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Recensione di Terapia Metacognitiva dei disturbi d’Ansia e della Depressione. (A. Wells)

Psicoterapia e Scienza: Recensione del saggio Terapia Metacognitiva dei disturbi d’ansia e della depressione, di Adrian Wells

Di Gabriele Caselli

Pubblicato il 03 Mag. 2012

Aggiornato il 08 Mag. 2012 19:57

 

Tra gli emergenti sviluppi della ricerca in psicologia clinica la Terapia Metacognitiva (Metacognitive Therapy – MCT) di Adrian Wells copre un ruolo di primo piano nel panorama scientifico internazionale.

Wells: Terapia Metacognitiva dei disturbi d'Ansia e della Depressione. Recensione a cura di Gabriele Caselli. - Immagine: Eclipsi Editore
A. Wells: Terapia Metacognitiva dei disturbi d'Ansia e della Depressione. Ed. it. a cura di: Gabriele Melli. Eclipsi Editore

Da qualche mese è finalmente disponibile in italiano il primo manuale che descrive con stile chiaro e pragmatico la teoria e la pratica della Terapia Metacognitiva, una forma di trattamento che vuole essere una evoluzione delle terapie cognitive e comportamentali e distinguersi da queste, siano esse di seconda o terza generazione. Un’unica base rimane comune: l’orientamento pragmatico e scientifico (evidence-based).

Il volume nasce dopo oltre vent’anni di ricerca che ha esplorato i fondamenti teorici e clinici del modello metacognitivo. Questo è certamente il principale punto di forza della MCT, specie in un contesto scientifico e culturale dove troppo spesso si costruiscono assunti sulla base di considerazioni personali e si lascia alla ricerca il ruolo di misuratore di efficacia. Adrian Wells, paziente e pragmatico, arriva a formulare un manuale dopo quasi duecento pubblicazioni internazionali che ne consolidano i punti di riferimento teorici, riscoprendo un connubio tra psicologia cognitiva e psicoterapia cognitiva che da troppo tempo era andato perduto.

Si legge nella sua prefazione all’opera che le cognizioni sono importanti e che i pensieri hanno un forte impatto sul benessere psicologico. Questa è la base della psicoterapia cognitiva. Però i pensieri vanno e vengono. Tutti noi abbiamo quotidianamente una moltitudine di pensieri negativi ma solitamente scompaiono. Questo perché selezioniamo a quali pensieri dare importanza e adottiamo diverse strategie di risposta ai nostri pensieri. La questione psicopatologica secondo la MCT è proprio la modalità con cui ognuno di noi si relaziona con le proprie esperienze interne.

La Terapia Metacognitiva (MCT): intervista con il Prof. Adrian Wells.
Articolo consigliato: La Terapia Metacognitiva (MCT): intervista con il Prof. Adrian Wells.

Le terapie cognitive hanno attribuito una grande importanza al contenuto dei pensieri e delle convinzioni nucleari, considerandole l’elemento chiave dei disturbi psicologici. Per la MCT non è esaustivo attribuire agli schemi mentali quali ‘sono un fallimento’ o ‘sono vulnerabile’ la responsabilità di un disturbo psicologico. Questi schemi (o convinzioni nucleari) si attivano in ciascuno di noi in diversi momenti , non sono esclusivi dei disturbi psicologici e possono attivare varie risposte cognitive e comportamentali. Per esempio innanzi all’idea di essere dei falliti possiamo lavorare più duramente, pensare nuove strategie, cambiare scopi o mettere in discussione questa idea. Solo alcune risposte cognitive a questi schemi risultano disfunzionali, quelle caratterizzate da uno stile di pensiero perseverante, astratto, negativo che è difficile tenere sotto controllo e che tende a (1) mantenere lo stato di stress nel tempo, (2) confermare costantemente l’idea negativa di partenza (e tenerla vivida e presente nella coscienza individuale).

La Psicoterapia Metacognitiva assume che il cuore della psicopatologia non siano schemi e idee disfunzionali ma le strategie di controllo mentale disadattive e le metacognizioni che le governano. Il termine metacognizioni descrive entro l’approccio MCT tutti i fattori che controllano, monitorano e valutano il pensiero in termini di conoscenze (cosa so), esperienze (come vivo) e strategie (come reagisco).

Ne deriva che l’approccio metacognitivo mira a modificare le risposte cognitive di controllo disfunzionali e le metacognizioni che le governano. Lo scopo non è quello di ristrutturare le convinzioni ma modificare il modo in cui vengono percepite e controllate, cioè come l’individuo le seleziona, le valuta, vi risponde.

Il volume presenta nel dettaglio i protocolli di assessment e intervento MCT per i disturbi d’ansia e per la depressione, con chiari esempi e numerosi strumenti di supporto. Per chi ha potuto apprezzare il volume ‘Terapia Cognitiva dei Disturbi d’Ansia’ ritroverà la stessa chiarezza e semplicità di lettura, con interessanti spunti di riflessione che tracciano la strada per nuove controversie, ma anche nuove conoscenze, nel mondo della ricerca in psicoterapia.

 

 

BIBLIOGRAFIA: 

  • Wells, A. & Matthews, G. (1994). Attention and Emotion. A Clinical Perspective. Hove, UK: Erlbaum.
  • Wells, A. (2000). Emotional Disorders and Metacognition: Innovative Cognitive Therapy. Chichester, UK: Wiley. Trad. it. A. Wells, Disturbi Emozionali e Metacognizione. Edizione Erikson
  • Wells, A. (2009). Metacognitive therapy for Anxiety and Depression. London, UK: Guilford Press. Trad. it. A. Wells, Terapia Metacognitiva dei Disturbi d’Ansia e della Depressione. Eclipsi. 
 
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Gabriele Caselli
Gabriele Caselli

Direttore scientifico Gruppo Studi Cognitivi, Professore di Psicologia Clinica presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

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