Ho bisogno di risposte: la diagnosi in psicologia
Non riesco più ad affrontare il mondo … le persone … Non mi sento capita, neppure io capisco me stessa. Cosa mi sta succedendo? Giada, 56 anni.
Molte persone come Giada possono sperimentare, in particolari circostanze della loro vita, un periodo di sofferenza psichica e sentire il bisogno di ottenere risposte. Avere la consapevolezza che qualcosa in se stessi è cambiata, a partire dai propri pensieri, le proprie emozioni e i comportamenti che si mettono in atto, può suscitare disagio, malessere e preoccupazione.
Cosa fare allora? Giada ha deciso di rivolgersi a uno specialista e cercare le proprie risposte attraverso una diagnosi psicologica.
La diagnosi nel campo della salute mentale è un processo in cui si raccolgono le informazioni riguardanti la sofferenza psichica riportata da un individuo: quando è cominciata, come si è manifestata e come è stata inizialmente gestita, ma anche frammenti della storia familiare (eventuali parenti con sintomi analoghi, impatto del disagio sul nucleo familiare ecc.).
Ricevere una diagnosi non equivale unicamente a ricevere un’etichetta diagnostica. Una persona è molto più di una diagnosi, ma la diagnosi può rivelarsi uno strumento utile a descrivere sintomi ed esperienze di disagio vissute.
La diagnosi conta?
La diagnosi rappresenta un punto di partenza e di arrivo, per chi la riceve e per i professionisti che la eseguono o prendono in cura la persona.
Attraverso la diagnosi psicologica si può dare un nome alla sofferenza sperimentata, comprendere i propri vissuti, il perché dei propri pensieri, delle proprie reazioni emotive o comportamentali e scegliere le opzioni di trattamento più adeguate.
Ottenere una diagnosi è un passo utile per ricevere un trattamento efficace e migliorare la propria qualità di vita.
Possibili reazioni alla diagnosi
La diagnosi psicologica può avere un impatto profondo in chi la riceve, generando a livello emotivo reazioni talvolta contrastanti.
Alcune persone possono sviluppare reazioni negative e disadattive:
- sentimenti di rabbia, disperazione, impotenza e frustrazione (Perché proprio a me?);
- difficoltà di adattamento nelle piccole sfide quotidiane;
- auto-stigmatizzazione, sviluppando pensieri e convinzioni negative su se stessi (Sono matto … sono disturbato … non riuscirò mai ad avere una vita come gli altri. Nessuno mi vorrà!);
- identificazione con la propria diagnosi/patologia (Sono depressa, non posso fare le cose come gli altri)
- funzionalizzazione, ovvero utilizzare la propria diagnosi/malattia mentale per ottenere un guadagno secondario, ad esempio attenzione, simpatia, vicinanza di persone desiderate, giustificazione per rispondere passivamente a situazioni difficili o accettare passivamente periodi di vita infruttuosi.
Reazioni di questo tipo possono portare all’isolamento sociale, ad accedere alle cure con ritardo e perfino al peggioramento della salute psicofisica della persona.
Come evitare simili reazioni? Ricordiamo che la diagnosi non è un marchio sulla persona, un’etichetta scritta su un foglio di carta. La diagnosi psicologica è parte della relazione tra la persona e il professionista. Per questo, chi riceve la diagnosi ha diritto a porre domande allo specialista, a chiarire ogni dubbio e ogni significato e ogni possibile impatto che la diagnosi può avere nella vita quotidiana.
Comunicare in modo aperto e trasparente col professionista sanitario può aiutare ad accettare il proprio disagio e il nome che tale disagio possiede. Accettare vuol dire aderire al trattamento e avere speranza per una vita migliore.
La diagnosi è potere
A seguito della diagnosi psicologica, alcuni individui possono sperimentare sollievo, speranza, percezione soggettiva di empowerment, ovvero di maggiore controllo e consapevolezza sulla propria vita e sulle decisioni che riguardano la propria salute. La diagnosi psicologica è comprensione del problema: si possono finalmente capire i meccanismi alla base di pensieri e comportamenti distorti o dannosi, si può affrontare un argomento in tema di salute mentale per la prima volta, o approfondirlo grazie a informazioni e input forniti dal clinico o diffusi da fonti specializzate e attendibili.
Ho ricevuto una diagnosi di disturbo di personalità: e ora?
Una diagnosi di disturbo di personalità può risultare inaspettata e destabilizzante per chi la riceve. È importante sentirsi coinvolti attivamente nella valutazione e nella cura, discutendo ogni aspetto relativo alla diagnosi con il professionista sanitario di riferimento.
Non so dove e come trovare aiuto! E se a scuola mi etichettano come quello pazzo, da evitare?
Alcune persone possono riscontrare difficoltà nel reperire informazioni relative ai servizi di salute mentale più vicini. Occorre individuare contesti sicuri di riferimento e figure professionali specializzate sia nella diagnosi sia nel trattamento dei disturbi di personalità. Questo può aiutare a sentirsi meno soli e più capaci di gestire i sintomi nel breve e lungo termine.
Ricordiamo che una diagnosi non è per sempre. Con l’aiuto di un supporto specialistico, anche in condizioni croniche, come un disturbo di personalità, è possibile imparare a gestire i sintomi e vivere una vita degna di essere vissuta (M. Linehan).