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Riciclo e Raccolta Differenziata: la Psicologia dietro al cambiamento

L’importanza della psicologia: come funzionano gli atteggiamenti che sottostanno alla percezione della raccolta differenziata e del riciclo.

Di Elena Cadel

Pubblicato il 24 Apr. 2012

 

Riciclo e Raccolta Differenziata: Psicologia di un cambiamento.  Immagine:  © ana_klea - Fotolia.comDa un punto di vista psicologico, il riciclo e la raccolta differenziata  non consistono semplicemente nel gettare una bottiglia, o un pezzo di carta in un particolare cestino, ma costituiscono un’operazione che coinvolge diversi processi all’interno di contesti specifici.

Il fatto che le autorità locali e le compagnie di servizi siano ritenute capaci di fornire infrastrutture sufficienti per il riciclo non è solo un problema pratico ma anche una questione di percezione pubblica. Pertanto, l’importanza del contributo psicologico diventa evidente ogni volta che l’attenzione è rivolta agli atteggiamenti che sottostanno alla percezione della raccolta differenziata e del riciclo, al contesto sociale in cui questa attività ha luogo, nonché alla relazione tra le attività ecologiche e l’immagine di Sé.

Oggigiorno, un numero sempre più consistente di prove consente di affermare che gli interventi classici, caratterizzati dalla manipolazione del comportamento, come premi e punizioni, non sembrano avere il potenziale per promuovere cambiamenti a lungo termine, ma funzionano come semplici meccanismi per incrementare i livelli di partecipazione durante le fasi iniziali dei programmi di raccolta differenziata.

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Diversamente, interventi basati sull’impegno (commitment interventions), sulla fissazione di obiettivi (goal-setting), sui feedback o sulla stimolazione (prompting) risultano più efficaci perché fanno appello ad una dimensione normativa, personale e sociale, che mobilita meccanismi auto-regolatori dell’individuo e/o del gruppo verso una partecipazione continuativa.

È stato ampliamente dimostrato che l’induzione di una norma chiara sul riciclo in gruppi psicologicamente influenti, come i membri di un vicinato, sia fondamentale per la promozione di una ristrutturazione nei comportamenti di ciascun membro della comunità. A prescindere dagli atteggiamenti personali riguardanti il riciclaggio e l’ambiente, l’assenza di tale norma costituisce un grosso ostacolo alla partecipazione ai programmi di raccolta differenziata dei rifiuti e favorisce lo sviluppo di pregiudizi nei confronti di chi ricicla. Essi, infatti, vengono facilmente etichettati come “strani”, “diversi”, “alternativi”, perché non aderiscono a norme sociali più forti, incompatibili con questo comportamento ecologico.

In conclusione, appare evidente che per favorire lo sviluppo di norme ecologiche pro-riciclo e di una cultura del riciclaggio sia necessario presentare degli stimoli che descrivano la raccolta differenziata con un’immagine di successo, in cui tutti abbiano da guadagnare, nonché promuovere un’atmosfera sociale nella quale l’immagine di sé come riciclatore sia positiva ed incoraggiata.

 

 

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