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Anoressia Nervosa e Stimolazione Cerebrale Profonda

La Stimolazione Cerebrale Profonda in pazienti affetti da anoressia nervosa e resistenti al trattamento ha avuto effetti positivi su peso, umore e ansia.

Di Serena Mancioppi

Pubblicato il 15 Mar. 2013

Aggiornato il 19 Dic. 2017 10:58

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Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

La Stimolazione Cerebrale Profonda in pazienti affetti da anoressia nervosa e resistenti al trattamento ha avuto effetti positivi su peso, umore e ansia.

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Un team di ricercatori Canadesi ha studiato l’uso della stimolazione cerebrale profonda (DBS) in pazienti affetti da anoressia nervosa e resistenti al trattamento: i risultati di questo studio pilota, pubblicato sulla rivista medica The Lancet, indicano che questo trattamento ha avuto effetti positivi sul peso corporeo, sul tono dell’umore e sui livelli di ansia dei soggetti trattati.

I 6 pazienti sottoposti al trattamento avevano un’età media di 38 anni e soffrivano, oltre che di anoressia, anche di altri disturbi psichiatrici, come la depressione o disturbo ossessivo-compulsivo. Inoltre la lunga storia di anoressia aveva portato a complicazioni mediche di vario genere e reso i ricoveri ospedalieri molto frequenti, circa 50 dall’esordio della malattia.

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Durante il processo di messa in sicurezza della prima fase, i pazienti sono stati trattati con DBS, una procedura neurochirurgica in grado di modulare l’attività dei circuiti cerebrali disfunzionali. Il neuroimaging infatti ha evidenziato differenze strutturali e funzionali nei circuiti cerebrali che regolano l’umore, ansia, e la percezione del corpo nei pazienti anoressici rispetto ai soggetti sani.

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Il test è stato ripetuto a uno, tre e sei mesi dall’attivazione del dispositivo generatore di impulsi. Dopo nove mesi, tre dei sei pazienti avevano guadagnato peso, con un indice di massa corporea (BMI) significativamente maggiore di quanto non avessero mai sperimentato. Per questi pazienti è stato il più lungo periodo di aumento di peso dall’inizio della loro malattia.

Quattro dei sei pazienti hanno manifestato cambiamenti del tono dell’umore, nei livelli di ansia, nella tendenza al binge e all’assunzione di purghe, e nella sintomatologia ossessivo-compulsiva.

 Come risultato di questi cambiamenti, due dei sei pazienti hanno portato a termine il programma per il trattamento dei disturbi alimentari per la prima volta dall’esordio della malattia.

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“I disturbi alimentari hanno il più alto tasso di morte di qualsiasi malattia mentale e sempre più donne stanno morendo di anoressia. C’è un urgente bisogno di terapie aggiuntive per aiutare chi soffre di anoressia grave”, ha detto il dottor Blake Woodside, direttore medico del più grande programma sui disturbi alimentari del Canada al Toronto General Hospital e professore di psichiatria presso l’Università di Toronto. Il trattamento con DBS, ancora considerato sperimentale, potrebbe diventare uno strumento aggiuntivo nel trattamento dell’anoressia nervosa.

 

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Serena Mancioppi
Serena Mancioppi

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Cognitivo-Evoluzionista

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