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Shopping compulsivo – Introduzione alla Psicologia Nr. 13

Questo disturbo somiglia per molti versi ad altre forme di dipendenza e infatti sono presenti fenomeni di craving, di tolleranza e di astinenza...

Di Francesca Fiore

Pubblicato il 07 Mag. 2015

Aggiornato il 22 Mar. 2016 14:29

Sigmund Freud University - Milano - LOGO  INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA (13)

 

 

Lo shopping compulsivo diventa compensatorio di qualcosa che manca, non materiale ma emotivo. Quindi, andrebbe a soffocare uno stato emotivo negativo che tendenzialmente ha a che fare con la sfera depressiva e di cui il paziente non è conscio. 

 

Kraepelin la chiamava oniomania, al secolo shopping compulsivo o impulso patologico a comprare. Di cosa si tratta?

Esso consiste nel comprare oltre misura, ma ciò che differenzia questo comportamento dalle normali spese, che tutti comunemente eseguiamo, è la necessità di dover comprare a tutti i costi qualcosa, altrimenti si generano una serie di paure patologiche che portano a uno stato di malessere.

Quindi, la linea che divide lo shopping normale dal compulsivo risiede proprio nella patologia data dell’atto del comprare.

In questo caso, lo shopping diventa compensatorio di qualcosa che manca, non materiale ma emotivo. Quindi, andrebbe a soffocare uno stato emotivo negativo che tendenzialmente ha a che fare con la sfera depressiva e di cui il paziente non è conscio.

Dopo aver acquistato si prova una sorta di piacere, benessere, che presto è sostituito dal doloroso senso di colpa di aver speso gli ennesimi soldi, derivante, a sua volta, dalla mancanza di controllo che porta all’agito compulsivo.

Gli shopper compulsivi sostengono di essere invasi dall’ urgente bisogno da fare propria quella cosa, a questo punto sono letteralmente costretti a passare all’atto perché lo stimolo è percepito come irrefrenabile e intrusivo. Questa spinta incontrollabile all’acquisto, tipica dei compratori compulsivi, è stata definita ‘buying impulse‘, ed una tendenza distruttiva invalidante, generata da un bisogno urgente che preme per essere soddisfatto.

I compratori compulsivi acquistano ripetutamente oggetti per porre fine, temporaneamente, a una mancanza che non sarà mai pienamente soddisfatta poiché non è sostituibile con qualcosa di materiale.

Questo disturbo somiglia per molti versi ad altre forme di dipendenza, per questo sono presenti fenomeni di craving (incapacità di controllare l’impulso che porta al comportamento patologico), di pensiero desiderante (prefigurarsi la soddisfazione proveniente dall’acquisto), di tolleranza (che porta i soggetti ad aumentare progressivamente la quantità di oggetti da comprare), e di astinenza (le crisi a cui si va incontro quando è impossibilitato nell’acquisto).

Lo shopping compulsivo ha gravi ripercussioni sulla vita sociale, lavorativa, familiare e coniugale, oltre alle inevitabili perdite finanziarie e all’importante portata di ansia, che deriva dall’irrefranibile voglia di acquistare, di depressione e di perdita quando si scopre che si è in preda a una perdita di controllo.

Liberarsi dalla dipendenza da shopping è possibile grazie a un percorso terapeutico che aiuti a tenere sotto controllo i comportamenti problematici e li riduca nel tempo, fino a farli scomparire.

 

 

RUBRICA: INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Pani, R. e Biolcati, R. (2005). Compulsività e dipendenza da shopping; in V. Caretti e D. La Barbera (2005), Le dipendenze patologiche: clinica e psicopatologia, Raffaello Cortina Editore, Milano.
  • Kinsella, S. (2004). I love shopping con mia sorella, Arnoldo Mondatori Editore, Milano.
 
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