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Quando la paura può diventare una cattiva consigliera – Intervista al Prof. Paolo Legrenzi

La paura, ci spiega il Prof. Paolo Legrenzi, è determinata più dalla percezione soggettiva del pericolo che dalla reale entità del pericolo stesso

Di Valentina Nocito

Pubblicato il 14 Lug. 2020

Per meglio comprendere la paura, secondo il Prof. Legrenzi, è fondamentale tenere conto di come funziona la nostra mente: non sempre la paura si innesca di fronte a un pericolo reale o in proporzione all’entità o all’intensità del pericolo.

 

In questi mesi ho avuto il piacere di svolgere delle interviste a grandi personalità nell’ambito della psicologia, approfondendo con ognuno di loro tematiche specifiche all’interno di una macroarea, ossia Emozioni e Ragione.

Nel presente articolo sono state elaborate le riflessioni emerse dall’intervista al grande psicologo e accademico di fama internazionale nel campo della psicologia cognitiva, Paolo Legrenzi, sul tema della paura.

Autore di numerose pubblicazioni tra le quali Come funziona la mente, Psicologia generale, Non occorre essere stupidi per fare sciocchezze, Perché gestiamo male i nostri risparmi, Perché abbiamo bisogno dell’anima, tra i suoi ultimi libri troviamo A tu per tu con le nostre paure e Paura, panico, contagio. Il Prof. Legrenzi ci spiega come la paura, seppur emozione importante per l’essere umano, talvolta può divenire disfunzionale e ‘cattiva consigliera’.

Le nostre paure sono molto più numerose dei pericoli che corriamo.
Soffriamo molto di più per la nostra immaginazione che per la realtà.
(Lucio Anneo Seneca)

Il Prof. Paolo Legrenzi (Fig. 1) apre l’intervista spiegando come le emozioni svolgano un ruolo essenziale per l’essere umano, guidando i suoi comportamenti, le sue scelte, le azioni e i processi di adattamento all’ambiente esterno più in generale.

Paura quando e disfunzionale e come gestirla Intervista al Prof Legrenzi Fig 1

Fig. 1: Il Prof. Paolo Legrenzi

Riprendendo le sue parole dobbiamo “pensare alla persona umana come ad un’automobile ed alle emozioni come al carburante; emozioni connotate positivamente, come ad esempio il piacere, danno una spinta, sono più motivanti, al contrario emozioni connotate negativamente, come ad esempio la paura, il dolore, sono come dei freni, ci bloccano e/o orientano verso altre direzioni” al fine di preservarci da un pericolo o una minaccia.

Ma entrando nel vivo della paura, continua a spiegare il Prof. Paolo Legrenzi, va tenuto conto di come funziona la nostra mente, e non sempre la paura si innesca di fronte un pericolo reale o in proporzione all’entità o intensità del pericolo. La paura infatti, continua a spiegarci il Prof. Legrenzi, è determinata più dalla percezione soggettiva del pericolo che dalla reale entità del pericolo stesso. Entrano in gioco in tal senso variabili come la lontananza, la novità e l’alterità dell’evento, che contribuiscono ed incidono a farcelo percepire come più o meno pericoloso. Il Prof. Legrenzi, in tal senso, ci porta a riflette su come ad esempio temiamo un attentato terroristico, un crollo della borsa, un disastro aereo più di quanto temiamo ad esempio morti per incidenti stradali, perché più frequenti e più abitudinari, oppure non temiamo il riscaldamento globale in quanto evento a lungo termine e meno temuto di quanto invece si dovrebbe.

In altri casi invece la paura si rivela funzionale in quanto ci induce ad attingere alle nostre risorse per affrontare un problema o un pericolo, che va adeguatamente conosciuto, valutato, affrontato e non evitato per come saremmo più propensi a fare.

Ma parlando di paura, continua il Prof. Legrenzi, diventa importante riconoscere e distinguere le nostre dalle paure collettive, poiché, sottolinea, anche quelle sono virali e contagiose, e si diffondono molto di più e più rapidamente di quanto lo facciano i virus da un punto di visto biologico.

In merito a ciò, il Prof. Legrenzi fa riferimento a quanto abbiamo vissuto e continuiamo a vivere in rapporto alla pandemia causata dalla diffusione del Covid-19 ed in tal senso per approfondimenti si rimanda alla recensione del suo ultimo libro Paura, panico, contagio che ne offre un’attenta analisi.

Infine, ho chiesto 3 consigli su come poter sfruttare a nostro vantaggio la paura e non rimanere incastrati in trappole che spesso poi generano patologia.

Il Prof. Legrenzi ci suggerisce che la prima operazione da fare è chiedersi se la nostra paura è proporzionata al pericolo e per fare ciò dobbiamo conoscere l’entità del pericolo.

Secondo punto essenziale, secondo il prof. Legrenzi, è il principio del controllo, ossia valutare cosa sia veramente sotto il nostro controllo e cosa non lo sia per non disperdere energie psicofisiche. Infine armarci di coraggio e saggezza per accettare ciò che non dipende da noi.

A conclusione della presente, ritengo calzante riportare un pensiero di San Francesco d’Assisi che recitava:

Concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio per cambiare quelle che posso,
e la saggezza per riconoscerne la differenza.

 

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SCRITTO DA
Valentina Nocito
Valentina Nocito

Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Legrenzi, P. (2019) A tu per tu con le nostre paure, Il Mulino.
  • Legrenzi, P. (2020) Paura, panico, contagio. Vademecum per affrontare i pericoli. Giunti.
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