
Le nostre pretese possono essere classificate non solo in base al contenuto ma anche in base alla loro natura nel processo evolutivo dell’individuo.
LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI SU: DOVERIZZAZIONE
Vediamo quali sono le tre grandi tipologie di pretese:
Pretese pure: dipendono da un percorso di scarso allenamento alla frustrazione. Sono tipiche per esempio dei bambini viziati o abituati ad aver tutto concesso. In questo modo il bisogno di essere educati ai limiti realistici, necessario per sviluppare una buona capacità di adattamento, non è sviluppato. I genitori sono tutori assoluti e il bambino non cresce nella necessaria abilità di sostenere i “no” e i rifiuti.
LEGGI ANCHE ARTICOLI SU: BAMBINI E ADOLESCENTI
Le pretese pure non si sviluppano come tentativo di far fronte a ciò che l’individuo percepisce come una minaccia, ma come una naturale espressione del modo di essere e di rapportarsi con gli altri appreso durante l’infanzia(es: basta pretendere che poi la soddisfazione arriva). Allo stesso modo non si sviluppa l’attitudine a considerare gli stati mentali altrui, a negoziare con i bisogni altrui e accettare che in questa negoziazione nessuno vince tutto il banco.

Pretese fragili: al contrario delle precedenti nascono come protezione da una minaccia. In questo caso, la pretesa ha lo scopo di evitare anche il minimo rischio di finire in un dolore (conosciuto o meno in passato), vissuto come terribile e che non si è più disposti a toccare. Si tratta per esempio di persone con tratti di narcisismo in cui l’aspetto grandioso e di pretesa di riconoscimento ha il solo scopo di tutelare la sensazione di inadeguatezza o deprivazione affettiva.
Pretese dipendenti: la costruzione delle pretese dipendenti è più complesso dei precedenti. In questa categoria si raccolgono tutte quelle pretese che nascono dalla percezione di essere a credito rispetto agli altri e al mondo. Alcuni individui possono aver scelto nella loro vita un piano di fatica e impegno per occuparsi degli altri, ottenere successo, soddisfare le aspettative dei genitori. Questo come un dovere autoimposto che li ha spinti a seguire regole assolute senza metterle mai in discussione. La conseguenza è vivere ciechi ai propri bisogni e desideri, schiacciati dai doveri e aspettative altrui. E dopo tutto questo la persona si mette a credito, in attesa della ricompensa giusta o dovuta.
LEGGI ANCHE ARTICOLI SU: CREDENZE – BELIEFS
Per esempio l’attesa è che gli altri (1) si sacrifichino allo stesso modo, seguendo cioè i medesimi doveri, (2) siano obbligati ad offrire il premio atteso per l’enorme sforzo profuso (riconoscimento costante, attaccamento eterno, successo totale). Purtroppo però questa trasposizione dei propri doveri o delle proprie regole condizionate sulle altre persone (es: se io faccio X allora gli altri mi daranno Y) non funziona. Semplicemente perché gli altri possono (1) non vedere i propri sforzi, (2) non avere le medesime regole, (3) occuparsi legittimamente dei propri diritti.
Facciamo un piccolo esempio:
– Io sono più bravo, e mi sono impegnato. Avrebbe dovuto scegliere me per quel lavoro
– E cosa le dice che il suo capo avrebbe scelto in base alla bravura e all’impegno?
– Non è così?
– Possiamo fare qualche altra ipotesi? Mettiamo che sappia che lei è più bravo e si è impegnato di più. Come mai potrebbe aver scelto comunque l’altro?
– L’altro è un chiacchierone, gli è di certo più simpatico e gli da sempre ragione.
– Anche questi sono criteri che una persona può usare, nonostante per lei non siano corretti.
LEGGI ANCHE ARTICOLI SU: DISPUTING E RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA
In sintesi, le pretese possono avere strutture diverse che delineano obiettivi diversi…
LEGGI ANCHE ARTICOLI SU: DOVERIZZAZIONE – DISPUTING E RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA – CREDENZE – BELIEFS
BIBLIOGRAFIA:
- Young, J.E., Klosko, J.S. & Weishaar, M.E. Schema Therapy. A Pratictioner’s Guide. New York: Guildford Press.