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Deep Brain Stimulation e Sindrome di Tourette: un nuovo metodo di cura?

Alcuni ricercatori stanno studiando l'efficacia della deep brain stimulation su pazienti affetti da grave sindrome di Tourette.

Di Marianna Bottiglieri

Pubblicato il 27 Apr. 2017

Aggiornato il 19 Dic. 2017 10:56

Alcuni ricercatori del NYU Langone, hanno scoperto che la Deep Brain Stimulation potrebbe contribuire ad attenuare alcuni sintomi invalidanti della Sindrome di Tourette.

La deep brain stimulation: una tecnica chirurgica per la sindrome di Tourette

La Deep Brain Stimulation (DBS) è una tecnica chirurgica che consiste nell’impianto di alcuni elettrodi a livello cerebrale, in particolare nel subtalamo, grazie alla collocazione di un pacemaker che invia degli impulsi al cervello. Uno studio condotto alla New York University ha dimostrato che questi impulsi elettrici, somministrati nella zona del talamo mediale, possono ridurre i tic, i movimenti involontari o gli scoppi verbali, in casi gravi di Sindrome di Tourette.

La Deep Brain Stimulation è stata utilizzata per trattare anche altre condizioni neurologiche che non possono essere sufficientemente controllate attraverso i medicinali, come il morbo di Parkinson, il tremore essenziale, la distonia e l’epilessia.

I risultati, pubblicati nella rivista Journal of Neurosurgery si aggiungono al crescente numero di prove che supportano la Deep Brain Stimulation come un trattamento sicuro ed efficace per i casi severi di Sindrome di Tourette e potrebbero essere definitivamente approvati dalla U.S. Food and Drug Administration.

[blockquote style=”1″]Il nostro studio mostra che la deep brain stimulation è un trattamento sicuro ed efficace per giovani adulti con forme severe di sindrome di Tourette che non possono essere controllate con le terapie vigenti[/blockquote] sostiene Alon Mogilner, medico, dottore di ricerca, professore associato al dipartimento di neurochirurgia e anestesiologia e direttore del Centro per la Neuromodulazione al NYU Langone. [blockquote style=”1″]Questo trattamento ha il potenziale di migliorare la qualità di vita dei pazienti che sono debilitati dalla malattia negli anni adolescenziali e nella giovane età adulta.[/blockquote]

La Sindrome di Tourette è un disordine che ha inizio, tipicamente, durante l’infanzia e, anche se alcuni pazienti migliorano quando diventano più grandi, i sintomi di altri pazienti diventano così gravi da portarli a diventare socialmente isolati e compromettere la partecipazione a scuola o alle attività lavorative.

Mogilner e un suo collega, Michael H.Pourfar, medico, professore al dipartimento di neurochirurgia e neurologia e co-direttore del Centro per la Neuromodulazione, ha aperto la strada alla più grande serie di casi di Deep Brain Stimulation talamiche per trattare la sindrome di Tourette nei giovani adulti.

In una procedura a più stadi, un chirurgo ha inserito due elettrodi in una regione cerebrale chiamata “Talamo Mediale”, una parte del circuito cerebrale che funziona in maniera anormale nei soggetti con Sindrome di Tourette. In seguito, in una seconda operazione chirurgica avvenuta il giorno seguente o pochi giorni dopo, un dispositivo simile ad un pacemaker chiamato “neurostimolatore”, è stato connesso agli elettrodi per emettere impulsi elettrici nella zona del talamo mediale. Gli impulsi sono stati tarati durante una serie di visite di follow-up su pazienti ambulatoriali per trovare la combinazione di impostazioni che favorivano un controllo migliore dei sintomi.

I risultati dello studio confermano l’efficacia della Deep Brain Stimulation

Nello studio, il team del NYU Langone ha seguito 13 pazienti con almeno sei mesi di visite di follow-up. I partecipanti allo studio avevano un’età compresa tra i 16 e i 33 anni. Per determinare l’efficacia della procedura, i ricercatori hanno misurato la gravità dei tic prima e dopo l’innesto chirurgico, utilizzando la Yale Global Severity Scale (YGTSS).

E’ stato scoperto che la gravità dei tic diminuiva del 37%, in un periodo compreso tra l’esecuzione della procedura chirurgica e la prima visita di follow-up. Nella loro ultima visita, la gravità dei tic diminuiva, in media, del 50%.

Inoltre, tutti i pazienti riportavano, in un sondaggio fatto sei mesi dopo l’intervento chirurgico, che i loro sintomi erano migliorati “molto” o “moltissimo” e sostenevano tutti che avrebbero voluto un altro intervento; anche coloro i quali avevano avuto complicazioni o avevano percepito dei risultati relativamente peggiori.

Il sondaggio rappresenta un aspetto importante dello studio, sostiene Purfar, poiché il YGTSS, attraverso una scala validata, potrebbe non cogliere pienamente l’impatto della Deep Brain Stimulation sulla qualità di vita delle persone con Sindrome di Tourette.

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