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Il Perfezionismo e la Chimera del Genitore Perfetto

Il perfezionismo viene definito come un tratto multidimensionale, caratterizzato da standard personali eccessivamente elevati e timore dell’errore. Di fronte a questa definizione non è difficile comprendere come il perfezionismo sia collegato a diversi tipi di psicopatologia, tra cui i disturbi alimentari, depressione, ansia e disturbo ossessivo-compulsivo

Di Michela Muggeo

Pubblicato il 28 Dic. 2011

Aggiornato il 01 Ago. 2012 14:45

Cerchi di essere un genitore perfetto? Meglio sbagliare – Parte 2

Perfezionismo e la chimera del Genitore Perfetto - Immagine: © falcorpic - Fotolia.com - Nella prima parte di questa serie ci eravamo lasciati con una domanda sull’ambiguità del genitore perfetto: in altre parole, è vero che cercare di essere perfetti è necessariamente positivo? Essere dei genitori perfetti equivale a essere anche dei bravi genitori?

Prima di provare a rispondere a queste domande, cerchiamo di chiarire il concetto di perfezionismo. Nel corso degli ultimi decenni le ricerche sul perfezionismo hanno occupato una fetta molto ampia di ambiti, dall’attaccamento alla personalità, dalla sana ambizione alla psicopatologia (e.g. Missildine, 1963; Pacht, 1984, Flett, Hewitt, & Dyck, 1989). Attualmente vi sono ancora discordanze sulla definizione di perfezionismo, dal gruppo di Oxford che lo descrive come un concetto unitario (Shafran et. al., 2001) a chi invece sostiene l’importanza di mantenere la multidimensionalità del costrutto (Tozzi et al., 2004; Sassaroli & Ruggiero, 2005).

Perfezionismo e genitorialità. Immagine: © sonya etchison - Fotolia.com -
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Per i nostri scopi utilizzerò studi che si rifanno a quest’ultima prospettiva teorica e che hanno definito il perfezionismo come un tratto multidimensionale, caratterizzato da standard personali eccessivamente elevati e timore dell’errore (Frost et al., 1990). In quest’ottica significa che la persona perfezionista non solo cerca costantemente di raggiungere obiettivi notevolmente alti, ma giudica severamente il proprio comportamento anche in seguito a prestazioni eccellenti non tollerando errori e sbagli. Di fronte a questa definizione non è difficile comprendere come il perfezionismo sia collegato a diversi tipi di psicopatologia, tra cui i disturbi alimentari, depressione, ansia e disturbo ossessivo-compulsivo (Blatt, 1995).

 

Da questa prospettiva teorica si è sviluppato un modello transazionale integrativo sull’origine del perfezionismo, il quale prevede che le caratteristiche del bambino (come stile di attaccamento e temperamento), i fattori parentali (come lo stile genitoriale) e ambientali (come la relazione con i pari, l’ambiente scolastico e culturale ecc.) giochino contemporaneamente un ruolo importante nel suo sviluppo (Flett et. al., 2002).

Relativamente alla relazione tra stile genitoriale e perfezionismo prendiamo in esame uno studio condotto da Kyra Davies presso la facoltà di Psicologia della California State University. A 154 partecipanti è stato sottoposto il Frost Multidimensional Perfectionism Scale, insieme ad altre scale sulla relazione parentale e sul temperamento dei genitori.

Il modello elaborato da Frost suddivide il perfezionismo in 6 dimensioni:

  • Timore degli errori – misura le reazioni negative agli errori e il senso di fallimento provato.

  • Standard personali – valuta gli standard che ciascuno si dà.

  • Criticismo genitoriale e aspettative – misura le aspettative perfezioniste dei genitori nei confronti dei loro figli e il criticismo di fronte a prestazioni non perfette.

  • Dubbi sulle azioni – valuta come le persone si sentono riguardo alle decisioni che prendono e i dubbi che possono insorgere nel completamento di un compito.

  • Organizzazione/disciplina di sé – misura l’importanza attribuita all’ordine e all’organizzazione.

Avendo esposto questa premessa teorica necessaria per comprendere che cosa si intende per perfezionismo, la prossima settimana andremo a vedere nel dettaglio la relazione tra questo costrutto e lo stile genitoriale.

 

BIBLIOGRAFIA:

  • Blatt, S. J. (1995). The destructiveness of perfectionism: Implications for the treatmetn of
  • depression. American Psychologist, 50, 1003-1020.
  • Flett, G. L., & Hewitt, P. L. (2002). Perfectionism and maladjustment: An overview of theoretical, definitional, and treatment issues. In G. L. Flett & P. L. Hewitt (Eds.), Perfectionism: Theory, research and treatment (pp. 5-31). Washington, DC: American Psychological Association.
  • Flett, G. L., Hewitt, E L., & Dyck, D. (3. (1989). Self-oriented perfectionism, neuroticism, and anxiety. Personality and Individual Differences, 10, 731-735.
  • Frost, R.O., Marten, P., Lahart, C. E Rosenblate, r. (1990). The dimension of perfectionism. Cognitive Therapy and Research, 14, 449-468.
  • Missildine, W. H. (1963). Your inner child of the past. New York: Simon & Schuster.
  • Pacht, A. R. (1984). Reflections on perfection. American Psychologist, 39, 386-390.
  • Sassaroli, S., & Ruggiero, GM. (2005). The role of stress in the association between low self-esteem, perfectionism, and worry and eating disorders. Int J Eat Disord, 37: 135-141.
  • Shafran, R., & Mansell, W., (2001). Perfectionism and psychopathology: a review of research and treatment. Clinical Psychology Review. 21(6): 879-906.
  • Tozzi F et al. (2004). The structure of perfectionism: a twin study. Behavior Genetics, 34 (5): 483-494.

 

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