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Scopi Esistenziali e Psicopatologia

In ogni individuo convivono Scopi Esistenziali di Ricerca e Scopi Esistenziali di Evitamento e accade spesso che tra essi nascano conflitti.

Di Redazione

Pubblicato il 02 Mag. 2012

Aggiornato il 21 Gen. 2014 16:54

Matteo Giovini, Marina Possi, Daniela Rebecchi, Maria Paola Boldrini.

 

Scopi Esistenziali e Psicopatologia. - Immagine: © Mopic - Fotolia.comGli scopi esistenziali sono quegli scopi che la persona persegue e che caratterizzano fortemente la vita. Vengono definiti esistenziali perchè, a differenza di altri scopi, non vengono mai raggiunti completamente una volta per tutte, ma piuttosto si accompagnano costantemente al fluire dell’esistenza indirizzando le scelte e i comportamenti e andando a colorare emotivamente le esperienze. Alcuni esempi di scopi esistenziali sono la ricerca di una condizione d’intimità o di approvazione o la ricerca di un’esistenza ricca di esperienze e novità.

Ogni essere umano realizza un proprio modo individuale e unico di essere nel mondo; per alcune persone può essere particolarmente importante orientare la propria vita alla ricerca di una condizione di autonomia oppure di prestazioni elevate, per altri ancora è particolarmente importante essere altruisti nei confronti degli altri.

Accanto a questi scopi di ricerca esistono scopi di evitamento; questo significa che ogni essere umano imposta la propria vita anche sull’evitare condizioni particolarmente dolorose, come l’essere soli, l’essere umiliati o il fallire. Anche questi scopi esistenziali, definiti di evitamento, hanno un rilievo e un’intensità differente da persona a persona e generalmente si costruiscono e si rafforzano in seguito ad esperienze dolorose, come l’essere abbandonati, o fortemente criticati, o privati della propria autonomia.

Il Controllo è il Problema, non la Soluzione. - Immagine: © somenski - Fotolia.com
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In ogni individuo dunque convivono scopi esistenziali di ricerca e scopi esistenziali di evitamento e accade spesso che tra essi nascano conflitti: ad esempio il desiderio di una condizione d’intimità con un partner o la ricerca di una condizione di affiliazione con gli altri possono essere ostacolati o del tutto impediti dal forte timore di essere abbandonati, feriti o umiliati. L’individuo può abbandonare del tutto o in parte alcuni scopi desiderati, limitando così la propria esistenza.

Molti autori di diverso orientamento teorico (in particolare psicoterapeuti cognitivo-comportamentali, esistenzialisti, psicoanalisti) hanno sottolineato come esista una stretta connessione tra la rinuncia a determinati scopi di vita, o comunque tra la difficoltà a perseguirli, e la percezione di mancanza di senso e di vuoto nella propria esistenza, fino ad arrivare a psicopatologie vere e proprie.

In particolare l’evitamento di condizioni temute può portare, come sottolinea ad esempio lo studioso d’impostazione cognitivo-comportamentale Steven Hayes, ad un massiccio evitamento esperienziale, che consiste nel non entrare in contatto con esperienze di vario genere (emozioni, sensazioni corporee, pensieri, ricordi, comportamenti); tale evitamento viene indicato dall’autore come uno degli elementi più importanti nella genesi e nel mantenimento di numerose psicopatologie, come i disturbi d’ansia, i disturbi del comportamento alimentare e quelli legati all’uso di alcol e di sostanze stupefacenti.

Il legame tra psicopatologia e scopi di vita è stato ampiamente studiato da Klaus Grawe e da Martin Grosse Holtforth. Questi autori hanno costruito dei questionari in grado di misurare l’intensità degli scopi di ricerca e di evitamento e hanno individuato una forte correlazione tra l’intensità degli scopi di evitamento di condizioni temute e la psicopatologia.

Partendo da questi risultati l’obiettivo principale della nostra ricerca è stato quello di capire se ci siano dei particolari scopi esistenziali correlati alla psicopatologia. Per fare questo abbiamo valutato trenta pazienti in psicoterapia utilizzando dei questionari e delle interviste strutturate. In particolare abbiamo usato un questionario autosomministrato, chiamato VAMO, elaborato da Grawe e Grosse Holtforth, per misurare l’intensità dei diversi scopi esistenziali dei soggetti; abbiamo inoltre valutato i sintomi psicopatologici (sintomi ansiosi, depressivi, aspetti di rischio autolesivo, indici di cattivo adattamento, percezione di scarso benessere) attraverso un altro questionario denominato CORE-OM (rif. biblio). E’ stata inoltre valutata la presenza di specifici disturbi attraverso l’uso di due interviste strutturate: SCID-I e SCID-II.

I risultati della nostra ricerca hanno mostrato che esistono alcuni scopi esistenziali che, molto più di altri, sono correlati alla psicopatologia. In particolare essi sono tre.

E’ fortemente correlato alla patologia lo scopo di evitare una condizione d’impotenza e ciò significa che alla presenza di una forte motivazione a evitare una condizione d’impotenza corrisponde un livello più alto di sofferenza. Avere una forte motivazione a evitare una condizione d’impotenza significa non volere assolutamente sentirsi in balìa delle situazioni, indifesi e senza aiuto.

Perfezionismo e la chimera del Genitore Perfetto - Immagine: © falcorpic - Fotolia.com -
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Allo stesso modo è fortemente correlato alla psicopatologia lo scopo esistenziale di ricerca di una condizione di buona prestazione: all’intensificarsi della motivazione a raggiungere una condizione caratterizzata dal sentirsi efficienti e capaci e del bisogno di compiere delle buone prestazioni corrisponde una maggiore intensità dei sintomi.

Lo scopo che invece risulta essere fortemente, ma inversamente, correlato alla psicopatologia è quello di ricerca di una condizione di senso; questo significa che la motivazione a trovare un senso alla propria esistenza, così come quella a vivere intensamente la propria fede e a sentirsi parte di un ordine superiore si accompagna a una condizione di maggiore benessere psichico.

La ricerca ha mostrato come non tutti gli scopi di ricerca e di evitamento siano legati alla patologia. Risultano esserlo in particolare lo scopo di evitamento di una condizione d’impotenza e lo scopo di ricerca di una condizione di buona prestazione. E’ interessante notare come questi due scopi esprimano temi che appaiono vicini tra loro: il desiderio troppo intenso di perfezionamento e di efficienza, così come il forte timore di essere indifesi e privi delle capacità di far fronte alle situazioni fanno pensare ai concetti del perfezionismo patologico e dell’obbligo di controllo. Su tali temi risulta quindi particolarmente rilevante l’intervento psicoterapeutico. All’opposto risulta essere positivo, in quanto inversamente correlato alla patologia, il desiderio di trovare una condizione di senso alla propria esistenza.

 

 

 

BIBLIOGRAFIA:

  • Giovini M. Possi M. Rebecchi D. Boldrini P. (2011). Scopi Esistenziali e Psicopatologia. Cognitivismo Clinico 8, 2, 116-135.
  • Adler A (1931). What life should mean to you. Brown and Company, Boston. Tr. it. Cos’è la psicologia individuale. Newton Compton, Roma 1976.
  • Grosse Holtforth M, Pincus A, Grawe K, Mauler B (2007). When what you want is not what you get: goal importance, goal satisfaction, and interpersonal problems. Journal of Clinical and Social Psychology 26, 1095-1119.
  • Hayes S, Strosahl K, Wilson K (1999). Acceptance and Commitment Therapy. The Guilford Press, New York.
  • Sassaroli S, Ruggiero G (2002). I costrutti dell’ansia: Obbligo di controllo, perfezionismo patologico, pensiero catastrofico, autovalutazione negativa e intolleranza dell’incertezza. Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale 8, 45-60.
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