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Sogno e Psicoterapia Cognitiva – Congresso SITCC 2014

Congresso SITCC 2014 - Report dal simposio: Sogno e Psicoterapia Cognitiva, Chairman: Francesco Aquilar

Di Alice Mannarino

Pubblicato il 29 Set. 2014

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Sogno e Psicoterapia Cognitiva - Congresso SITCC 2014

Il simposio Sogno e Psicoterapia Cognitiva si è focalizzato sulle modalità di utilizzo dei sogni in Psicoterapia Cognitiva, prendendo in considerazione diversi punti di vista e diversi orientamenti teorico-clinici: differenti gruppi di ricerca, alcuni di formazione costruttivista altri più vicini all’orientamento cognitivo-comportamentale, hanno dialogato tra loro coordinati dal dott. Aquilar, esponente del modello cognitivo-sociale.

Il gruppo del dott. Bara apre la discussione proponendo un modello costruttivista volto all’ interpretazione emotiva dell’esperienza onirica. L’assunto fondamentale del metodo di interpretazione proposto assume che il sogno sia determinato dalle emozioni attive nel sognatore e possa essere dunque impiegato come strumento per conoscerle in modo più immediato rispetto alla veglia. Non ci dice cos’è successo in passato o cosa succederà in futuro, ma ci mostra il nostro vissuto rispetto alla situazione in cui siamo nel presente.

La trama del sogno, quindi, passa in secondo piano poiché lo scopo terapeutico è incentrato sul recupero consapevole, per quanto possibile, dello stato emotivo onirico. Come afferma il dott Bara “compreso nel suo significato, il sogno diventa un indicatore di direzione: non un vincolo ma una suggestione”.

L’intervento del dott. Rezzonico presenta invece lo stato attuale dell’uso del materiale onirico in Psicoterapia Cognitiva, con un focus particolare all’approccio costruttivista.

Nello specifico, Rezzonico si è soffermato sull’analisi delle differenze esistenti tra l’approccio costruttivista e quello razionalista. Le due correnti, seppur rappresentabili lungo un continuum, ci riportano aspetti talvolta dialoganti e talvolta totalmente scissi.

Il modello razionalista utilizza l’interpretazione dei sogni quando il lavoro terapeutico raggiunge un momento di stallo, l’obiettivo diventa identificare le distorsioni cognitive che accomunano il sogno alla veglia, influenzando la vita del paziente. Si tratta di una sorta di terapia didattica che insegna al paziente “come fare bei sogni”.

L’interpretazione onirica in ottica costruttivista si basa invece su un lavoro di co-costruzione del sogno tra paziente e terapeuta che insieme scelgono il livello di analisi. L’enfasi viene posta sulle emozioni e sulle discrepanze emozionali tra ciò che il paziente ha sognato e l’emozione provata durante l’attività onirica.

L’obiettivo terapeutico diventa quello di far emergere significati personali e raggiungere un maggior livello di consapevolezza. Non si tratta di un significato inconscio che il terapeuta svela al paziente ma di una co-costruzione di significati tra paziente e terapeuta. Il sogno, diventa quindi un mezzo per accedere a nuovi orizzonti personali, prenderne consapevolezza e facilitare il cambiamento nella vita reale.

In conclusione sono stati approfonditi dal dott. Sibillia aspetti relativi alla pratica dei sogni intenzionali nella sindrome da incubi, mentre la dott.ssa Borgo ha concluso il simposio con un interessante parallelismo tra l’attività onirica e i fenomeni allucinatori tipici delle psicosi indotte dall’uso di cannabinoidi.

 

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