Nel primo giorno ufficiale del congresso di Reykjavik si è svolto un simposio centrato su uno dei disturbi di recente attenzione clinica: lo shopping compulsivo (compulsive buying). Il disturbo è caratterizzato da un’eccessiva e incontrollata tendenza all’acquisto e alla spesa di denaro che può produrre notevole disagio emotivo e dannose conseguenze sociali e finanziarie.
Il simposio si pone l’obiettivo di dare un quadro esaustivo della conoscenza attuale di un disturbo ancora poco conosciuto e poco studiato. Gli autori sono un’equipe internazionale di diversi centri in Germania, Belgio e USA.
Innanzitutto i pazienti con un disturbo da shopping compulsivo tendono a usare l’acquisto come strategia di regolazione di un’escalation di emozioni negative ch può anche dipendere da problemi non connessi all’azione dell’acquisto. Secondariamente queste persone sono più sensibili, già a un livello neurochimico, al piacere derivato da una ricompensa o da una gratificazione. Infine mostrano una scarsa capacità di uscire dall’urgenza del presente, non solo nel momento dell’acquisto, e ad assumere un atteggiamento distaccato e decentrato rispetto a emozioni e pensieri che sorgono nel presente.
Per quanto riguarda la terapia, il confortante risultato è che la terapia di gruppo cognitivo comportamentale applicata a pazienti con shopping compulsivo ha mostrato risultati preliminari incoraggianti (Mitchell et al., 2006). Questo significa che le conoscenze generali sul modello teorico e clinico cognitivo e comportamentale possono già dare un significativo contributo al trattamento di questo disturbo. Questo risultato però non può essere sufficiente, occorre infatti valutare quali sono fattori di rischio e di mantenimento specifici del disturbo. Insomma, non siamo disarmati ma possiamo essere molto più efficaci se focalizziamo maggiormente il nostro intervento sugli elementi chiave.
Questi risultati preliminari sono ancora descrittivi. Abbiamo bisogno in futuro di comprendere con maggior dettaglio cosa succede nella mente di queste persone di diverso da coloro che hanno imparato forme di distrazione o di gratificazione più moderata a fronte dello stesso livello di stress.
Bibliografia:
Mitchell JE, Burgard M, Faber R, Crosby RD, de Zwaan, M (2006) Cognitive behavioural therapy for compulsive buying disorder. Behavior Research and Therapy, 44, 1859-1865.