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Il lato positivo (2012) Recensione. – Cinema & Psicologia

Silver Linings Playbook, Il lato positivo (2012). Il lato positivo racconta la storia di Pat (Bradeley Cooper) affetto da disturbo bipolare. #Psicologia

Di Valentina Costanzo

Pubblicato il 13 Gen. 2014

Aggiornato il 01 Set. 2015 13:23

 

 Recensione del film

Il lato positivo

Regia di David O. Russell

(2013)

 

LEGGI ANCHE: Recensione: Il Lato Positivo … di una tragicommedia psichiatrica

Il lato positivoIl lato positivo racconta la storia di Pat (Bradeley Cooper) affetto da disturbo bipolare.

La storia del protagonista comincia quando un giorno, rientrando a casa,  scopre la moglie fedifraga in compagnia del suo amante. Coincidenza vuole che, proprio in quel momento, dallo stereo uscisse la canzone del loro matrimonio.

Pat aggredisce e picchia violentemente l’amante di sua moglie.

Per questo motivo verrà rinchiuso in una clinica psichiatrica dalla quale verrà dimesso dopo qualche anno e tornerà a vivere con i suoi genitori, a patto che sia seguito da uno psichiatra e che prenda le medicine.

Pat continua a riattivarsi in maniera violenta ogni volta che risente la canzone del suo matrimonio. Risulta chiaro che non è associata più ad un evento piacevole ma ad un evento molto negativo.

Il suo psichiatra decide di lavorare su questo, perciò quando gli dà appuntamento per riceverlo presso il suo studio, in sala d’attesa decide di fare un esperimento e di mettere come sottofondo proprio quella canzone.

La reazione di Pat è nuovamente di aggressività profonda, tanto da agirla contro i mobili dello studio.

Lo psichiatra si rende conto di quanto sia ancora forte la reattività di Pat a tale stimolo e lo invita a trovare delle strategie per poter gestire questa rabbia e farla diventare qualcosa di funzionale.

Il protagonista non riesce a darsi pace della fine del suo matrimonio e, cercando di essere positivo, decide di voler riconquistare la sua ex-moglie -vista come la perfezione-e di diventare l’uomo che lei desidera utilizzando tutte le sue risorse. Vuole diventare preciso, affidabile, concreto.

Nel frattempo, tramite degli amici in comune, Pat conosce Tiffany (Jennifer Lawrence), una ragazza problematica e molto sola.

Tiffany ha una sessualità promiscua tale da averla fatta allontanare dal suo ufficio e da meritare anche lei un trattamento farmacologico. Lei, dark e molto misteriosa, utilizza il suo corpo per ammaliare e sedurre chiunque la circondi.

Tiffany decide di aiutare Pat nell’opera di riconquista della ex-moglie perfetta. Per farlo, decide di farsi aiutare da lui nella preparazione di un ballo in coppia. Per stimolarlo, finge di avere dei contatti con la ex-moglie di lui e si offre da tramite per uno scambio epistolare tra i due ex-coniugi.

Ciò che Pat non sa, ma che dopo scoprirà, è che quelle lettere sono scritte da Tiffany e non dalla sua ex-moglie.

Il lato positivo” piace e colpisce per la delicatezza e la sensibilità con cui viene raccontata la malattia mentale.

Malato è chi esplode, reagisce, chi non è perfetto, nonostante si lasci andare a quelle che Pat chiama “vibrazioni”, ovvero le emozioni.

Colpisce perchè solo due sono considerati i matti della vicenda, i due matti che, a differenza degli altri, riconoscono le loro fragilità, la loro sofferenza, si spalleggiano e alla fine, nell’accettazione della malattia, si innamoreranno l’uno dell’altra riscoprendo la felicità, la positività.

Ciò che fa sorridere è il contorno.

Il padre di Pat (Robert De Niro), così tanto centrato su se stesso da non riconoscere di essere pieno di superstizioni. Giocatore compulsivo, scommette su qualsiasi gioco e qualsiasi partita ci sia in tv.

La madre di Pat, dallo sguardo completamente perso e impegnata a fare la brava mamma e moglie.

La coppia di amici di Pat e Tiffany, presi dal commentare e giudicare le loro follie da non guardare da vicino il loro matrimonio, perfetto all’apparenza, ma caratterizzato da un’aggressività tanto latente quanto tagliente.

Il lato positivo è uno schiaffo alla perfezione.

Spinge ad andare oltre ciò che si vede, ma a concentrarsi su ciò che si sente.

E’ tanto lontano dall’apparenza, quanto vicino alla vera sostanza: la felicità.

Una curiosità: il titolo originale, “Silver Linings Playbook”, ovvero “Fodere d’argento”, rappresentano tutte le buone intenzioni che Pat decide di mettere in atto per riconquistare l’ex-moglie. Sceglie, per questo, di registrarle su un suo diario- il Playbook, utile strumento per segnare gli obiettivi prefissati e lavorare sul come raggiungerli.

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Valentina Costanzo
Valentina Costanzo

Psicologa, psicodiagnosta

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