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TIME: Mindfulness Revolution – Psicologia & Meditazione

La copertina del TIME del 3 febbraio è, come molti già sanno, stata dedicata alla Mindfulness Revolution che sta ormai da anni “colpendo” gli Stati Uniti.

Di Andrea Bassanini

Pubblicato il 26 Feb. 2014

 

 

 

Time Mindfulness revolutionLa copertina del TIME del 3 febbraio è, come molti già sanno, stata dedicata alla mindfulness. Ad essere più precisi, alla Mindfulness Revolution che sta ormai da anni “colpendo” gli USA.

L’autrice, Kate Pickert, racconta in primis la sua esperienza come partecipante ad un gruppo MBSR svolto a Chelsea (Manhattan) a New York.

Un aspetto che viene sottolineato molto bene dalla giornalista è che intendere la mindfulness solo come una “moda del momento” per acquietare la mente non sia il modo migliore per approcciarsi a questa forma di meditazione, che trae le proprie origini nelle antiche tradizioni del Buddhismo Theravada. Riprendendo le parole della Pickert: “If distraction is the pre-eminent condition of our age, then mindfulness, in the eyes of its enthusiasts, is the most logical response”.

Tanto logico, a quanto pare, che un report del 2007 della NIH (National Institutes of Health), dichiara che gli americani hanno speso circa 4$ bilioni in medicine alternative legate alla meditazione e alla mindfulness. Questo è un dato molto interessante per almeno due motivi, a mio parere.

Il primo, riguarda il fatto che la mindfulness sta veramente portando una “rivoluzione” che chiederà ai clinici della nostra generazione di fare i conti con la nostra “scienza” e a “allargare la prospettiva”, recuperando anche ciò che di prezioso esiste all’interno delle tradizioni orientali (Gunaratana, 1995).

Il secondo, invece, è un aspetto legato ai lati oscuri delle moda. La pratica di mindfulness è “una cosa seria”, non ha molto di mistico, richiede grande pazienza, costanza, autodisciplina e disponibilità a mantenere una pratica costante, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Chi propone questo tipo di “intervento” dovrebbe avere alle spalle una grande esperienza personale di pratica, poiché, come viene scritto nei libri “tecnici” di mindfulness, “le abilità di conduzione di un gruppo mindfulness provengono e vengono sviluppate e affinate dalla pratica personale”. La mindfulness non è una tecnica che si può imparare facendo shopping di libri e avendo sottomano le istruzioni delle varie pratiche previste all’interno del protocollo MBSR.

E’ vero che questo tipo di controllo su “chi offre cosa” è davvero impensabile.

L’articolo del TIME continua con una breve rassegna dell’impatto che la pratica di mindfulness sta avendo nella cultura e nell’ambito lavorativo statunitense. Riprendo solo alcuni dei dati forniti dalla giornalista del TIME.

Il gigante bancario Chase, propone ai suoi clienti pacchetti per “spend mindfully”, Negli USA, il Institute of Mindful Leadership “(…) explores mindful leadership training as a way to strengthen and cultivate four hallmarks of leadership excellence-focus, clarity, creativity and compassion”. Libri di self-help come il recente “Finding the Space to Lead: A Practical Guide to Mindful Leadership” non si riescono più a contare.

Negli ultimi anni, la Silicon Valley è diventato uno dei luoghi più affollati di training mindfulness. Come alcuni di voi sapranno, dal 2007 in quella zona high-tech del mondo viene organizzata una tappa della famosa conferenza per leader della tecnologia Wisdom 2.0 che ha come tagline “living with awareness, wisdom and compassion”. Nel 2007 ha accolto 235 partecipanti, nel 2014 ne aspettano circa 2000. Per citare solo alcuni dei grandi leader partecipanti a questa assemblea: Facebook, Twitter e Instagram.

Nel frattempo, un ingegnere di Google ha creato il programma Search Inside Yourself, un corso di sette settimane che viene offerto ai dipendenti di Moutain View quattro volte l’anno.

Per ultimo, Tim Ryan, membro della Camera dei Rappresentanti per lo Stato dell’Ohio è diventato una star all’interno dei sostenitori della mindfulness, da quando ha riservato $1 milione di grant federale per insegnare la mindfulness nelle scuole del suo Distretto.

Insomma, ormai la mindfulness in USA è entrata a far parte del mainstream. Resta ancora da comprendere quanto questa impressionante diffusione della mindfulness sia la moda del momento o se sia davvero portata avanti da persone preparate, qualificate e soprattutto che stabiliscono ogni giorno l’intenzione di praticare e di procedere nel proprio percorso personale di pratica di meditazione.

A quanto pare, questo è un vicolo da cui non possiamo uscire se non con l’onestà professionale e la preparazione.

Gli effetti benefici dovuti alla pratica di mindfulness si fanno vedere da soli alle persone che decidono di prendere la pratica di meditazione con valore, rispetto e disponibilità e costanza.

Concludo con le ultime righe dell’articolo del TIME.

In the months since, I haven’t meditated much, yet the course has had a small–but profound–impact on my life. I’ve started wearing a watch, which has cut in half the number of times a day I look at my iPhone and risk getting sucked into checking email or the web. When I’m at a restaurant and a dining companion gets up to take a call or use the bathroom, I now resist the urge to read the news or check Facebook on my phone. Instead, I usually just sit and watch the people around me. And when I walk outside, I find myself smelling the air and listening to the soundtrack of the city. The notes and rhythms were always there, of course. But these days they seem richer and more important”.

(traduzione: nei mesi successivi (alla mia partecipazione al training MBSR, ndT), non ho praticato molto, ma il corso ha avuto un piccolo – ma profondo – impatto sulla mia vita. Ho iniziato a mettermi l’orologio, che ha dimezzato il tempo di ogni giornata che passo a guardare il mio iPhone e rischiando di rimanere incastrata nel controllare le email e il web. (…) quando sono al ristorante e il mio commensale di alza per rispondere al telefono o per andare in bagno, adesso resisto all’impulso di leggere le news o di guardare Facebook sul mio telefono. Invece, rimango seduta e noto le persone intorno a me. E quando cammino, I ritrovo a annusare l’aria e ad ascoltare la “colonna sonora” della città. Le annotazioni, le cose da fare e i ritmi giornalieri, sono sempre là, ovviamente, ma queste giornate a me sembrano più ricche e importanti. )

 

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Psicologo - Spec. in Psicoterapia Cognitiva e Cognitivo-Comportamentale

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