Che cosa è il rimorso?
Il rimorso è un’intensa esperienza emotiva negativa che deriva dalla violazione degli standard morali di un individuo e comporta un disagio emotivo o morale, associato alle proprie trasgressioni passate (Corwin et al., 2012).
Sebbene la ricerca sul tema sia ancora scarsa, alcuni autori hanno proposto che il rimorso rappresenti una forma di auto-punizione, in grado di favorire l’apprendimento di comportamenti socialmente adeguati e scoraggiare la messa in atto di ulteriori trasgressioni nel futuro (Slovenko, 2006).
Il rimorso è ritenuto una delle emozioni morali o autocoscienti – come disgusto, senso di colpa, gratitudine, compassione ecc. – (Walsh, 2021) più complesse di quelle di base, caratterizzate da maggiore durata e coinvolte nel raggiungimento del benessere collettivo nella società (Tracy & Robins, 2004). Il rimorso, infatti, al pari delle altre emozioni morali, comunica agli altri che il trasgressore ha compreso che il proprio comportamento è stato socialmente inaccettabile e contribuisce a ripristinare la fiducia nei suoi confronti, concedendogli di continuare a far parte di un gruppo e di beneficiare dei vantaggi derivanti da tale appartenenza.
Fattori cognitivi del rimorso
La caratteristica cognitiva centrale del rimorso è il riconoscimento da parte dell’individuo del fatto che la trasgressione compiuta si contrappone al comportamento degli altri, accettando così la responsabilità personale per aver trasgredito e il conseguente senso di colpa (Gaita, 2004; Roberts, 2003). L’intensità del rimorso dipende dal livello di responsabilità personale soggettivamente percepita. Se un individuo è il principale attore di una decisione, sarà anche il principale responsabile del risultato di quella decisione, sperimentando maggiore rimorso in caso di violazione dei valori personali e collettivi. Se, al contrario, le trasgressioni vengono compiute da un gruppo o eseguite sotto il comando di un altro individuo, si sperimenterà più probabilmente un rimorso di intensità minore, o “di seconda mano” (Roberts, 2003).
Fattori emotivi del rimorso
Il rimorso, tuttavia, non implica unicamente l’ammissione dei propri errori e l’assunzione di responsabilità per le proprie azioni. Crea, infatti, angoscia e disagio emotivo, in risposta al riconoscimento della sofferenza vissuta dalle vittime della trasgressione. In linea con tali considerazioni, gli studi sulle personalità di tipo psicopatico, evidenziano deficit di empatia e assenza di rimorso per le azioni criminali (Hare, 1999, 2003).
Fattori comportamentali del rimorso
Sul piano comportamentale, il rimorso, si è detto, ha una funzione orientata all’azione e alla riparazione del danno causato. L’esempio più lampante di comportamento riparativo è chiedere scusa. Le scuse sono legate a maggiore attribuzione di stabilità comportamentale e maggior probabilità di perdono (Day & Ross, 2011; Schwartz et al., 2011).
Il rimorso può includere comportamenti auto-punitivi come sollievo dalle emozioni negative vissute o come segnale sociale di espiazione: auto-isolamento sociale o decidere di recedere da posizioni sociali e/o economiche privilegiate (es. optare per un demansionamento lavorativo) (Nelissen, 2012; Inbar et al., 2013).
Sul lungo termine, il rimorso può essere associato anche a maggiore coinvolgimento in azioni che richiedono significativo investimento temporale e personale, come il volontariato e l’adesione a percorsi di recupero e/o trattamento. Portare a compimento questi impegni segnala alla comunità vari messaggi: la trasgressione è stata un’anomalia, un’eccezione per l’individuo, l’autore del reato ha compreso la gravità della sua azione ed è improbabile che la trasgressione si ripeta.
Falso rimorso
Così come nel rimorso genuino, possono essere individuati alcuni indicatori che segnalano la presenza di un falso rimorso. La letteratura ipotizza che, a causa dei benefici offerti ai trasgressori che mostrano rimorso, autori di reati privi di rimorso potrebbero essere altamente motivati a fingere per ottenere benefici immeritati (Martel, 2010). Come riconoscere un falso rimorso?
Sul piano cognitivo, i trasgressori possono presentare un focus orientato più sugli effetti negativi subiti in prima persona, che sulle conseguenze negative delle proprie azioni prodotte sugli altri. Un focus egoisticamente diretto e carente di empatia potrebbe segnalare un falso rimorso. Si possono inoltre osservare discorsi caratterizzati da minor utilizzo di pronomi in prima persona e meno frequenti parole legate al rimorso e al danno causato (scusa, perdono, triste …) (Tausczik & Pennebaker, 2010; Villar et al., 2013). La presenza di rabbia per essere stati scoperti potrebbe, inoltre, suggerire una carenza di sofferenza personale ed empatia verso le parti lese (ten Brinke & Porter, 2012).
Si può imparare dal rimorso?
L’autentico rimorso genera sofferenza e cambia in modo negativo la propria relazione con l’altro che abbiamo ferito. Zimbardo e Sword (2018) suggeriscono che, se non si può modificare il passato, si può almeno migliorare il futuro. Questo comporta assumersi la responsabilità personale, chiedersi se altro poteva essere fatto per prevenire la situazione, infine domandare perdono alla parte lesa. Se l’altro sceglie di non perdonarci, occorrerà accettare questa eventualità, perdonare se stessi e andare avanti.
- Corwin, E. P., Cramer, R. J., Griffin, D. A., & Brodsky, S. L. (2012). Defendant remorse, need for affect, and juror sentencing decisions. Journal of the American Academy of Psychiatry and the Law Online, 40, 41-49.
- Day, M. V., & Ross, M. (2011). The value of remorse: How drivers’ responses to police predict fines for speeding. Law and Human Behavior, 35, 221-234.
- Gaita, R. (2004). Good and evil: An absolute conception. New York, NY: Taylor and Francis
- Hare, R. D. (1999). Without conscience: The disturbing world of the psychopaths among us. New York, NY: Guilford Press.
- Hare, R. D. (2003). The Hare Psychopathy Checklist- Revised (2nd ed.). Toronto, ON: MultiHealth Systems.
- Inbar, Y., Pizzaro, D. A., Gilovich, T., & Ariely, D. (2013). Moral masochism: On the connection between guilt and self-punishment. Emotion, 13, 14-18.
- Martel, J. (2010). Remorse and the production of truth. Punishment & Society, 12, 414-437. doi:10.1177/1462474510376139
- Nelissen, R. M. (2012). Guilt-induced self-punishment as a sign of remorse. Social Psychological and Personality Science, 3, 139-144.
- Roberts, R. C. (2003). Emotions: An essay in aid of moral psychology. Cambridge, UK: Cambridge University Press.
- Schwartz, G. S., Kane, T. R., Joseph, J. M., & Tedeschi, J. T. (2011). The effects of posttransgression remorse on perceived aggression, attributions of intent, and level of punishment. British Journal of Social and Clinical Psychology, 17, 293-297.
- Slovenko, R. (2006). Remorse. Journal of Psychiatry & Law, 34, 397-432. doi:10.1177/009318530603400311
- Tausczik, Y. R., & Pennebaker, J. W. (2010). The psychological meaning of words: LIWC and computerized text analysis methods. Journal of Language and Social Psychology, 29, 24- 54.
- ten Brinke, L., & Porter, S. (2012). Cry me a river: Identifying the behavioral consequences of extremely high-stakes interpersonal deception. Law and Human Behavior, 36, 469-477.
- Tracy, J. L., & Robins, R. W. (2004). Putting the self into self-conscious emotions: A theoretical model. Psychological Inquiry, 15, 103-125. doi:10.1207/s15327965pli1502_01
- Villar, G., Arciuli, J., & Paterson, H. M. (2013). Remorse in oral and handwritten false confessions. Legal and Criminological Psychology, 19, 255-269. doi:10.1111/lcrp.12012
- Walsh, E. (2021). Moral Emotions. In: Shackelford, T.K., Weekes-Shackelford, V.A. (eds) Encyclopedia of Evolutionary Psychological Science. Springer, Cham.
- Zimbardo, P., Sword, R.K.M. (2018). Remorse. Sincere remorse can lead to both thankfulness and true forgiveness. Psychologytoday