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Pavor Nocturnus: Fantasia o Realtà?

Pavor Nocturnus: bambini in età prescolare con persistenti episodi di pavor nocturnus sono poco in grado di distinguere realtà e fantasia.

Di Serena Mancioppi

Pubblicato il 29 Nov. 2012

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Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

Pavor Nocturnus: bambini in età prescolare con persistenti episodi di pavor nocturnus sono poco in grado di distinguere realtà e fantasia.

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La maggior parte dei bambini sperimentano paure notturne ad un certo punto del loro sviluppo, e se la maggior parte di loro riesce a risolverli senza alcun intervento professionale, altri lottano a lungo con queste paure, con in rischio di sviluppare disturbi d’ansia più tardi nella vita.

Come parte di un grande progetto sul pavor nocturnus finanziato dall’Israeli Science Foundation, il Prof. Avi Sadeh della Tel Aviv University’s School of Psychological Sciences, sta esplorando come queste paure si inseriscono nel normale processo di sviluppo e quando diventano problematiche. Insieme ai suoi collaboratori ha scoperto che la capacità del bambino di distinguere la realtà dalla finzione ha un impatto enorme sul superamento del terrore di ciò che si può incontrare nella notte.

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Nel loro studio i ricercatori hanno scoperto che bambini in età prescolare con persistenti pavor nocturnus erano molto meno in grado di distinguere la realtà dalla fantasia rispetto ai loro coetanei

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Per i bambini piccoli, che stanno che stanno ancora sviluppando la capacità di distinguere la realtà dalla fantasia, andare a letto può essere una sfida importante. Infatti, in molti casi è l’unico momento della giornata in cui sono lasciati soli ad affrontare i loro pensieri, sentimenti e le paure; ed è proprio in questi momenti che l’immaginazione corre.

Per testare l’ipotesi che la confusione tra fantasia e realtà ha un forte impatto sulle paure notturne, i ricercatori hanno valutato bambini di quattro-sei anni – 80 con diagnosi di grave pavor nocturnus e 32 con sviluppo più normale – rispetto alla loro capacità di separare la realtà dalla finzione, sulla base delle dichiarazioni dei genitori e di un’intervista standardizzata. 

I risultati indicano che i bambini con paure notturne (pavor nocturnus) più intense erano significativamente meno in grado di distinguere la realtà dalla fantasia. Come previsto sulla base della fase di sviluppo dei bambini, i bambini più piccoli raggiungevano un punteggio più basso rispetto a quelli più grandi. Più basso era il punteggio, i più gravi erano gli episodi di pavor nocturnus del bambino.

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 Secondo il Prof. Sadeh, la confusione tra fantasia e realtà può essere utilizzata anche per aiutare i bambini a superare le paure. I genitori e i medici possono utilizzare questa affinità con l’immaginario a beneficio del bambino.

“Mandiamo ai bambini segnali contrastanti dicendo loro che i mostri non sono reali, ma allo stesso tempo gli raccontiamo della fatina dei denti”, spiega il Prof. Sadeh.

Dire a un bambino che la sua paura non è realistica non basta a risolvere il problema: Sadeh consiglia di utilizzare la fervida immaginazione del bambino come risorsa nel  trattamento, per esempio aiutandolo ad immaginare un mostro apparentemente minaccioso come una figura bonaria con la quale è possibile interagire amichevolmente, o inducendolo a prendersi cura e a rassicurare un cucciolo, un peluche per esempio, triste e spaventato.  Poiché questo intervento dipende dalla possibilità del bambino di credere alla storia del cucciolo e assumere un ruolo compassionevole, funziona meglio per i bambini con maggiore immaginazione.

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Serena Mancioppi

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Cognitivo-Evoluzionista

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