volgare gioco di parole) e non è più necessario nemmeno pagare, iscriversi e rilasciare il numero della propria carta di credito a inaffidabili fornitori. Tutto è gratuito.

Meglio sarebbe dire, però che l’evoluzione non ci prepara mai a qualcosa. C’è questa visione teologica dell’evoluzione come una divinità buona che ci ha forgiato nell’abisso del tempo. Singolare teleologia in cui l’evoluzione prende il posto di Dio e ci crea perfetti e capaci di affrontare tutti i pericoli della natura, ma non quelli della tecnologia. Meglio sarebbe dire che in sé l’evoluzione non prepara nessun animale a un bel nulla ed è semmai essa stessa il frutto della selezione operata dagli ostacoli del passato, che sono diversi da quelli del futuro, i quali opereranno a loro volta le loro selezioni ed evoluzioni.

Detto questo, torniamo al porno. La sua diffusione di massa è un fenomeno nuovo. Sicuramente non siamo preparati, reagiamo in maniera imprevedibile a questa larga offerta di corpi nudi e atti sessuali filmati in tutte le fogge possibili.

Reagisce in maniera imprevedibile il nostro cervello, e i risultati non sono piacevoli. Regredisce la materia grigia nel corpo striato, dove risiede la nostra facoltà di provare soddisfazione nonché quella di prendere decisioni. Diventiamo così confusi, indecisi e desensibilizzati. Diventano necessarie dosi sempre più massicce di stimoli erotici per eccitarci, e preferiamo sempre di più che queste dosi siano somministrate nella forma virtuale del porno a scapito dell’eccitazione reale e corporea, che avviene in maniera tattile e non solo visiva.

Questi dati avvalorano l’ipotesi che la dipendenza da sesso, la sex addiction, esista davvero. Non si tratta soltanto di desiderio più elevato, ma di vera droga: ci sono fenomeni di abituazione e assuefazione. L’individuo porn addicted, lungi dall’avere più desiderio, è desensibilizzato e abbisogna di stimoli erotici più forti e intensi del normale per eccitarsi davvero. Cosa la spinge, allora? Una vera dipendenza tutta mentale nella quale la persona sente dolorosamente la mancanza di eccitazione e se la procura artificialmente.

Le capacità di autocontrollo, la cosiddetta willpower, in italiano semplicemente forza di volontà, ovvero la capacità di decidere dove concentrare la nostra attenzione e di spostarla su obiettivi diversi da quelli più immediatamente attraenti a favore di altri che ci offrono vantaggi meno subitanei ma alla lunga più appaganti, ne rimane a sua volta danneggiata. Diventiamo dei topolini impazziti incapaci di fare scelte sensate e che non siano rapide e impulsive.

C’è di peggio. Il tutto può sfocare in ipofrontalità, in una riduzione delle dimensioni e delle funzioni della corteccia cerebrale frontale, la sede delle nostre funzioni più consapevoli e razionali. La capacità di valutare i rischi, di concepire piani d’azione a lungo termine e controllare gli impulsi sono tutte funzioni frontali. La corteccia prefrontale è l’elemento cerebrale che maggiormente ci differenzia dagli animali senzienti ma non raziocinanti. In essa trova sede la capacità di mediare tra pensieri in conflitto, regolare il comportamento, scegliere tra il bene e il male. È la sede del pensiero astratto, dell’azione motivata, dell’attenzione prolungata e consapevole, del pensiero riflessivo e dell’inibizione delle risposte impulsive. Danneggiare questa corteccia non sembra precisamente un buon affare.

Il quadro è abbastanza deprimente e pericolosamente vicino a quello dipinto da qualche signora bene e un po’ bigotta che ci ammonisce sul rischio di diventare ciechi se ci abbandoniamo alla masturbazione. Fatto sta che questa è la scienza, signori, e non la ristretta saggezza borghese della zia zitella. La quale non ha peraltro del tutto torto. Non diventiamo ciechi ma sicuramente un po’ impotenti.

Insomma gli occhi continuano a funzionare, ma chi funziona un po’ meno è “lui”, probabilmente condannato a pendere triste come una biscia innocua e priva di mordente. I dati ci dicono che c’è una correlazione diretta tra abuso di pornografia online e disfunzione erettile. Meglio andarci piano col porno.

 

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Giovanni Maria Ruggiero
Giovanni Maria Ruggiero

Direttore responsabile di State of Mind, Professore di Psicologia Culturale e Psicoterapia presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna, Direttore Ricerca Gruppo Studi Cognitivi

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