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Il declino dell’attenzione nelle nuove generazioni

Quali sono le conseguenze di un uso massiccio dei dispositivi digitali sull’attenzione nelle nuove generazioni?

Di Alessandro Ocera

Pubblicato il 15 Mar. 2024

L’Attenzione nell’Era Digitale

Quando si parla di attenzione, il significato comunemente inteso è “attenzione selettiva”, che si riferisce al suo orientamento verso la selezione di oggetti specifici (Bear et al., 2016). Tuttavia, nel campo delle scienze cognitive, l’attenzione viene suddivisa in tre categorie distinte (Riva, 2019): 

  • Attenzione sostenuta, che denota la capacità di mantenere un livello appropriato di concentrazione per completare un compito; 
  • Attenzione selettiva, che implica la capacità di setacciare e isolare informazioni cruciali; 
  • Attenzione divisa, che comprende l’attitudine a gestire contemporaneamente più compiti.

Il progresso incessante delle nuove tecnologie e il loro impiego sempre più diffuso nella vita quotidiana hanno delineato una nuova dinamica nella relazione tra l’attenzione umana e l’ambiente circostante. Queste innovazioni, sebbene abbiano apportato innumerevoli vantaggi, hanno altresì introdotto modifiche sostanziali nel panorama cognitivo delle persone. 

L’utilizzo pervasivo di dispositivi digitali, la crescente esposizione ai social media e l’adozione di pratiche di multi-tasking hanno evidenziato impatti significativi sulla natura stessa dell’attenzione umana e nelle nuove generazioni (Gausby, 2015).

Nuove Generazioni e Nuove Tecnologie

Nel 2013, l’Accademia delle Scienze francese (Bach et al., 2013) ha pubblicato un rapporto dal titolo “L’enfant et les écrans” (“Il Bambino e gli Schermi”), fornendo raccomandazioni riguardanti il tempo speso davanti agli schermi per i nativi digitali.

Per i bambini dai 6 ai 12 anni, questa fase di sviluppo corrisponde all’istruzione elementare e alla completa maturazione delle facoltà cognitive, abbracciando abilità come la lettura, la matematica, la conoscenza generale, il ragionamento logico e altro ancora. Le conseguenze avverse di un uso eccessivo di dispositivi digitali in questa fase includono una diminuzione delle attività fisiche e sociali nel mondo reale, privazione del sonno e persino un aumentato rischio di problemi legati alla vista in età adulta (Bach et al., 2013). 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2020) ha emesso linee guida sull’uso degli schermi per bambini e adolescenti. Queste raccomandazioni scoraggiano l’uso dei media per i bambini sotto i due anni, mentre i bambini più grandi dovrebbero limitare il consumo di media a non più di due ore al giorno. Tuttavia, una recente revisione sistematica e metanalisi (McArthur et al., 2022) ha indagato sull’aderenza a queste linee guida. I risultati del loro studio indicano che uno su quattro bambini di età inferiore a 2 anni e uno su tre bambini di età compresa tra 2 e 5 anni rispettano le linee guida sull’uso degli schermi. In particolare, è stato osservato un aumento dell’esposizione agli schermi durante la pandemia da COVID-19 (Aguilar-Farias et al., 2020).

Quali sono quindi le conseguenze di un uso massiccio dei dispositivi digitali sull’attenzione?

L’Impatto delle Tecnologie Digitali sull’Attenzione Umana

Uno studio condotto da Microsoft (Gausby, 2015) ha svelato un considerevole declino nella durata media dell’attenzione umana. Nel 2000, si poteva contare su una durata di attenzione di 12 secondi, ma questo valore è sceso drasticamente a soli 8 secondi entro il 2013. Una tendenza intrigante che richiama l’attenzione su come i media digitali stiano plasmando la nostra capacità di concentrarci.

Il rapporto di Microsoft ha individuato diversi fattori chiave che contribuiscono a questo cambiamento. Il consumo di media, l’uso intensivo dei social, la rapida adozione della tecnologia e l’abitudine al multi-screening sono tutti elementi che giocano un ruolo cruciale nel modellare il nostro comportamento di attenzione.

Particolarmente rilevante è l’effetto su coloro che sono stati esposti alla tecnologia sin dalla giovane età o sono utenti assidui. Questi individui mostrano livelli significativamente inferiori di attenzione sostenuta rispetto alle generazioni precedenti. Tuttavia, emergono nuove modalità di attenzione: gli utenti che fanno un uso moderato o intensivo dei social media manifestano più frequenti “raffiche di attenzione”, caratterizzate da brevi ma intense fasi di concentrazione, soprattutto a breve termine (Gausby, 2015). Nel corso del tempo, tuttavia, questo vantaggio tende a dissolversi.

Le conseguenze di queste dinamiche sono molteplici (Gausby, 2015): 

  • L’attenzione sostenuta, necessaria per affrontare compiti che richiedono un impegno prolungato, ha subito una diminuzione a causa dell’ampio utilizzo della tecnologia e dell’attività sui social media. Tuttavia, si osserva una compensazione attraverso brevi raffiche di attenzione e una codifica più efficiente delle informazioni nella memoria.
  • L’attenzione selettiva, fondamentale per isolare le informazioni cruciali in mezzo a stimoli molteplici, è influenzata dalle brevi durate dell’attenzione e dalle abilità di multitasking. La sfida emerge quando vengono presentati stimoli multipli, rendendo più difficile concentrarsi selettivamente sugli elementi importanti.
  • L’attenzione divisa, invece, sembra beneficiare dei modi di vita digitali, potenziando la capacità delle persone di passare efficientemente da un compito all’altro.

Come intervenire per ridurre gli effetti della tecnologia sull’attenzione

Guardando avanti, emerge chiaramente la necessità di adottare approcci proattivi per mitigare gli impatti negativi dell’uso massiccio delle nuove tecnologie sull’attenzione umana. Risulta fondamentale un’educazione mirata all’utilizzo consapevole di dispositivi digitali sin dall’infanzia. I bambini dovrebbero essere istruiti sulle modalità di utilizzo responsabile, imparando a bilanciare il tempo trascorso davanti agli schermi con attività fisiche, sociali e creative.

Parallelamente, è essenziale promuovere una riflessione critica sulle pratiche di utilizzo dei media digitali tra genitori, educatori e professionisti della salute. 

Inoltre, si rivela cruciale incoraggiare la riduzione graduale del tempo trascorso davanti agli schermi, specialmente per i bambini più piccoli. La consapevolezza degli effetti negativi sull’attenzione e sul benessere psicofisico dovrebbe guidare una riconsiderazione delle abitudini digitali, incoraggiando l’adozione di attività senza schermi che favoriscano la creatività, la socializzazione e lo sviluppo cognitivo.

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