I soggetti che all’inizio dello studio consideravano la loro salute influenzata in maniera significativa dallo stress, hanno avuto più del doppio del rischio di attacco cardiaco rispetto a coloro che percepivano un minore impatto dello stress sulla loro salute.
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Le persone che credono che lo stress abbia un impatto negativo sulla loro salute sono anche coloro che sarebbero più a rischio di attacco cardiaco, secondo una nuova ricerca pubblicata sulla rivista European Heart Journal.
Lo studio ha seguito più di 7.000 soggetti a partire dal 1991 per circa 18 anni: nel corso di questo periodo di tempo si sono verificati 352 attacchi cardiaci all’interno del campione. Ai partecipanti è stato chiesto (su una scala Likert) nel 1991 in che misura ritenessero che lo stress sperimentato nella loro vita potesse influenzare o avere influenzato la loro salute.
Sono stati indagati inoltre altri fattori relativi allo stile di vita, come il fumo, il consumo di alcol, la dieta e livelli di attività fisica, oltre che informazioni mediche, come la pressione arteriosa, il diabete, l’indice di massa corporea.
I dati della National Health Service inglese hanno permesso ai ricercatori di seguire i partecipanti per gli anni successivi per verificare l’occorrenza di attacchi cardiaci.
Dalle analisi statistiche è emerso che i soggetti che hanno riferito all’inizio dello studio che la loro salute era influenzata in maniera significativa dallo stress hanno avuto più del doppio del rischio di attacco cardiaco rispetto a coloro che percepivano un minore impatto dello stress sulla loro salute.
Questa analisi permette di prendere in considerazione le differenze individuali nella risposta allo stress e in particolare evidenzia l’associazione tra la credenza di quanto lo stress possa impattare sulla salute e il rischio di un attacco cardiaco, al netto di fattori biologici, abitudini non salutari e di altri fattori psicologici.
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Tra i limiti dello studio, oltre alla scarsa rappresentatività del campione (che ha incluso solo dipendenti pubblici e non altre categorie professionali), vi è anche la carenza di ulteriori indagini più fini dal punto di vista psicologico che possano indagare meglio le credenze naives sullo stress così come la presenza di disturbi psicopatologici nei partecipanti.
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BIBLIOGRAFIA:
- Hermann Nabi, Mika Kivimäki, G David Batty, Martin J Shipley, Annie Britton, Eric J Brunner, Jussi Vahtera, Cédric Lemogne, Alexis Elbaz, Archana Singh-Manoux.”Increased risk of coronary heart disease among individuals reporting adverse impact of stress on their health: The Whitehall II prospective cohort study“, European Heart Journal. doi:10.1093/eurheartj/eht216