Sviluppi traumatici di Giovanni Liotti e Benedetto Farina è la più recente esposizione del modello di terapia cognitiva-evoluzionista.
Il libro è uscito nel 2011 per Cortina editore. In questa edizione gli autori riespongono, sviluppandoli, i principi strutturali di questo modello: l’attenzione per le basi neurali ed evolutive dell’attività mentale e dei suoi disturbi, il tentativo di conciliare queste basi con una visione cognitiva e quindi rappresentazionale e computazionale dell’attività mentale e infine la proposta della dissociazione come processo patologico centrale.
Il merito principale dell’ipotesi evoluzionista è di tenere conto che, dopo i più recenti modelli connessionisti costruiti con i dati provenienti dallo studio neuroanatomico del cervello, non è più possibile mantenere un modello teorico puramente computazionale della mente, sia nella forma del computazionalismo clinico e un po’ ingenuo di Beck che nelle forme sofisticate del primo Fodor. Inoltre, lo sforzo del secondo autore Farina è stato di avere aggiunto alla passione teorica di Liotti l’attenzione per la clinica e per il processo terapeutico.
La terapia, per Liotti e Farina, rispecchia la loro ipotesi psicopatologica. Il disturbo emozionale deriva da uno sviluppo emotivo non corretto, favorito da una relazione di accudimento dolorosa se non addirittura traumatica. Questa dolorosa situazione relazionale ed emotiva genera un mancato sviluppo cognitivo delle funzioni superiori, cosicché il soggetto non è in grado di gestire piani di vita complessi che soddisfino i bisogni individuali. La conseguenza è lo sviluppo di vari disturbi emotivi che oscillano dall’ansia fino ai casi più gravi dell’impulsività e della dissociazione.
Ma questo libro ha anche un altro merito: questa volta Liotti e Farina hanno compiuto un significativo passo avanti nel loro percorso di definizione di quali siano i principi pratici ed esecutivi della terapia cognitivo-evoluzionista. Liotti e Farina sottolineano il valore curativo della relazione interpersonale paritetica tra terapeuta e paziente, relazione che poi innescherebbe la crescita di facoltà metacognitive più sofisticate di quelle a disposizione del paziente prima della terapia. Questo principio terapeutico è sicuramente utile e empiricamente forte e si ricollega al precedente libro di area cognitivo-evoluzionista, il Manuale AIMIT di Liotti e Monticelli (2008). In quel libro era particolarmente apprezzabile la volontà di definire le interazioni armoniche e disarmoniche in terapia.
Dal punto di vista clinico credo che l’aspetto più sofisticato della proposta di Liotti e Farina sia la loro distinzione tra funzione cooperativa e paritetica della terapia e funzione di accudimento. Questa distinzione fa si che la terapia non si riduca mai a una semplice rigenitorializzazione vicaria. Cooperare è un’attività da pari a pari e non corrisponde ad accudire.
Il passo successivo che ci aspettiamo da Liotti e Farina è un manuale ancora più pratico e dettagliato di gestione della relazione terapeutica sulla base dei sistemi motivazionali. In ogni caso, “Sviluppi traumatici” è già un passo avanti verso una maggiore definizione terapeutica di di una linea di riflessione teorica e di ricerca empirica ormai matura.
BIBLIOGRAFIA:
- Liotti, G., Farina B. (2011). Sviluppi Traumatici. Eziopatogenesi, clinica e terapia della dimensione dissociativa. Milano: Cortina Editore.
- Liotti, G., Monticelli F. (2008). I sistemi motivazionali nel dialogo clinico. Il manuale AIMIT. Milano: Cortina Editore.