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World Congress for Psychotherapy 2025: le Relazioni del 17 luglio tra Neuroscienze, Filosofia e Nuovi Paradigmi Terapeutici

Il WCP 2025 si è confermato uno degli appuntamenti più significativi nel panorama della psicoterapia con oltre 2000 partecipanti da tutto il mondo

Di Giovanni Maria Ruggiero

Pubblicato il 21 Lug. 2025

World Congress for Psychotherapy (WCP): Polarities of Life

Il World Congress for Psychotherapy (WCP) 2025, in corso presso la prestigiosa Sigmund Freud Private University di Vienna dal 16 al 19 luglio, si conferma come uno degli appuntamenti più significativi nel panorama internazionale della psicoterapia. Organizzato da Alfred Pritz, Presidente del World Council for Psychotherapy e Rettore della Sigmund Freud University, l’evento ha attirato oltre 2000 partecipanti da tutto il mondo, proseguendo una tradizione di eccellenza scientifica e clinica.

Il tema di quest’anno, “Polarities of Life”, ha offerto una cornice concettuale particolarmente fertile per esplorare le dualità e le tensioni che caratterizzano l’esperienza umana, dalla dialettica tra conscio e inconscio alle polarità tra salute e malattia, crescita e regressione, connessione e isolamento.

Mark Solms: Quando le Neuroscienze Confermano Freud

La giornata del 17 luglio si è aperta con una delle presentazioni più attese del congresso: Mark Solms, il rinomato psicoanalista e neuropsicologo sudafricano, ha condiviso le sue rivoluzionarie scoperte sui meccanismi cerebrali del sogno, offrendo una straordinaria sintesi tra neuroscienze moderne e teoria psicoanalitica classica.

Solms, che ricopre la cattedra di Neuropsicologia presso l’Università di Città del Capo ed è Presidente della South African Psychoanalytical Association, ha presentato evidenze empiriche che ribaltano decenni di assunzioni scientifiche. La sua ricerca dimostra che sogno e sonno REM sono funzioni cerebrali dissociabili, contrariamente a quanto si credeva dalla scoperta del sonno REM negli anni ’50.

I miei studi su pazienti con lesioni cerebrali hanno rivelato che il danno al tronco cerebrale che genera il REM non elimina necessariamente la capacità di sognare“, ha spiegato Solms. “Al contrario, lesioni alle aree parieto-occipitali possono eliminare il sogno pur preservando il sonno REM.

Ma forse l’aspetto più affascinante della ricerca di Solms riguarda il ruolo del sistema dopaminergico nella generazione dei sogni. Le sue scoperte indicano che il sistema dopaminergico mesocorticale-mesolimbico, associato a motivazione e comportamenti di ricerca, è altamente attivo durante il sogno. Questa evidenza neurobiologica offre un supporto sorprendente alla teoria freudiana dei sogni come appagamento dei desideri.

Quando somministriamo farmaci antipsicotici che bloccano la dopamina, osserviamo una soppressione del sogno“, ha sottolineato il ricercatore. “Al contrario, gli agonisti della dopamina potenziano l’attività onirica. Questo si allinea in modo straordinario con l’intuizione di Freud sui sogni come espressione di desideri inconsci.

Un ulteriore elemento di conferma della teoria freudiana emerge dagli studi pilota di Solms sulla funzione protettiva del sonno. Confrontando pazienti post-ictus capaci e incapaci di sognare, il suo team ha documentato che i pazienti non sognanti presentano una qualità del sonno significativamente peggiore, suggerendo che i sogni servano effettivamente a proteggere il sonno, come ipotizzato da Freud oltre un secolo fa.

Emmy van Deurzen: L’Esistenzialismo Come Bussola Terapeutica

Una delle figure più influenti della terapia esistenziale contemporanea, Emmy van Deurzen, ha offerto una masterclass sui fondamenti filosofici e pratici del suo approccio. Fondatrice della Society for Existential Analysis e pioniera del movimento esistenziale in Europa, van Deurzen ha condiviso come la sua formazione in filosofia presso l’Università di Montpellier e la collaborazione con figure come R.D. Laing abbiano plasmato la sua visione terapeutica.

La terapia esistenziale non si limita a trattare sintomi o disturbi“, ha sottolineato van Deurzen. “Il nostro obiettivo è aiutare gli individui a sviluppare un’autorità interiore autentica, a trovare significato e direzione di fronte ai paradossi inevitabili dell’esistenza umana.

Il suo approccio integra concetti filosofici profondi con la pratica clinica quotidiana. La fatticità – i fatti immutabili della vita come la temporalità, l’esistenza corporea e la mortalità – non viene vista come un limite ma come il terreno fertile su cui costruire un’esistenza autentica. I paradossi dell’esistenza, invece di essere risolti, vengono abbracciati come fonti di crescita e consapevolezza.

Particolarmente innovativa è la sua teoria delle emozioni organizzate come uno spettro simile ai colori dell’arcobaleno, con relazioni primarie e secondarie che aiutano tanto il terapeuta quanto il cliente a navigare la complessità dell’esperienza emotiva. Questo modello, dettagliato nel suo libro “Paradosso e Impressione”, offre strumenti pratici per comprendere e lavorare con le emozioni in terapia.

Van Deurzen ha anche sottolineato l’importanza della narrativa e dell’agentività nel processo terapeutico:

Aiutiamo le persone a riscrivere la loro storia non cambiando i fatti, ma modificando il significato e la prospettiva attraverso cui guardano alla loro esistenza.

Courtenay Young: Verso Standard Europei di Competenza

L’ultima presentazione della giornata ha affrontato una questione di fondamentale importanza per la professione: la definizione di competenze standardizzate per gli psicoterapeuti europei. Courtenay Young, body psychotherapist con oltre trent’anni di esperienza, ha presentato i risultati del progetto quindicennale dell’Associazione Europea di Psicoterapia (EAP).

Il progetto, sviluppato sotto il Comitato degli Standard di Formazione Europei, ha identificato 13 domini di competenze fondamentali che tutti gli psicoterapeuti dovrebbero possedere, indipendentemente dall’orientamento teorico o dalla modalità di intervento. Questi domini includono aree cruciali come la pratica professionale, la relazione terapeutica, la valutazione, la contrattazione, gli interventi, la gestione delle crisi, la collaborazione interprofessionale e l’etica.

“Il nostro obiettivo non è standardizzare la psicoterapia“, ha chiarito Young, “ma piuttosto differenziare chiaramente la professione dello psicoterapeuta da quella dello psicologo o dello psichiatra, soprattutto per quanto riguarda la legislazione europea e il riconoscimento professionale.

Il progetto ha già ottenuto risultati significativi, influenzando la classificazione ESCO (European Skills, Competences, Qualifications and Occupations) per riconoscere la psicoterapia come professione distinta. Attualmente, il gruppo di lavoro sta sviluppando competenze specifiche per modalità e specializzazioni, con l’obiettivo di implementare questi standard negli istituti di formazione accreditati europei.

Altre Relazioni di Rilievo

La giornata del 17 luglio ha visto anche altri contributi significativi che hanno arricchito il panorama congressuale. Guillermo Garrido, psichiatra e psicoanalista panamense nonché Segretario Generale del World Council for Psychotherapy, ha tenuto una keynote sul “Fanatismo nella Cultura Contemporanea”, esplorando le manifestazioni di fanatismo religioso e nelle istituzioni psicoterapeutiche, un tema di particolare attualità nel contesto socio-politico odierno.

Jürgen Kriz, eminente figura della psicoterapia umanistica e sviluppatore della Teoria dei Sistemi Centrata sulla Persona, ha presentato una riflessione sugli “Elementi Comuni delle Psicoterapie Umanistiche”. La sua keynote ha tracciato un ponte tra le radici storiche dell’approccio umanistico e le prospettive future di un campo sempre più interdisciplinare, forte della sua esperienza di oltre 300 pubblicazioni scientifiche e del riconoscimento con la Croce al Merito della Repubblica Federale Tedesca.

Una prospettiva transculturale è stata offerta da Ulrich Sollmann, specialista in “Mentalizzazione Transculturale”, che ha condiviso le sue esperienze quindicennali di lavoro internazionale, con particolare focus sulla Cina. Sollmann, body psychotherapist e professore ospite presso università cinesi, ha esplorato i pattern di esperienza e comportamento nel contesto culturale cinese e l’integrazione di approcci corpo-orientati nella comunicazione transculturale.

Di particolare rilevanza clinica è stata la presentazione di Konstantyn Shevchenko-Bitensky, psichiatra ucraino che ha illustrato strategie psicoterapeutiche per i disturbi mentali post-COVID-19. Basandosi su osservazioni cliniche condotte tra il 2021 e il 2023, ha identificato cinque varianti principali di disturbi post-COVID (astenioso-ansiosi, ossessivo-fobici, affettivi, psicotici e dissociativi), proponendo approcci terapeutici multimodali personalizzati che hanno mostrato particolare efficacia nei pazienti con sintomi affettivi e astenici.

Infine, una tavola rotonda sul futuro della psicoterapia ha visto la partecipazione di figure di spicco tra cui Alfred Pritz, Brigitte Sindelar, Katharina Reboly e Reinhold Popp, offrendo una panoramica sulle sfide e le opportunità che attendono la professione nei prossimi decenni.

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