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Resisto, dunque sono! (2007) Burnout & stress lavoro-correlato

Il libro tratta il tema del burnout e vengono elencate delle strategie che consentono di essere resilienti e di resistere allo stress - Psicologia

Di Redazione

Pubblicato il 11 Giu. 2015

Addolorata Carretta

Sta prendendo sempre più piede, in svariati ambiti di lavoro, il fenomeno del burnout, esaurire fino all’ultimo le nostre energie.

[blockquote style=”1″]Quando la vita rovescia la nostra barca; alcuni affogano, altri lottano strenuamente per risalirvi sopra. Gli antichi connotavano il gesto di risalire sulle imbarcazioni rovesciate con il verbo “resalio”. Forse il nome della qualità di chi non perde mai la speranza e continua a lottare contro le avversità, la resilenza, deriva da qui .[/blockquote]

Si apre così il primo capitolo del libro “Resisto, dunque sono” di Pietro Trabucchi. Un libro che, ad ogni singola riga mi ha parlato, che utilizza il mondo dello sport come metafora della vita, e mi ha motivato a scrivere ad una moltitudine di colleghi, che come me, praticano uno sport estremo: lavorare nell’ambito socio sanitario , in particolare in comunità alloggio di tipo riabilitativo.

Sta prendendo sempre più piede, in svariati ambiti di lavoro, il fenomeno del burnout , esaurire fino all’ultimo le nostre energie.

Essendo un tecnico della riabilitazione psichiatrica non ho la presunzione di dichiarare che solo il mio lavoro sia difficile ma in questi anni di lavoro ho potuto toccare con mano quanto questo campo ti svuoti e ti inondi di un mondo che la comunità con le sue dinamiche , inevitabilmente, ti riversa.

Allenare la nostra resilienza significa dunque porsi continuamente una domanda di fronte agli accadimenti della vita: “Cosa c’è di buono in quello che sta succedendo?“, ovvero “Qual è il miglior significato che posso attribuire a quanto sta accadendo?“

Le nostre reazioni di fronte ad eventi negativi, non dipendono direttamente dagli eventi, ma dalla nostra valutazione di essi : questo processo è alla base della nostra valutazione cognitiva e ristrutturazione del pensiero per fare in modo che il nostro comportamento sia più funzionale, più adattivo alla situazione che stiamo vivendo.

Riscontreremmo meno certificati di malattie o ferie impreviste, vivremmo la pausa dal lavoro come momento di distacco piacevole e non più stressante, senza vivere il giorno prima di ricominciare con l’angoscia di tornare dietro quella scrivania. Credo che stati mentali positivi possono produrre un aumento dell’efficienza della risposta immunitaria e diminuire la compresenza di patologie somatizzanti.

 

Il decalogo contro il burnout

Sarebbe auspicabile immaginare una sorta di tavola dei dieci comandamenti per accrescere la resilienza per l’operatore di comunità come ben ci illustra il libro di Pietro Trabucchi:

1. Abbassa le tue aspettative : una valutazione cognitiva più vicina al reale;
1. Dividi l’obiettivo da raggiungere in tanti altri piccoli step e non sovraccaricherai la mente;
1. Impegnati : accetta la fatica, non si può sempre vincere facile;
2. Permettiti di sbagliare: l’errore genera nuove opportunità, nuove strategie di intervento sul paziente;
3. Rispettate i vostri ruoli: lavoriamo in equipe e ci possiamo permettere di dividerci le responsabilità;
4. Rivestiti di “medaglie di ghiaccio”: ogni successo è temporaneo e non conta misurarsi con il collega ma l’impegno che ci hai messo;
5. Abbi senso dell’umorismo: ironizza su alcune dinamiche, l’humor ti consente di verbalizzare sentimenti che se repressi sono distruttivi;
6. Non vi sono situazioni disperate ma solo coloro che disperano di potercela fare;
7. Imparare ad ascoltare i segnali d’allarme del tuo corpo e prendi una pausa;
8. Ultimo ma non meno importante è mantenere vivo l’entusiasmo: ricorda che senza entusiasmo non si è mai compiuto nulla di grande.

Per concludere riporto le parole di Cristian Zorzi, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Torino nel 2006:[blockquote style=”1″] La capacità di resistere allo stress, superare gli ostacoli pur restando sempre motivati: questa è la resilienza. È interessante il fatto che si possa allenare e potenziare e insegnare alle nuove generazioni. È il mio augurio. Credo che oggi nel nostro mondo ci sia bisogno di molta resilienza.[/blockquote]

 

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