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Trattamento Basato sulla Mentalizzazione – MBT

Il Trattamento basato sulla Mentalizzazione presenta molti aspetti degli approcci cognitivi ma trae la sua origine dalla tradizione psicoanalitica..

La MBT, ovvero il Trattamento basato sulla Mentalizzazione, come dice il nome stesso, pone al centro il concetto di mentalizzazione, cioè “la capacità di avere un pensiero sugli stati mentali come condizioni distinte anche se potenziali determinati del comportamento” (Bateman & Fonagy, 2004).

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Tale capacità emerge attraverso l’interazione con il caregiver ed è influenzata dalla qualità della relazione di attaccamento: se il genitore è capace di riflettere in maniera accurata le intenzioni del bambino senza sopraffarlo, ciò contribuisce allo sviluppo della regolazione emotiva e della funzione autoriflessiva nel bambino. La mentalizzazione ha pertanto le sue radici nel sentirsi compresi dalla figura di attaccamento; qualsiasi comunicazione che implichi il riconoscimento dell’ascoltatore come agente intenzionale aumenterà in lui la fiducia epistemica e la possibilità che codifichi la comunicazione come rilevante, generalizzabile, degna di essere memorizzata.

Il disturbo di personalità secondo Bateman e Fonagy rappresenta il fallimento della comunicazione, l’impossibilità di accedere alla comunicazione culturale e di instaurare una relazione di apprendimento poiché l’apprendimento dall’esperienza è parzialmente negato dall’assenza di fiducia nella conoscenza sociale. Il cambiamento non è possibile proprio perché il paziente non ha fiducia nell’esperienza, ritiene che le intenzioni dell’interlocutore siano differenti da quelle dichiarate e quindi non considera quanto comunicato come proveniente da fonte affidabile; pertanto il normale processo di modificazione delle credenze sul mondo (di sé in relazione agli altri) rimane precluso e il paziente vive un insopportabile senso di isolamento.

Ovviamente questa sfiducia si manifesta anche in terapia, determinando grande frustrazione nel terapeuta (e anche la tendenza a colpevolizzare il paziente), il quale ha la sensazione che il paziente non lo stia ascoltando; in realtà il paziente trova difficile fidarsi della verità di ciò che sta ascoltando. La terapia quindi si pone l’obbiettivo di creare le condizioni affinché la verità epistemica possa crescere ed essere generalizzata al mondo esterno ponendo fine all’isolamento epistemico in cui il paziente verte.

Il Trattamento basato sulla Mentalizzazione di Bateman e Fonagy presenta molti aspetti caratteristici degli approcci cognitivi (per es. prevede un lavoro sulla rappresentazione cognitiva delle emozioni e sui nessi tra emozione e comportamento), ma trae la sua origine dalla tradizione psicoanalitica, in particolare bowlbyana.

Nonostante le radici psicoanalitiche, al Trattamento basato sulla Mentalizzazione manca un aspetto fondamentale, l’inconscio, che scompare per un semplice motivo: non è possibile lavorare sul profondo in assenza di fiducia epistemica, a maggior ragione su materiale di cui il paziente è inconsapevole.

Con i disturbi di personalità mancano le basi per poter lavorare ai “livelli superiori” e proprio da quelle bisogna partire, che si tratti di migliorare la metacognizione prima di procedere con la ristrutturazione cognitiva oppure di incrementare la fiducia epistemica prima di dedicarsi al lavoro di analisi dell’inconscio.

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