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La regolazione emotiva nella depressione: quali aree cerebrali sono attivate?

Neuroscienze: le caratteristiche neurocognitive di due modalità di regolazione emotiva, il reappraisal e l'accettazione emotiva, in pazienti depressi.

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 18 Mar. 2015

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Dallo studio emerge che a livello neurale le strategie di accettazione, rispetto al reappraisal, presentano attivazioni significativamente maggiori proprio nelle regioni deputate alla consapevolezza corporea delle emozioni: quasi a sottolineare -dal punto di vista neurocognitivo – l’importanza dell’accettazione per rimanere in contatto, riconoscere e di conseguenza regolare le proprie emozioni.

Nei disturbi dell’umore la sintomatologia depressiva, oltre ad essere afferente anche ad aspetti fisici e somatici, è strettamente legata a delle difficolta nei processi di regolazione emotiva. A livello neurocognitivo, questo si riflette principalmente nelle alterazioni di attivazione nelle porzioni frontali del sistema limbico nei momenti in cui avviene la regolazione delle emozioni nella popolazione clinica di pazienti con diagnosi di depressione maggiore.

Ma cosa succede a livello cerebrale se si utilizzano diverse strategie di regolazione emotiva? Tra le strategie efficaci vi sono da una parte il reappraisal, che consiste nel modificare nel modo più razionale e alternativo possibile la valutazione della situazione in corso, e dall’altra quella che viene definita accettazione emotiva e cioè sostanzialmente di esperire le emozioni secondo il loro naturale decorso, senza tentare di controllarle strenuamente, senza evitarle ma senza prolungare la naturale evoluzione dei processi emotivi. Entrambe le strategie sarebbero efficaci nel regolare le emozioni negative riducendone la quota di distress soggettivo, l’arousal  e gli evitamenti comportamentali (Wolgast, Lhund, Viborg, 2011).

Gli interventi psicoterapici cognitivo-comportamentali lavorano anche su questi aspetti favorendo l’utilizzo di strategie regolatorie adattive e interrompendo circoli viziosi di mantenimento dei sintomi. Un nuovo studio pubblicato su Social and Affective Neuroscience ha indagato proprio le caratteristiche neurocognitive delle due modalità di regoalzione emotiva nei pazienti con diagnosi di depressione maggiore ma  in via di remissione sintomatologica.

Trentasette soggetti (metà dei quali erano pazienti con precedente diagnosi di depressione maggiore e in fase di remissione; l’altra metà soggetti di controllo) sono stati sottoposti a risonanza magnetica funzionale mentre erano impegnati nella regolazione di emozioni negative (in particolare della tristezza) elicitate mediante la visione di immagini.

Secondo i risultati nei soggetti di controllo l’utilizzo della strategia regolatoria dell’accettazione corrispondeva a una maggiore attivazione della corteccia insulare sinistra e nel giro prefrontale destro, mentre una minore attivazione nelle aree frontali. Nel gruppo di pazienti inoltre, rispetto ai soggetti di controllo, si è evidenziata una maggiore attivazione nella corteccia paracingolata e nel giro mediale frontale destro.

In generale, dallo studio emerge che a livello neurale le strategie di accettazione, rispetto al repparaisal, presentano attivazioni significativamente maggiori proprio nelle regioni deputate alla consapevolezza corporea delle emozioni: quasi a sottolineare -dal punto di vista neurocognitivo – l’importanza dell’accettazione per rimanere in contatto, riconoscere e di conseguenza regolare le proprie emozioni.

 

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Redattrice di State of Mind

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