Da sempre, il disturbo psicosomatico, riveste un ruolo importante tra le malattie psichiche, poiché evidenzia come il corpo sia un perfetto strumento di comunicazione di uno stato di sofferenza mentale o di disagio psichico.
La malattia psicosomatica risale ai tempi di Freud che si occupò della stessa proprio attraverso una serie di studi realizzati in questo ambito.
Da sempre, il disturbo psicosomatico, riveste un ruolo importante tra le malattie psichiche, poiché evidenzia come il corpo sia un perfetto strumento di comunicazione di uno stato di sofferenza mentale o di disagio psichico.
Le emozioni possono essere espresse tramite il corpo? Sì, certamente! Vediamo come: la paura fa sudare freddo, la rabbia fa venire i bollori, l’amore fa battere il cuore o tremare le gambe e l’ansia fa rallentare la salivazione o venire le farfalle allo stomaco, etc. Chiaramente, si tratta di piccoli esempi che mostrano come il corpo è strettamente connesso alle emozioni.
Ai tempi di Freud questa malattia era definita come disturbo di conversione, e per riuscire a capire esattamente cosa si verificava in questi pazienti diede vita a una serie di osservazioni che formano i famosissimi Studi sull’isteria, primo tra tutti il celeberrimo caso di Anna O, ancora oggi studiato e largamente dibattuto.
Insomma, con il termine malattia psicosomatica si indicano tutte quelle forme patologiche che si situano tra lo psichico e il corporeo, e soprattutto mostrano manifestazione di una sintomatologia organica imputabile a un mal funzionamento della psiche.
La somatizzazione è il processo alla base del disturbo psicosomatico. Infatti, con tale termine si intende il meccanismo che permette di trasformare i processi psichici in somatici, coinvolgendo il sistema endocrino ed immunitario.
Insomma, i disturbi psicosomatici (o somatoformi) mostrano sintomi fisici che suggeriscono l’esistenza di un disturbo organico (da qui somatoforme), i cui sintomi non derivano né da una condizione medica generale né dagli effetti diretti di una sostanza, ma solo dalla presenza di un disagio mentale.
Immaginiamo, a esempio, una situazione tipica in cui potrebbe verificarsi un disturbo psicosomatico: una rabbia non espressa, inibita, potrebbe essere gestita canalizzandola, attraverso un meccanismo di somatizzazione sul corpo producendo, in questo modo, un sintomo organico come il mal testa ricorrente.
Solitamente questi meccanismi sono determinati dalla presenza di forte stress, da ansia patologica, da paura costante o da un forte disagio. Si attiva, così, il sistema nervoso autonomo, che a sua volta risponde con reazioni vegetative che portano alla manifestazione di problemi fisici, come:
- disturbi dell’apparato gastrointestinale: quali nausea, meteorismo, vomito, diarrea, colite, ulcera, gastrite, intolleranza a cibi diversi;
- disturbi dell’alimentazione: quali anoressia, bulimia.
- disturbi dell’apparato cardiocircolatorio: quali aritmia, ipertensione, tachicardia;
- disturbi dell’apparato urogenitale: quali dolori e/o irregolarità mestruali, disfunzioni dell’erezione e/o dell’eiaculazione, anorgasmia, enuresi;
- disturbi dell’apparato muscolare: quali cefalea, crampi, torcicollo, mialgia, artrite;
- disturbi della pelle: quali acne, psoriasi, dermatite, prurito, orticaria, secchezza cutanea e delle mucose, sudorazione eccessiva;
- disturbi pseudo-neurologici: quali sintomi da conversione come alterazioni della coordinazione e/o dell’equilibrio, paralisi o ipostenie localizzate, difficoltà a deglutire, afonia, cecità, sordità, amnesie;
Le manifestazioni organiche non sono prodotte intenzionalmente né tantomeno sono il frutto di simulazione, ma sono disagi reali. Questi sintomi organici possono portare ad un grado di sofferenza molto elevato in diverse aree del proprio funzionamento, come la vita affettiva, sociale, lavorativa e familiare.