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Deep Brain Stimulation

La Deep Brain Stimulation (DBS) è stata approvata per la prima volta negli Stati Uniti nel 1997, per il trattamento di alcuni disturbi neurologici

La tecnica della Deep Brain Stimulation (DBS) è stata approvata per la prima volta negli Stati Uniti nel 1997 dalla FDA, la Food and Drug Administration, per il trattamento di numerose condizioni neurologiche associate alla malattia di Parkinson come i tremori incontrollabili e la distonia, l’epilessia, la sindrome di Tourette (Perlmutter & Mink, 2006).

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Il trattamento con la Deep Brain Stimulation consiste nell’impianto chirurgico di elettrodi in specifiche regioni cerebrali, coinvolte nel disturbo, con lo scopo di stimolarle elettricamente attenuando e migliorando i sintomi del paziente; è bene sottolineare tuttavia che il meccanismo per il quale la tecnica neurochirurgica sembra funzionare è ancora scarsamente conosciuto anche se è noto che la Deep Brain Stimulation agisce tramite meccanismi multimodali che non sono limitati all’inibizione o all’eccitazione dei circuiti (Askan, Roger et al., 2017).

È stato postulato che l’efficacia della Deep Brain Stimulation nell’attenuare i sintomi del paziente e di migliorarne la qualità di vita sia dovuta al fatto che gli impulsi elettrici, rilasciati dagli elettrodi impiantati, modulino l’attività neurale.

Ad esempio, è stato osservato come durante la Deep Brain Stimulation per il trattamento di tremori invalidanti caratterizzanti la malattia di Parkinson, il semplice impianto di un elettrodo nel talamo ha determinato l’immediata riduzione di questi (Benabid, 2003).

Gli elettrodi vengono impiantati tramite una procedura neurochirurgica e sono collegati ad un device simil-pacemaker che viene posto sottopelle al di sotto della clavicola; una volta che il paziente viene dimesso, l’apparecchio pacemaker viene programmato e regolato per far si che gli elettrodi rilascino corrente elettrica con una frequenza e un voltaggio specifici in modo tale da ottenere la miglior riduzione possibile dei sintomi (Askan, Roger et al., 2017).

Attualmente l’uso della Deep Brain Stimulation è stato allargato al trattamento dei disturbi psichiatrici che si sono rivelati persistenti nel tempo e che non rispondono più ad alcun tipo di dosaggi farmacologico e terapia di qualunque genere, come ad esempio alcune forme di depressione e disturbo ossessivo-compulsivo molto gravi e che non mostrano alcun tipo di miglioramento dei sintomi nel tempo

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