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Stimoli Erotici in uomini e donne: CULTURA VS EVOLUZIONE

Una delle maggiori differenze tra uomini e donne a livello comportamentale riguarda la ricerca degli stimoli erotici. Fino a qualche tempo fa questa diversità veniva spiegata invocando prevalentemente ragioni culturali. Si riteneva che fosse soprattutto per questioni di pudore che le donne non ricercassero materiale erotico o assumessero comportamenti marcatamente provocatori quanto gli uomini.

Di Francesca Fiore

Pubblicato il 02 Dic. 2011

Aggiornato il 18 Mar. 2013 14:47

CULTURA VS EVOLUZIONE: torniamo sul vecchio dibattito riguardo a cosa influisca di più nei nostri comportamenti: in questo caso nelle reazioni di fronte agli stimoli erotici.

Stimoli Erotici in uomini e donne: CULTURA vs EVOLUZIONE - Immagine: © Jeffrey Sinnock - Fotolia.com - Una delle maggiori differenze tra uomini e donne a livello comportamentale riguarda la ricerca degli stimoli erotici. Fino a qualche tempo fa questa diversità veniva spiegata invocando prevalentemente ragioni culturali. Si riteneva che fosse soprattutto per questioni di pudore che le donne non ricercassero materiale erotico o assumessero comportamenti marcatamente provocatori quanto gli uomini.

L’avvento di internet ha invece permesso di verificare questa ipotesi. Infatti, è stato possibile accertare come l’enorme differenza tra maschi e femmine nella fruizione di materiale erotico sia rimasta invariata. Si è verificato come l’86% degli uomini, contro il 14% di donne, abbia visitato per più di una volta siti erotici. La stessa differenza è stata riscontrata in modo ancor più marcato nel noleggio di video pornografici attraverso distributori automatici (Cooper, 2002).

Alla luce di questi dati non è plausibile spiegare la differenza solo in termini culturali. Allora, cosa c’è dietro? In uno studio sperimentale si è osservata l’attivazione delle aree cerebrali in soggetti maschi e femmine durante l’esposizione a tre tipi di stimoli: nudi maschili, nudi femminili e immagini neutre (Costa, Braun e Birbaumer, 2003). I maschi polarizzavano molto i loro giudizi, valutando attraenti solo i nudi femminili, mentre le femmine esprimevano giudizi meno polarizzati, stimando attraenti tanto i nudi maschili quanto, sebbene in misura inferiore, quelli femminili. Questa differenza evidenzia un interesse diverso delle donne nei confronti della fisicità e degli stimoli erotici, che porta ad un maggiore distacco emotivo per gli stessi.

Sex stereotypes - © Elnur - Fotolia.com
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La visione di immagini erotiche nei maschi, rispetto alle femmine, determina una maggiore attivazione dell’amigdala, dell’ipotalamo, e dei cosiddetti centri del piacere, responsabili della percezione di gratificazione sensoriale. Ciò spiega due fenomeni interessanti. Il primo è costituito dal fatto che gli stimoli erotici tendono a produrre una reazione a feedback positivo, cioè portano ad un’amplificazione della risposta di piacere. Quindi, chi visita siti pornografici tende a vederne sempre di più e sempre con maggior frequenza. Non è quindi vera l’opinione comune secondo cui la visione degli stimoli pornografici porterebbe a una sorta di saturazione che diminuirebbe la ricerca di rapporti sessuali. La seconda conseguenza è che la visione degli stimoli erotici, in modo simile a certe sostanze psicoattive, producono una sorta di dipendenza: stimoli sessualmente eccitanti provocano un forte rilascio di dopamina e serotonina. La maggiore attivazione cerebrale maschile è specifica per le immagini a contenuto sessuale e non è generalizzata a tutte le immagini che evocano emozioni. Sembra dunque accertato il fatto che gli stimoli erotici attivino molto più i maschi delle femmine.

 

L’interpretazione evoluzionistica.

Ma qual è la ragione che sta alla base di questo fenomeno? E per quale motivo nelle donne non si verifica tutto questo? Si potrebbe azzardare una risposta in ambito evoluzionistico. Infatti, durante la ricerca del partner uomini e donne utilizzano strategie diverse che massimizzano le probabilità di sopravvivenza e di riproduzione. Per il maschio la riproduzione può risolversi, in teoria, nel solo nell’atto sessuale non avendo costi di gravidanza e di allattamento. Ne consegue che la strategia migliore per assicurarsi una buona discendenza è quella di massimizzare il numero di rapporti sessuali con partner diversi e giovani, visto la durata biologica della fertilità femminile (Attili, 2001).

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Nelle donne, al contrario, il costo biologico della riproduzione è notevolmente più elevato. Devono investire nella gravidanza e nell’allattamento, trovandosi  in una posizione di estrema vulnerabilità e dipendenza dagli altri. Quando una donna, nel passato evoluzionistico, sceglieva un maschio che successivamente l’abbandonava, oppure che non aveva abbastanza risorse per aiutarla nella gravidanza e nell’allevamento della prole, le probabilità di sopravvivenza diminuivano molto, sia per lei che per il figlio (Attili, 2004). Pertanto le donne hanno avuto maggiori probabilità di sopravvivenza quando hanno scelto selettivamente uomini che presentano un profilo comportamentale caratterizzato dalla disponibilità ad accudire e proteggere, oltre che, ovviamente, dall’effettiva capacità di farlo.

 

Non a caso uno degli stimoli che evoca maggiore preferenza da parte delle donne è tipicamente quello dove si vede un uomo che interagisce in modo amichevole e affettuoso con un bambino (Schmitt et al., 2004). In culture del mondo fra loro molto diverse le donne tendono a impostare relazioni a lungo termine con uomini più anziani di loro, perché laddove non vi è assistenza sociale la spinta a ricercare partner protettivi e maturi è chiaramente più accentuata. Infatti, i maschi disoccupati hanno minori probabilità di trovare partner a lungo termine rispetto a maschi occupati.  Le femmine non ricercano partner altamente aggressivi, tant’è che un’esagerata mascolinità si traduce in una minore percezione di bellezza.

Lovers - © George Mayer - Fotolia.com
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Maschi eccessivamente muscolosi o con la barba, che ostentano caratteristiche ipermascoline, spesso non vengono percepiti dalle donne come belli o non sono scelti, spesse volte, per poter costruire un futuro insieme, ma solo come compagnia per un breve e limitato periodo. Attraverso queste particolari scelte estetiche le donne esprimono la preferenza per partner che hanno un atteggiamento protettivo, accudente o, come si è abituati ad affermare correntemente: romantico . Nel caso in cui la scelta della donna ricadesse su persone non romantiche, comincia a muoversi in un territorio minato in cui lotta costantemente e incessantemente per cambiare la testa dell’altro. Attenzione, in questo caso è possibile incappare in una relazione ossessiva in cui l’uomo esaspera la sua natura di cacciatore e non protettore evitante e la donna per ottenere quello che vuole, ovvero un figlio, prova disperatamente e modificare la testa del partner. Si genera in questo modo un circolo vizioso che vede la sua fine nella rottura delle relazione.

 

Ma tutto questo sarà vero? Vi identificate in questa visione evoluzionistica della donna?

A voi la parola e la scelta.


BIBLIOGRAFIA:

  • Attili G. (2004),  Attaccamento e Amore, Bologna, Ii Mulino.Cooper A. (Ed., 2002), Sex And Thè Internet: A Guidebookfor Clinicians,New York, Brunner-Routledge.
  • Costa M., Braun C, Birhaumer N. (2003), Gender Differences in Responsc To Pictures of nudes: A Magnetoencephalographic Study, Biological Psychology, 63, 129-147.
  • Sabatinelli D., Flaisch T., Bradley M. M., Fitzsimmons J. R., Lang P.J. (2004), Affective picture perception: Gcnder Differenceces in Visual Cortex?, Neuroreport, 15, 1109-1112.

 

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