expand_lessAPRI WIDGET

Sindrome da alimentazione notturna

La Sindrome da Alimentazione Notturna è un disturbo abbastanza diffuso: la prevalenza è dell’1,5% nella popolazione generale e del 6-16% nei soggetti obesi

Aggiornato il 30 gen. 2024

La Sindrome da Alimentazione Notturna (in inglese, Night Eating Syndrome – NES –) è stata per la prima volta descritta da Albert Stunkard nel 1955 e definita come: un disturbo caratterizzato da anoressia mattutina con tendenza a saltare la colazione, scarso appetito durante il giorno, iperfagia serale ed insonnia.

Sindrome da alimentazione notturna caratteristiche e comorbilita

La Sindrome da Alimentazione Notturna è, tra i disturbi della nutrizione e della alimentazione, un disturbo abbastanza diffuso: si stima una prevalenza dell’1,1-1,5% nella popolazione generale e del 6-16% nei soggetti obesi (Ceru-Bjork, Andersson, Rossner, 2001; Stunkard, Berkowitz, Wadden, Tanrikut, Reiss, Young, 1996). Solo di recente, tuttavia, la Sindrome da Alimentazione Notturna è stata riconosciuta come disturbo autonomo ed inserita nel DSM 5 (APA, 2014)e all’interno della macrocategoria dei Disturbi della Nutrizione e della Alimentazione.

Si configura, quindi, come un disturbo caratterizzato da frequenti episodi di risveglio notturno durante i quali la persona tende a ricorrere a spuntini, generalmente carboidrati, nella convinzione di non riuscire a riprendere sonno qualora non assuma del cibo. Si stima che coloro i quali ne soffrono tendano ad assumere circa il 25% del fabbisogno calorico giornaliero dopo cena o durante i risvegli notturni (0’Reardon, Ringel, Dinges, 2004).

Si presenta frequentemente associata ad altri disturbi psichiatrici, in particolare disturbi alimentari (DA) come il Binge Eating Disorder (BED) o la Bulimia Nervosa (BN). È stata, infatti, stimata una prevalenza della night eating syndrome, fra coloro i quali soffrono di altri disturbi alimentari, che oscilla fra il 5 e il 44% (Stunkard et al., 1996).

La Sindrome da Alimentazione Notturna si differenzia, tuttavia, dagli altri Disturbi della nutrizione e della alimentazione sulla base dello specifico pattern alimentare, dalla quantità di calorie assunte durante il giorno e quelle, per contro, assunte durante la notte, dall’assenza di comportamenti compensatori e dalla compromissione del sonno.

Nei BED i risvegli notturni con assunzione di cibo possono talvolta essere presenti ma non sono così distintivi e frequenti come nella sindrome da alimentazione notturna. Inoltre, nel BED la quantità di cibo assunta durante le abbuffate è maggiore rispetto a quella assunta durante gli episodi della night eating syndrome (Allison, 2011).

Ricerche condotte su pazienti affetti da Sindrome da Alimentazione Notturna hanno, inoltre, riscontrato un’alta comorbidità con altre psicopatologie, in particolare la depressione ma anche disturbi d’ansia ed abuso di sostanze (Lundgren, Allison, 0’ Reardon, Stunkard, 2008).

In aggiunta, insonnia e disturbi del sonno possono precedere tale sindrome. D’altra parte la Sindrome da Alimentazione Notturna può essere, essa stessa, causa o trigger di difficoltà del sonno. La letteratura presente sull’argomento ha, infatti, evidenziato la frequente presenza, in coloro che ne soffrono, di difficoltà nel prendere sonno o nel mantenerlo associata ad una bassa efficacia e qualità del sonno stesso (Kucukgoncu, Tek, Bestepe, Musket, Guloksuz, 2014; Rogers, Dinges, Allison, 2006).

La Sindrome da Alimentazione Notturna si configura, infine, quale possibile fattore di rischio per l’obesità, il diabete mellito ed altri disturbi metabolici ed endocrini.

cancel