expand_lessAPRI WIDGET

La Body Image Modular Therapy – Report dal Training di primo livello – Milano

Un approccio modulare ed integrativo che lavora su aspetti cognitivi, emotivi ed ideali per il trattamento dei Disturbi dell’immagine corporea - BIMT

Di Valentina Davi

Pubblicato il 18 Giu. 2014

Body Image Modular Therapy

Report dal Training di primo livello – Sabato 7 Giugno 2014 – Milano 

 

Emanuel Mian, PhD, ha presentato a Milano il Training di primo livello in Body Image Modular Therapy (BIMT), illustrando un approccio modulare e flessibile che non sostituisce, bensì integra e compendia le altre terapie, e che si avvale di tecniche di video-simulazione digitale (Body Image Revealer) per la diagnosi e il trattamento dei disturbi dell’immagine corporea.

Chi si occupa di pazienti che soffrono di Dismorfismo Corporeo o di Disturbi Alimentari sa che il tema della percezione distorta della propria immagine corporea è un aspetto delicato da trattare: rassicurare un paziente sul fatto che la sua bocca simmetrica non è asimmetrica non serve a niente, così come cercare di convincere una ragazzina di 45 kg che non ha le gambe grosse o la pancia è tempo perso.

Questi pazienti hanno una rappresentazione interna della propria apparenza esterna alterata, che li porta a rimuginare sulla loro condizione, a mettere in atto estenuanti comportamenti di controllo (check del peso, tattili, visivi; confronto con gli altri), a richiedere infinite rassicurazioni e ad elaborare strategie di evitamento (es. camouflage, eccessivo ricorso alla chirurgia estetica, etc.).

Data la peculiarità dei sintomi tipici dei disturbi dell’immagine corporea, è utile avere a disposizione un protocollo specifico applicabile a tali problematiche: la Body Image Modular Therapy sembra essere una valida proposta.

Emanuel Mian, PhD, ha presentato a Milano il Training di primo livello in Body Image Modular Therapy (BIMT), illustrando un approccio modulare e flessibile che non sostituisce, bensì integra e compendia le altre terapie, e che si avvale di tecniche di video-simulazione digitale (Body Image Revealer) per la diagnosi e il trattamento dei disturbi dell’immagine corporea.

Il corso, molto interessante, ben condotto, supportato da letteratura scientifica, in cui clinica e ricerca danno entrambe il loro contributo, ha illustrato diversi moduli che costituiscono la BIMT, alcuni specifici per l’immagine corporea e altri indirettamente correlabili.

Il protocollo consta di moduli boost, moduli retest, moduli per OCD (skin picking, tricotillomania…), moduli weight (AN, BN, Obesità), moduli assessment, moduli per l’esposizione in vivo o immaginativa, moduli per la prevenzione delle ricadute, ciascuno ben strutturato e con homework specifici.

L’intervento prevede una fase introduttiva in cui si effettuano la raccolta anamnestica, la valutazione psicodiagnostica, la formulazione del caso, gli interventi psicoeducativi relativi al peso e/o all’immagine corporea, e l’enhancement della motivazione, assieme alla costruzione di una buona alleanza terapeutica.

In particolare la formulazione del caso implica l’identificazione dei pensieri automatici e dei trigger del paziente sui pensieri negativi, nonché la discussione dell’immagine corporea. L’assessment, invece, compendia la diagnosi psichiatrica o psicodiagnostica standard attraverso interviste semistrutturate e test psicodiagnostici specifici, tra cui BDI, BAT-20 (Body Attitude Test), EDI-2 o EDI-3 (con particolare attenzione alle scale Insoddisfazione corporea e Desiderio di magrezza), BUT (Body Uneasiness Test). Non manca l’uso di strumenti di psicodiagnostica per immagini volti ad indagare la percezione che il paziente ha della propria immagine e come vorrebbe essere (Silhouettes Figure Rating Scales).

L’assessment comprende anche l’uso di strumenti di videosimulazione digitale: vengono scattate foto ai pazienti che vengono successivamente videoproiettate ed analizzate insieme al terapeuta.

La BIMT prevede dei moduli specifici che riguardano le Rassicurazioni ed il Controllo, in cui vengono utilizzate tecniche di ristrutturazione cognitiva, ed il Face Focus e il Body Focus, in cui giocano un ruolo fondamentale l’esposizione allo specchio e la photo/video confrontation.

Poiché l’esposizione è un’attività fortemente ansiogena per il paziente, il protocollo prevede sia la valutazione ad inizio seduta del tono dell’umore (in modo da valutare se sia il momento adatto per sottoporre il paziente allo stress dell’esposizione) sia l’utilizzo di tecniche di rilassamento e respirazione. L’esposizione viene affiancata ad ulteriori tecniche cognitive, di mindfulness e ad un assessment emotivo.

Nella photo/video confrontation il paziente si confronta invece con la propria immagine manipolata digitalmente; per esempio nel caso di pazienti che soffrono di Anoressia Nervosa viene simulato l’aumento di peso temuto e l’immagine ottenuta viene discussa in seduta; per il paziente è anche l’occasione per sperimentare la possibilità di stare nel momento, dentro l’emozione che lo spaventa.

La BIMT dedica inoltre un modulo all’autostima, costrutto fortemente legato all’immagine corporea, andando ad indagare e a lavorare su quello che il paziente pensa di essere, come vorrebbe essere (o ritiene dovrebbe essere) e come gli altri pensano che sia.

In conclusione la BIMT lavora sugli aspetti cognitivi (come il paziente pensa di essere fisicamente), emotivi (come il paziente sente di essere fisicamente) ed ideali (come il paziente vorrebbe essere fisicamente) dell’immagine corporea, è un approccio in cui è evidente l’influenza del modello cognitivo-comportamentale, della mindfulness e dell’ACT, e che per la sua modularità ben si presta ad essere integrato all’interno di qualsiasi terapia che debba affrontare il tema dell’alterazione della percezione della propria immagine.

A settembre verrà riproposto il training di primo livello e a seguire il secondo ed il terzo livello con la conclusione del corso per marzo 2015. Per chi si occupa in particolare di Disturbo da Dismorfismo Corporeo o di Disturbi Alimentari la BIMT può sicuramente rappresentare un valido strumento da tenere nella propria cassetta degli attrezzi di psicoterapeuti.

 

ARTICOLO CONSIGLIATO:

Io non mi piaccio! Body Image Modular Therapy per i Disturbi dell’Immagine Corporea

Si parla di:
Categorie
SCRITTO DA
Valentina Davi
Valentina Davi

Coordinatrice di redazione di State of Mind

Tutti gli articoli
ARTICOLI CORRELATI
WordPress Ads
cancel