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La Bulimia Nervosa – Introduzione alla Psicologia Nr. 11

Si tratta di un disturbo della condotta alimentare ed è caratterizzata dalla tendenza a esercitare, in maniera disregolata, controllo sul proprio peso

Di Francesca Fiore

Pubblicato il 15 Apr. 2015

Aggiornato il 15 Mar. 2016 15:26

Sigmund Freud University - Milano - LOGO  INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA (11)

 

 

La bulimia nervosa, letteralmente significa “fame da bue”, è uno dei disturbi inerenti alla sfera dell’alimentazione ed è caratterizzata dalla tendenza a esercitare, in maniera disregolata, un eccessivo controllo sul proprio peso.

 

La Bulimia Nervosa è un disturbo psichico che compare durante la prima adolescenza ed è caratterizzato da eccessiva preoccupazione per il peso e le forme, cui segue una dieta ferrea, abbuffate e vomito autoindotto.

Ciò che caratterizza il disturbo è l’essere costantemente preoccupati per il peso e la forma del corpo. Questa preoccupazione alimenta in maniera perpetua il tentativo di aumentare di peso che induce, a sua volta, a mettere in atto comportamenti che portano inevitabilmente alla prossima abbuffata.

Il pensiero di voler dimagrire velocemente induce a seguire una dieta rigidissima, fortemente ipocalorica, non sostenibile a lungo, che diventa l’incipit delle abbuffate successive. I pensieri disfunzionali che regolano e mantengono le abbuffate sono:

  1. Perfezionismo e pensieri dicotomico del tipo ‘tutto o nulla’ e – cercare di mantenere il proprio corpo a un regime calorico molto basso, ideale perfezionistico, porta inevitabilmente alla messa in atto di piccole trasgressioni che quando si verificano, sono percepite dalla persona come una perdita di controllo a cui è impossibile rimediare (modalità tutto o nulla) Di conseguenza una volta innescata la catena la persona continua a mangiare senza nessun freno. L’unica soluzione possibile, a questo punto, è liberarsi da quello che si è mangiato eliminandolo attraverso il vomito.
  2. Alterazione del meccanismo che regola il rapporto fame – sazietà. La dieta ferrea porta a un aumento della fame e dell’appetito, con conseguente modificazione di alcuni neurotrasmettitori, tra cui la serotonina e gli elettroliti, con inevitabili ripercussioni di tipo fisiologico.
  3. Emozioni negative – Le abbuffate creano uno stato di piacevolezza. Questa sensazione piacevole iniziale serve soprattutto a bloccare e soffocare, le emozioni negative provate. Tale comportamento dà vita a un circolo vizioso:
  • A. sopprimere le emozioni attraverso il cibo porta a non risolvere mai i problemi favorendo l’abbuffata successiva;
  • B. Le abbuffate stesse portano alla comparsa di emozioni negative (senso di colpa, disgusto, paura d’ingrassare), che a loro volta innescano le nuove abbuffate.

Chiaramente, dopo l’abbuffata si palesa la terribile paura di aumentare di peso, che a sua volta porta alla messa in atto di comportamenti compensatori (vomito autoindotto, uso improprio di lassativi, digiuno, esercizio fisico eccessivo). I mezzi di compenso, come il vomito e il digiuno (dieta ferrea), portano ad avere altre abbuffate e il circolo vizioso, vomito – abbuffata – vomito – abbuffata, si autoalimenta e si mantiene fino a cronicizzarsi.

Come dimostrato in molti studi con il vomito è possibile eliminare solo una parte delle calorie ingerite; con i lassativi e i diuretici l’eliminazione è quasi nulla. Le abbuffate e le condotte eliminatorie sono spesso eseguite in gran segreto, lontano dagli occhi indiscreti di tutti, perché attivano emozioni di vergogna non controllabile.

La qualità di vita delle persone affette da bulimia nervosa è fortemente compromessa: spesso percepiscono diminuzione del tono dell’umore, si sentono prive di mordenti e con scarse, se non nulle, relazioni sociali.

Le persone affette da bulimia, anche quelle normo peso, possono produrre gravi disagi al proprio organismo grazie all’ingestione di ripetuti lassativi o clisteri e all’innesco del vomito. Infatti frequenti, in queste persone, sono gli scompensi elettrolitici o la disidratazione, che solitamente sfociano in problemi fisiologici piuttosto importanti. Per esempio il continuo vomito può provocare lesioni allo stomaco e l’uso di lassativi può procurare disfunzioni cardiache con perdita di minerali vitali come il potassio.

La psicoterapia cognitivo-comportamentale è un trattamento efficacie per tale patologia. Spesso deve essere associata ad una consulenza nutrizionistica e all’assunzione di una terapia con antidepressivi come la fluoxetina.

 

RUBRICA: INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA

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