INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA (11)
La bulimia nervosa, letteralmente significa “fame da bue”, è uno dei disturbi inerenti alla sfera dell’alimentazione ed è caratterizzata dalla tendenza a esercitare, in maniera disregolata, un eccessivo controllo sul proprio peso.
La Bulimia Nervosa è un disturbo psichico che compare durante la prima adolescenza ed è caratterizzato da eccessiva preoccupazione per il peso e le forme, cui segue una dieta ferrea, abbuffate e vomito autoindotto.
Ciò che caratterizza il disturbo è l’essere costantemente preoccupati per il peso e la forma del corpo. Questa preoccupazione alimenta in maniera perpetua il tentativo di aumentare di peso che induce, a sua volta, a mettere in atto comportamenti che portano inevitabilmente alla prossima abbuffata.Il pensiero di voler dimagrire velocemente induce a seguire una dieta rigidissima, fortemente ipocalorica, non sostenibile a lungo, che diventa l’incipit delle abbuffate successive. I pensieri disfunzionali che regolano e mantengono le abbuffate sono:
- Perfezionismo e pensieri dicotomico del tipo ‘tutto o nulla’ e – cercare di mantenere il proprio corpo a un regime calorico molto basso, ideale perfezionistico, porta inevitabilmente alla messa in atto di piccole trasgressioni che quando si verificano, sono percepite dalla persona come una perdita di controllo a cui è impossibile rimediare (modalità tutto o nulla) Di conseguenza una volta innescata la catena la persona continua a mangiare senza nessun freno. L’unica soluzione possibile, a questo punto, è liberarsi da quello che si è mangiato eliminandolo attraverso il vomito.
- Alterazione del meccanismo che regola il rapporto fame – sazietà. La dieta ferrea porta a un aumento della fame e dell’appetito, con conseguente modificazione di alcuni neurotrasmettitori, tra cui la serotonina e gli elettroliti, con inevitabili ripercussioni di tipo fisiologico.
- Emozioni negative – Le abbuffate creano uno stato di piacevolezza. Questa sensazione piacevole iniziale serve soprattutto a bloccare e soffocare, le emozioni negative provate. Tale comportamento dà vita a un circolo vizioso:
- A. sopprimere le emozioni attraverso il cibo porta a non risolvere mai i problemi favorendo l’abbuffata successiva;
- B. Le abbuffate stesse portano alla comparsa di emozioni negative (senso di colpa, disgusto, paura d’ingrassare), che a loro volta innescano le nuove abbuffate.
Chiaramente, dopo l’abbuffata si palesa la terribile paura di aumentare di peso, che a sua volta porta alla messa in atto di comportamenti compensatori (vomito autoindotto, uso improprio di lassativi, digiuno, esercizio fisico eccessivo). I mezzi di compenso, come il vomito e il digiuno (dieta ferrea), portano ad avere altre abbuffate e il circolo vizioso, vomito – abbuffata – vomito – abbuffata, si autoalimenta e si mantiene fino a cronicizzarsi.
Come dimostrato in molti studi con il vomito è possibile eliminare solo una parte delle calorie ingerite; con i lassativi e i diuretici l’eliminazione è quasi nulla. Le abbuffate e le condotte eliminatorie sono spesso eseguite in gran segreto, lontano dagli occhi indiscreti di tutti, perché attivano emozioni di vergogna non controllabile.La qualità di vita delle persone affette da bulimia nervosa è fortemente compromessa: spesso percepiscono diminuzione del tono dell’umore, si sentono prive di mordenti e con scarse, se non nulle, relazioni sociali.
Le persone affette da bulimia, anche quelle normo peso, possono produrre gravi disagi al proprio organismo grazie all’ingestione di ripetuti lassativi o clisteri e all’innesco del vomito. Infatti frequenti, in queste persone, sono gli scompensi elettrolitici o la disidratazione, che solitamente sfociano in problemi fisiologici piuttosto importanti. Per esempio il continuo vomito può provocare lesioni allo stomaco e l’uso di lassativi può procurare disfunzioni cardiache con perdita di minerali vitali come il potassio.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale è un trattamento efficacie per tale patologia. Spesso deve essere associata ad una consulenza nutrizionistica e all’assunzione di una terapia con antidepressivi come la fluoxetina.