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Oliver Sacks: che cosa le allucinazioni rivelano delle nostre menti (TED Talk)

Oliver Sacks: che cosa le allucinazioni rivelano delle nostre menti (TED Talk) - Il neurologo parla della Sindrome di Charles Bonnet.

Di Flavio Ponzio

Pubblicato il 22 Nov. 2012

Aggiornato il 29 Mar. 2017 09:52

Il neurologo e autore Oliver Sacks porta la nostra attenzione sulla sindrome di Charles Bonnet — persone con problemi visivi che hanno allucinazioni nitide. Descrive le esperienze dei suoi pazienti con dettagli appassionati e ci conduce all’interno della biologia di questo fenomeno poco riportato.

TRATTO DA: TED Talks (Creative Commons Licence 3.0)

 

TRASCRIZIONE E TRADUZIONE: 

Vediamo con gli occhi. Ma vediamo anche con il cervello. Il vedere con il cervello si chiama spesso immaginazione. E abbiamo familiarità con i paesaggi della nostra immaginazione, i nostri ‘paesaggi interiori’. Ci abbiamo convissuto per tutta la vita. Ma esistono anche le allucinazioni. E le allucinazioni sono completamente diverse: non sembrano essere una nostra creazione. Non sembrano sottostare al nostro controllo. Sembrano venire dall’esterno, e [sembrano] imitare la percezione.

 

Così parlerò delle allucinazioni. E di un particolare tipo di allucinazione visiva che vedo tra i miei pazienti. Alcuni mesi fa ho ricevuto una telefonata da una casa di cura per anziani in cui lavoro. Mi hanno detto che una delle ospiti, un’anziana signora ultra novantenne, vedeva delle cose. E si chiedevano se avesse perso qualche rotella. O, dato che era una signora anziana, se avesse avuto un ictus, o se soffrisse di Alzheimer.

 

Così mi hanno chiesto se potevo andare a visitare Rosalie, l’anziana signora. Sono andato a trovarla. Era immediatamente evidente che era perfettamente sana, lucida e con una buona intelligenza. Ma era molto allarmata, e molto sconcertata, perché vedeva delle cose. E mi disse — le infermiere non mi avevano menzionato questa cosa — che era cieca, che era completamente cieca, a causa della degenerazione maculare, da cinque anni. Ma ora, negli ultimi giorni, stava vedendo delle cose.

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Così le chiesi: “Che tipo di cose?” E lei mi disse: “Persone con vestiti orientali, con drappi, che salgono e scendono le scale. Un uomo che si volta verso di me e sorride. Ma ha dei denti enormi in un lato della bocca. Anche animali. Vedo un edificio bianco. Sta nevicando, una neve soffice. Vedo questo cavallo, con i finimenti, che trascina via la neve. Poi, una notte, la scena cambia. Vedo gatti e cani che vengono verso di me. Arrivano fino ad un certo punto e poi si fermano. Poi cambia ancora. Vedo tanti bambini. Stanno salendo e scendendo le scale. Indossano [vestiti] di colori sgargianti, rosa e blu, come i vestiti orientali.”

 

A volte, mi disse, prima che la gente entri può avere un’allucinazione di quadrati rosa e blu sul pavimento, che sembrano salire fino al soffitto. Dissi: “È come un sogno?” E lei mi disse: “No, non è come un sogno, è come un film.” Disse: “C’è il colore. C’è il movimento. Ma è completamente silenzioso, come un film muto.” E mi disse che era un film piuttosto noioso. Mi disse: “Tutte queste persone con vestiti orientali, che vanno su e giù: molto ripetitivo, molto limitato.” (Risate)

 

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La signora ha senso dell’umorismo. Sapeva che era un’allucinazione. Ma era spaventata. Aveva vissuto per 95 anni e non aveva mai avuto allucinazioni prima. Disse che le allucinazioni non erano legate a niente di ciò che stava pensando o sentendo o facendo. Che sembrava che venissero da sole, o scomparissero [da sole]. Non le controllava. Disse che non riconosceva nessuna delle persone o dei luoghi che vedeva nelle allucinazioni. E che nessuna delle persone o degli animali, bene, sembravano tutti incuranti di lei. E non sapeva cosa stesse succedendo. Si chiedeva se stesse diventando matta, o perdendo la testa.

 

Bene, l’ho visitata accuratamente. Era un’anziana signora brillante. Perfettamente sana. Non aveva problemi di salute. Non stava assumendo nessuna medicina che potesse causare allucinazioni. Ma era cieca. E allora le dissi: “Penso di sapere che cos’ha.” Dissi: “C’è una forma speciale di allucinazione visiva che può accompagnare il deterioramento della vista, o la cecità.” “È stata originariamente descritta,” dissi, “nel Diciottesimo secolo, da un uomo chiamato Charles Bonnet. Lei ha la sindrome di Charles Bonnet. Non c’è niente che non va nel suo cervello. Non c’è niente che non va nella sua mente. Lei ha la sindrome di Charles Bonnet.”

 

Era molto sollevata, di non avere niente di serio, e anche molto curiosa. Chiese: “Chi è questo Charles Bonnet?” Disse: “L’aveva anche lui?” E disse: “Dica a tutte le infermiere che ho la sindrome di Charles Bonnet.” (Risate) “Non sono pazza, non sono demente. Ho la sindrome di Charles Bonnet.” Così lo dissi alle infermiere.

 

Ora, questa per me è una situazione comune. Lavoro per lo più in ospizi. Vedo molte persone anziane che sono audiolese o videolese. Circa il 10 per cento delle persone audiolese hanno allucinazioni musicali. E circa il 10 per cento delle persone videolese ha allucinazioni visive. Non è necessario essere completamente ciechi, è sufficiente avere la vista compromessa.

 

Ora, secondo la descrizione originale del 18mo secolo, Charles Bonnet non aveva queste allucinazioni: ma suo nonno ne aveva. Suo nonno era un magistrato, una persona anziana. Era stato operato di cataratta. La sua vista era molto scarsa. E nel 1759 descrisse a suo nipote varie cose che stava vedendo.

 

La prima cosa che disse fu che vedeva un fazzoletto sospeso a mezz’aria. Era un grande fazzoletto blu con quattro cerchi arancioni. E sapeva che era un’allucinazione. Non ci sono fazzoletti sospesi a mezz’aria. Poi vide una grande ruota a mezz’aria. Ma a volte non era sicuro se le sue visioni fossero o meno allucinazioni, perché le allucinazioni si potevano adattare al contesto della visione. Ad esempio una volta, quando le sue nipoti li stavano visitando, disse: “Chi sono questi bei ragazzi che sono con voi?” E loro risposero: “Ahimè, nonno, non ci sono bei ragazzi.” E allora i bei ragazzi scomparvero. È tipico di queste allucinazioni che possano comparire in un lampo e scomparire in un lampo. Di solito non aumentano e non si affievoliscono in modo graduale. Arrivano all’improvviso. E cambiano all’improvviso.

 

Charles Lullin, il nonno, vedeva centinaia di figure diverse, paesaggi diversi di ogni tipo. Una volta vide un uomo in accappatoio che fumava una pipa, e si rese conto di vedere se stesso. Questa fu l’unica figura che riconobbe. Un’altra volta, mentre stava camminando per le strade di Parigi, vide — e questa era reale — un’impalcatura. Ma quando tornò a casa vide una miniatura dell’impalcatura alta sei pollici, sul tavolo del suo studio. Questo ripetersi di una percezione a volte viene chiamato palinopsia.

 

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Con lui, e con Rosalie, cosa sembra stia accadendo? — anche Rosalie chiedeva: “Che cosa sta succedendo?” — Io le dissi che quando si perde la vista, quando le parti del cervello preposte alla vista non ricevono più nessun input, diventano iperattive ed eccitabili. E iniziano ad accendersi spontaneamente. E si comincia a vedere delle cose. Le cose che si vedono possono essere davvero molto complicate.

 

Con un’altra delle mie pazienti, che, [come Charles Lullin, ancora] vedeva qualcosa, le visioni che aveva potevano essere inquietanti. Una volta disse che aveva visto un uomo con una camicia a strisce al ristorante. Che si era girato. E quindi si era diviso in sei figure identiche con la camicia a righe, che avevano cominciato ad andare verso di lei. E poi le sei figure si erano ricomposte di nuovo, come una piccola fisarmonica. Una volta, mentre stava guidando, o meglio, suo marito stava guidando, la strada si era divisa in quattro. E si era sentita come se stesse percorrendo simultaneamente le quattro strade.

 

Aveva delle allucinazioni molto mobili. Molte di esse avavano a che fare con una macchina. A volte poteva vedere un ragazzino seduto sul cofano dell’auto, era molto tenace e si muoveva in modo piuttosto aggraziato quando l’auto voltava. E quando si fermavano, il ragazzo poteva improvvisamente muoversi in verticale, fino ad un’altezza di 100 piedi, e poi scomparire.

 

Un’altra delle mie pazienti aveva un diverso tipo di allucinazioni. Questa donna non aveva problemi agli occhi, ma, nella parte preposta alla vista del suo cervello, aveva un piccolo tumore, nella corteccia occipitale. E, soprattutto, vedeva dei cartoni animati. Questi cartoni erano trasparenti e coprivano metà del campo visivo, come uno schermo. Vedeva specialmente cartoni di Kermit la Rana. (Risate) Ora, io non guardo il Muppet Show. Ma lei puntualizzò: “Perché Kermit?” disse: “Kermit la Rana non significa niente per me. Sa, stavo pensando ai determinanti freudiani. Perché Kermit? Kermit la Rana non significa niente per me.”

 

Non le importava molto dei cartoni. Ciò che la disturbava era che aveva immagini o allucinazioni molto persistenti di volti e come con Rosalie, i volti erano spesso deformati, con denti molto grandi, o occhi molto grandi. E questi [volti] la spaventavano. Bene, che cosa sta succedendo a queste persone? Come medico, devo cercare di definire ciò che sta succedendo, e rassicurare le persone. Devo specialmente rassicurarle sul fatto che non stanno diventando pazze.

 

Qualcosa come il 10 per cento, come ho detto, delle persone videolese ha queste allucinazioni. Ma non più dell’un per cento delle persone lo riconosce. Perché hanno paura di essere considerati pazzi, o qualcosa di simile. E se ne parlano con i loro dottori possono avere una diagnosi errata.

 

In particolare, l’idea è che se vedi delle cose o senti delle cose, stai impazzendo. Ma le allucinazioni psicotiche sono molto diverse. Le allucinazioni psicotiche, sia quelle visive che quelle auditive, si rivolgono a te. Ti accusano. Ti seducono. Ti umiliano. Si prendono gioco di te. Tu interagisci con loro. Non c’è questa caratteristica dell’essere rivolte alla persona, nelle allucinazioni di Charles Bonnet. C’è un film. State vedendo un film che non ha niente a che vedere con voi. Così è come le persone le percepiscono.

 

C’è anche una cosa rara chiamata epilessia del lobo temporale. E a volte, se una persona ne soffre, si può sentire trasportata indietro ad un tempo ed un luogo nel passato. Siete ad un particolare incrocio. Sentite profumo di castagne arrostite. Sentite il traffico. Tutti i sensi sono coinvolti. E state aspettando la vostra ragazza. Ed è quel giovedì sera del 1982. Le allucinazioni del lobo temporale sono allucinazioni multi-sensoriali, piene di sentimenti, piene di cose familiari, ubicate nello spazio e nel tempo, coerenti, coinvolgenti. Le allucinazioni di Charles Bonnet sono molto diverse.

 

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Così nelle allucinazioni di Charles Bonnet, avete ogni tipo di livello, dalle allucinazioni geometriche, i quadrati rosa e blu che vedeva quella donna, fino ad allucinazioni molto elaborate con figure, e soprattutto volti. I volti, a volte deformati, sono una delle cose più comuni in queste allucinazioni. E la seconda cosa più ricorrente sono i cartoni.

 

Ma allora, cosa sta succedendo? In modo affascinante, negli ultimi anni, è stato possibile ricostruire l’immagine funzionale del cervello, fare la risonanza magnetica funzionale alle persone che stavano avendo delle allucinazioni. E trovare infatti che si attivano parti diverse del cervello visivo mentre stanno avendo le allucinazioni. Quando le persone hanno queste semplici allucinazioni geometriche, si attiva la corteccia visiva primaria. Questa è la parte del cervello che percepisce i confini e gli schemi. Non si formano immagini con la corteccia visiva primaria.

 

Quando si formano le immagini, è coinvolta una parte superiore della corteccia visiva nel lobo temporale. E in particolare, un’area del lobo temporale che è chiamata la circonvoluzione fusiforme. È noto che se le persone hanno la circonvoluzione fusiforme danneggiata, possono perdere la capacità di riconoscere i volti. ma se c’è un’attività anomala nella circonvoluzione fusiforme, si possono avere allucinazioni di volti. Questo è esattamente ciò che si trova in alcune di queste persone. C’è un’area nella parte anteriore di questa circonvoluzione in cui si formano le immagini dei denti e degli occhi. Questa parte della circonvoluzione si attiva quando la gente ha allucinazioni di volti deformati.

 

C’è un’altra parte del cervello che si attiva specialmente quando una persona vede dei cartoni animati. Si attiva quando si riconoscono i cartoni, quando si disegnano i cartoni, e quando si vedono nelle allucinazioni. È molto interessante che ciò sia così specifico. Ci sono altre parti del cervello che sono coinvolte specificamente con il riconoscimento e le allucinazioni di edifici e paesaggi.

 

Intorno al 1970 si è scoperto che non c’erano solo particolari parti del cervello [coinvolte], ma particolari cellule. le “cellule volto” furono scoperte intorno al 1970. Ora sappiamo che ci sono centinaia di altri tipi di cellule, che possono essere molto molto specifiche. Così non solo si possono avere cellule “auto”, ma anche cellule “Aston Martin”. (Risate) Ho visto una Aston Martin questa mattina, dovevo inserirla nel discorso. Ed ora è qui da qualche parte. (Risate)

 

Ora, a questo livello, in quella che è chiamata circonvoluzione temporale inferiore, ci sono solo immagini visive, o invenzioni o frammenti. È solo ad un livello più alto che intervengono gli altri sensi e ci sono le connessioni con la memoria e le emozioni. Nella sindrome di Charles Bonnet non si arriva a questi livelli più alti. Siamo in quei livelli della corteccia visiva inferiore in cui ci sono migliaia e decine di migliaia e milioni di immagini, o immagini di fantasia o frammenti di immagini di fantasia, tutte codificate a livello neurale, in cellule particolari o in piccoli agglomerati di cellule.

 

Normalmente queste sono tutte parti del flusso integrato della percezione, o dell’immaginazione. E non se ne è consci. È solo se una persona è videolesa, o cieca, che il processo è interrotto. E invece di avere una normale percezione, si ha un’anarchica, convulsa stimolazione, o rilasco, di tutte queste cellule visive, nella circonvoluzione temporale inferiore. Così, improvvisamente, vedete una faccia. Improvvisamente vedete una macchina. Improvvisamente questo e improvvisamente quello. La mente fa del suo meglio per organizzare, e dare una qualche coerenza a tutto ciò. Ma senza un grande successo.

 

Quando queste [allucinazioni] furono descritte per la prima volta si pensò che potessero essere interpretate come sogni. Ma di fatto le persone dicevano, “Non riconosco le persone. Non riesco a fare nessuna associazione.” “Kermit non significa niente per me.” Non si arriva da nessuna parte considerandole come sogni.

 

Bene, ho più o meno detto quello che volevo. Penso di voler solo riassumere e dire che ciò è comune. Pensate al numero delle persone cieche. Devono esserci centinaia di migliaia di persone cieche che hanno queste allucinazioni, ma hanno troppa paura di parlarne. Così questa cosa ha bisogno di essere portata alla luce, per i pazienti, per i dottori, per il pubblico. Infine, penso che siano infinitamente interessanti, e preziose, perché ci danno un quadro di come lavora il cervello.

 

Charles Bonnet disse, 250 anni fa — si chiedeva come, pensando a queste allucinazioni, come, per dirlo con le sue parole, “il teatro della mente potesse essere generato dal macchinario del cervello”. Ora, 250 anni dopo, penso che stiamo cominciando a intravvedere come ciò viene fatto. Grazie mille!

 

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(Applauso)

 

Chris Anderson: È stato magnifico. Molte grazie. Ha parlato di queste cose con così tanta profondità ed empatia per i suoi pazienti. Ha sperimentato qualcuna delle sindromi di cui scrive?

 

Oliver Sacks: Temevo che me lo chiedesse. (Risate) Beh, sì, molte. In realtà sono un po’ videoleso. Son cieco in un occhio, e l’altro non vede molto bene. Ed ho le allucinazioni geometriche. Ma si fermano qui.

 

C.A.: E non la disturbano? Dato che lei sa cosa le causa, ciò non la preoccupa?

 

O.S.: Bene, non mi disturbano più del mio acufene. Che ignoro. A volte mi interessano. Ed ho molti loro disegni nei miei taccuini. Ho fatto una risonanza magnetica funzionale per vedere come la mia corteccia visiva prende il controllo. E quando vedo questi esagoni e cose complesse, che ho anche, nell’emicrania visiva, mi chiedo se tutti vedono cose come queste, e se cose come l’arte preistorica, o l’arte ornamentale possano derivarne in parte.

 

È stato un discorso molto affascinante. Grazie mille per averlo condiviso

 

O.S.: Grazie. Grazie. (Applausi)

 

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FONTE:  © TED Talks 2009 – Materiale riprodotto in ottemperanza della Licenza d’uso Creative Commons 3.0

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Flavio Ponzio
Flavio Ponzio

Direttore operativo di State of Mind

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