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La psicoterapia può cambiare i tratti di personalità? Evidenze e prospettive future

La psicoterapia può modificare i tratti di personalità migliorando sintomi clinici, funzionamento sociale e qualità della vita dei pazienti

Di Alessandro Ocera

Pubblicato il 27 Nov. 2025

Tratti di personalità e personalità patologica

La personalità può essere definita come un insieme di tratti relativamente stabili che influenzano il modo in cui pensiamo, sentiamo e ci comportiamo nelle diverse situazioni della vita.

Negli ultimi anni, la concettualizzazione della patologia della personalità è passata da modelli categoriali a modelli dimensionali, come evidenziato dal Modello Alternativo per i Disturbi di Personalità (AMPD) del DSM-5-TR (APA, 2022) e dall’ICD-11 (WHO, 2022). Tale modello concettualizza i disturbi di personalità sulla base del funzionamento psicosociale (Criterio A) e dei tratti maladattivi di personalità (Criterio B). In questo contesto, è stato sviluppato il Personality Inventory for DSM-5 (PID-5; Krueger et al., 2012) per valutare i tratti maladattivi di personalità, organizzati in cinque domini principali: Affettività Negativa, Distacco, Antagonismo, Disinibizione e Psicoticismo. Questi domini comprendono 25 specifiche sfaccettature (APA, 2022) e rappresentano varianti disfunzionali delle dimensioni di personalità già note nel modello Big Five (Goldberg, 1993) o Five Factor Model (FFM; Digman, 1990).

I tratti maladattivi di personalità sono fattori di rischio per difficoltà sociali e occupazionali, contribuiscono all’insorgenza e alla cronicizzazione di disturbi mentali e riducono l’efficacia del trattamento (Haehner, Wright & Bleidorn, 2024; Hengartner, 2015; Fowler et al., 2022). Tuttavia, i tratti maladattivi non sono esclusivi dei disturbi di personalità (Gonçalves et al., 2022; Von Schrottenberg et al., 2024); diversi livelli di questi tratti sono presenti in altri disturbi mentali e, a livelli subclinici, in una parte significativa della popolazione generale (Gleason et al., 2014). I tratti di personalità esistono su un continuum, per cui ogni individuo può essere collocato lungo lo spettro delle dimensioni del tratto piuttosto che essere semplicemente classificato come avente o meno determinati tratti.

Negli ultimi anni, la letteratura ha evidenziato che i tratti di personalità non sono immutabili ma possono variare nel tempo, specialmente in risposta a interventi strutturati come la psicoterapia (Hopwood & Bleidorn, 2018; Roberts et al., 2017).

Cosa sappiamo dai precedenti studi scientifici?

Diversi studi hanno indagato il cambiamento dei tratti di personalità in seguito a interventi psicoterapeutici. Un’ampia revisione sistematica condotta da Roberts et al. (2017) ha analizzato il cambiamento dei tratti adattivi (Big Five), concludendo che interventi clinici come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) e la terapia psicodinamica possono portare a modifiche significative, con effetti lievemente maggiori per la CBT.

Inoltre, la terapia cognitivo comportamentale si è evoluta verso un approccio basato sui processi, mirato ai meccanismi psicologici sottostanti, allineandosi bene con i modelli dimensionali come il Modello Alternativo per i Disturbi di Personalità del DSM-5 e l’ICD-11, che concepiscono la patologia della personalità come continua piuttosto che categoriale (Hopwood, 2018; Pavlacic & Young, 2020; Sauer-Zavala et al., 2022). Il suo fondamento empirico e la flessibilità diagnostica la rendono particolarmente adatta per indagare i cambiamenti dinamici della personalità nel tempo (David et al., 2018; Hoffman et al., 2012).

Tuttavia, la letteratura è carente per quanto riguarda gli studi longitudinali focalizzati sui tratti maladattivi (Hopwood & Bleidorn, 2018; Kiel et al., 2024), nonostante questi abbiano una rilevanza clinica significativa in termini di risposta al trattamento e qualità della vita (Ocera et al., 2025). Le revisioni precedenti, infatti, hanno spesso escluso, o riscontrato un gap, nell’analisi dei modelli dimensionali come l’AMPD del DSM-5 e ICD-11 (Keefe & DeRubeis, 2019; Zavlis et al., 2024), limitando la nostra comprensione di come questi tratti specifici evolvano durante la psicoterapia.

Nuove prospettive di ricerca

Per colmare questo gap, uno studio recentemente avviato dalla collaborazione tra l’Innovation in Psychotherapy Efficacy and Research Lab della Sigmund Freud University di Milano e il servizio clinico inTHERAPY del Gruppo Studi Cognitivi, intende indagare le dinamiche longitudinali dei tratti maladattivi di personalità in pazienti in terapia cognitivo-comportamentale (CBT).

Questo progetto recluterà 200 partecipanti che saranno valutati in cinque diversi momenti durante un anno di trattamento (baseline, 3, 6, 9 e 12 mesi), utilizzando strumenti validati per misurare i tratti maladattivi di personalità e sintomi clinici come ansia, depressione e funzionamento psicosociale.

Lo studio analizzerà come i tratti maladattivi di personalità variano nel tempo in relazione ai miglioramenti clinici osservati nei pazienti, cercando di comprendere se i cambiamenti nei tratti più problematici siano collegati direttamente al progresso terapeutico generale dei pazienti (Ocera et al., 2025).

L’importanza clinica del monitoraggio dei tratti di personalità

I tratti maladattivi di personalità predispongono gli individui alla resistenza al trattamento, a risposte terapeutiche scarse o a ricadute (Hengartner, 2015). Al di là dell’efficacia del trattamento, i tratti maladattivi influenzano significativamente la qualità di vita e il funzionamento generale (Hobbs et al., 2023). Gli interventi psicoterapeutici dovrebbero quindi mirare prioritariamente ad aiutare gli individui a gestire l’espressione dei loro tratti maladattivi piuttosto che tentare di modificare radicalmente i loro tratti fondamentali (Bach & Presnall-Shvorin, 2020)

Il monitoraggio sistematico dei tratti maladattivi di personalità durante la psicoterapia ha rilevanti implicazioni cliniche. Comprendere quali tratti cambiano maggiormente e come questi cambiamenti si relazionano al miglioramento sintomatico può infatti guidare interventi più personalizzati e mirati, migliorando così l’efficacia della psicoterapia. I risultati attesi da questo studio potrebbero fornire informazioni cruciali per la pratica clinica, evidenziando l’importanza di adattare gli interventi in base ai tratti di personalità più elevati di ogni individuo. Questo approccio, basato sull’evidenza, rappresenta un significativo passo avanti verso una terapia sempre più personalizzata e orientata ai bisogni specifici di ciascun paziente.

Riferimenti Bibliografici
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