– Rassegna Stampa –
In uno studio condotto dai ricercatori del Baycrest’s Rotman Research Institute di Toronto in collaborazione con la University of Michigan e Stanford University si dimostra che semplicemente camminare in un parco naturale può portare benefici in termini cognitivo-affettivi nelle persone depresse (con diagnosi di depressione maggiore).
Il punto di partenza dello studio è la Attention Restoration Theory (ART) secondo cui le persone si concentrano meglio dopo aver passato un po’ di tempo a contatto con la natura o dopo avere guardato fotografie di paesaggi naturali: in questo modo, secondo la ART, le persone rimanendo a contatto con un ambiente naturale tranquillo e pacifico non sarebbero bombardate da molteplici distrazioni tipiche dell’ambiente urbano che mettono a dura prova la memoria di lavoro e l’attenzione. In qualche modo, è come se negli ambienti naturali, la mente possa rilassare anche funzioni cognitive attentive e di working memory.
Nello studio pubblicato in questi giorni su Journal of Affective Disorders gli studiosi si sono focalizzati sugli effetti del contatto con la natura in termini cognitivi e affettivi in persone con depressione maggiore. E’ noto infatti che le persone depresse sono caratterizzate da un elevato livello di ruminazione e pensiero negativo, con relative deflessioni del tono dell’umore.
20 individui di età media di 26 anni con diagnosi di depressione maggiore sono stati reclutati per la ricerca e sono stati randomicamente assegnati a due condizioni: camminare per un’ora in un ambiente naturale oppure in un contesto urbano.
Prima di inziare la camminata, i partecipanti hanno compilato dei questionari di pre-assessment delle funzioni cognitive (attenzione e working memory) e dell’umore; inoltre è stato chiesto loro di pensare a un’esperienza autobiografica dolorosa non ancora risolta della loro vita (come induzione della ruminazione). Al termine della camminata, i partecipanti sono stati sottoposti a post-assessment relativamente alle medesime variabili. La stessa procedura sperimentale è stata ripetuta anche dopo una settimana.
I partecipanti che avevano camminato per un’ora a contatto con la natura presentavano un miglioramento del 16% nelle performance attentive e di working memory rispetto a coloro che avevano camminato nel centro cittadino. Dal punto di vista dell’umore, sembrerebbe che sia la camminata in sé e non l’ambiente in cui si svolge ad avere un effetto sull’umore, poiché le emozioni negative migliorerebbero in entrambi i setting dopo la camminata; anche se la presenza di emozioni positive si è dimostrata essere maggiore a seguito della camminata nella natura rispetto al setting urbano. Inoltre va sottolineato che gli effetti sull’umore non si correlano agli affetti sulle performance cognitive, suggerendo la presenza di meccanismi distinti e parzialmente indipendenti che sottostanno ai cambiamenti cognitivi e affettivi a seguito del contatto con la natura.
BIBLIOGRAFIA:
- Marc G. Berman, Ethan Kross, Katherine M. Krpan, Mary K. Askren, Aleah Burson, Patricia J. Deldin, Stephen Kaplan, Lindsey Sherdell, Ian H. Gotlib, John Jonides. Interacting with nature improves cognition and affect for individuals with depression. Journal of Affective Disorders, 2012; DOWNLOAD