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I pericoli dell’attaccamento a un sogno rigido – Psicologia di Sogni e Aspirazioni

Il rigido sogno ideale può avere un impatto deleterio quando viene trasportato nelle relazioni affettive. Lì il sogno assume i contorni della coppia ideale.

Di Costanza Prinetti, Gabriele Caselli

Pubblicato il 04 Mar. 2014

PIANO DEL SOGNO PT. 3

Il sogno rigido.

Psicologia di Sogni e Aspirazioni

Immagine: Il sogno rigido - Bonsai your partner – © 2014 Costanza Prinetti
Immagine: Il sogno rigido – Bonsai your partner – © 2014 Costanza Prinetti

 

MONOGRAFIA PIANO DEL SOGNO

Il rigido sogno ideale può avere un impatto deleterio quando viene trasportato nel mondo delle relazioni affettive. Lì il sogno assume i contorni della coppia ideale. Ancora una volta si chiede al mondo che diventi più simile al nostro sogno piuttosto che cercare un livello di buon adattamento tra le aspirazioni e la realtà entro un moderato grado di tolleranza delle frustrazioni.

In aggiunta, questo tipo di rigido sogno si attacca a un’altra persona che ne viene contagiata, spesso controvoglia o senza accorgersene. Prendiamo l’impatto dell’attaccamento a un rigido sogno di coppia ideale che ha in mente Maria nella sua relazione con Marco.

Il primo rischio di Maria è quello di puntare costantemente l’occhio su ciò che non torna, sulla discrepanza tra il comportamento di Marco e il suo ideale (come un partner dovrebbe essere). Maria è costantemente insoddisfatta e un po’ critica. Marco finisce nella posizione di quello che non va mai bene, si sente irritato e sotto costante attacco, evita e si allontana per non essere criticato oppure reagisce rabbioso. Naturalmente sia il distacco che la lite sono cose che non rientrano nel sogno di una coppia serena di Maria, con conseguente incremento dei decibel e dei piatti rotti in cucina.

Non è detto che Maria continui con la recriminazione litigiosa, potrebbe anche cercare di fare la maestra: “se mi ama piano piano capirà, cambierà e costruiremo assieme questo sogno”. Questo quale? Quello di Maria, perché Marco in tali considerazioni non è contemplato. Maria quindi inizia la sua opera di graduale addestramento con sacrificio, sforzo e tante frustrazioni da sopportare. Marco dal canto suo si sente privo di voce, controllato e non riconosciuto, senza spazio di manovra e di espressione del proprio punto di vista. Manca la condivisione emotiva e la negoziazione (dove ciascuno cede qualcosa) verso un progetto comune. Maria ha fatto il suo carretto e lo guida verso la sua strada, Marco è un passeggero che può starsene buono a carico per evitare ogni perturbazione (e talvolta anche non occuparsi dei problemi quotidiani) oppure ribellarsi.

Infine, quando Marco non rispetta il piano dettato dal sogno non v’è solo la recriminazione. Maria può reagire anche in un altro modo: sviluppare la malattia autoimmune del sogno. Questa si traduce in una serie di giustificazioni e di minimizzazioni (“è stanco, è un periodo, devo solo reggere e lui cambierà, se mi impegno di più lui capirà ecc…“).

Se Marco la picchia, è stressato, non un violento. La realtà viene letta per salvare il sogno e l’investimento e così non s’impara che anche Marco esiste e che forse, nel bene e nel male, è diverso da come lei lo vuole o lo ha costruito.

Tutto questo ha una serie di costi per Maria: fatica (il sacrificio insoddisfatto stancherebbe chiunque), solitudine (non sento Marco vicino a me in questo progetto), rabbia (perché Marco nonostante gli sforzi non capisce e non aiuta). E intanto Marco potrebbe stancarsi e mollare tutto o anche solo rompere drasticamente il sogno.

Per esempio può esserci un tradimento del sogno, non necessariamente di natura sessuale. Un trauma improvviso e ingiusto per Maria che ora si sente senza nulla in mano dopo aver investito tanto. Una doccia fredda non contemplata perché le autoimmunizzazioni hanno intanto velato i segnali premonitori. Si apre il baratro di una separazione traumatica, ad andar bene un disturbo dell’adattamento.

Maria può iniziare a ruminare sulle proprie mancanze e su ciò che non ha visto, si arrabbia, sente l’ingiustizia subita. Infine può cadere nel vortice di “chi ha perso tempo inutilmente” e ha seguito una strategia che l’ha lasciata “senza nulla in mano“, ma soprattutto visto che anche la faticosa e impegnata perseveranza ha fallito, emerge anche la sensazione di essere persi, senza punti di riferimento. L’attaccamento al sogno ha reso impossibile sviluppare altri modi di relazionarsi. Maria non sa ora come può gestire diversamente un rapporto. Può attribuire il fallimento a sé (“non sono stata abbastanza brava“) o all’altro (“ho capito che era uno stronzo“).

Più difficile è vedere come il piano di attaccamento rigido al sogno abbia minato tutto il percorso e non ha mai concesso loro di stare veramente vicini. Pausa e distinguo: non poniamo certo tutto il carico di responsabilità su Maria, c’erano mille cose che Marco poteva fare per far sentire la sua voce, ma oggi scriviamo del problema di attaccamento al sogno ideale.

PIANO DEL SOGNO: PARTE 1 – PARTE 2

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SOGNI – SCOPI ESISTENZIALI – AMORE & RELAZIONI SENTIMENTALI

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BIBLIOGRAFIA:

 

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Gabriele Caselli
Gabriele Caselli

Direttore scientifico Gruppo Studi Cognitivi, Professore di Psicologia Clinica presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

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