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Stelle sulla terra (2007) storia di creatività dislessica

Stelle sulla terra: una storia appassionante in cui la c di un bambino nel disegno non era tale a dispetto della dislessia, ma grazie ad essa.

Di Fiorenza Fella

Pubblicato il 09 Dic. 2019

Le persone con dislessia sembrano possedere un pensiero divergente e meno veicolato da schemi formali e rigidi, che favorisce il potenziale creativo. Non tutti però riescono a mettere a frutto le proprie potenzialità. E’ importante aiutare il bambino dislessico sia a prevenire problemi scolastici, emotivi e comportamentali, sia ad accrescere il personale talento.

Fiorenza Fella – OPEN SCHOOL Studi Cognitivi San Benedetto del Tronto

 

 Stelle sulla terra è un film che racconta la storia di Ishaan Awasthi, un bambino di nove anni dislessico. Ad accorgersi della sua dislessia è un insegnante di Arte, il quale rimane profondamente colpito dalla creatività e del talento che il bambino dimostra nel disegno. L’insegnante parla di dislessia alla famiglia, alla scuola. Parla di tante persone famose, dislessiche, che hanno avuto successo nella vita.

Stelle sulla terra: trama del film

Stelle sulla terra è un film drammatico del 2007 diretto da Aamir Khan, che narra la storia di Ishaan, (interpretato da Darsheel Safary) un bambino dislessico. I genitori del bambino, dopo un incontro con gli insegnanti, decidono di iscrivere il figlio in un collegio. Ishaan vive questa situazione come una punizione e soffre per la separazione dalla famiglia. Nel nuovo istituto il bambino non riesce a fare progressi e sprofonda nella depressione, fino all’arrivo di un nuovo maestro di Arte, Ram Sanchar (interpretato da Aamir Khan). L’insegnante capisce che Ishaan è dislessico. Decide di prendersi personalmente cura del bambino, intraprende con lui un percorso di riabilitazione nella lettura, scrittura e calcolo, riuscendo a stimolare e coinvolgere Ishaan. Il bambino poco alla volta riscopre la gioia di vivere esprimendola attraverso il suo più grande talento, il disegno.

Stelle sulla terra: cos’è la dislessia

La dislessia è un disturbo specifico della lettura. Il profilo clinico del dislessico è caratterizzato da: quoziente intellettivo nella norma; lettura ad alta voce molto stentata; difficoltà ortografiche nella scrittura; difficoltà col sistema dei numeri e del calcolo. A volte sono presenti: difficoltà di comprensione del testo; difficoltà nel linguaggio orale; instabilità motoria e disturbi di attenzione. Il soggetto dislessico presenta difficoltà nella velocità e correttezza della lettura; nella decodifica del testo; e a rendere automatica la risposta fra segno grafico e suono. Il processo automatico dell’identificazione della parola non si sviluppa o si sviluppa in maniera incompleta o con grandi difficoltà. È utile osservare come avviene il processo di lettura. Coltheart (1987) ha spiegato il modello di lettura a due vie: lessicale e fonologia. La via fonologica, attraverso la conversione grafema-fonema, consente di leggere le parole incontrate per la prima volta, anche le non parole, ma è lenta in quanto richiede un processo di analisi delle singole unità sub-lessicali. La via lessicale o diretta, ci permette di accedere al lessico ortografico, alla rappresentazione in forma scritta della parola, permette una lettura più rapida, di leggere le parole conosciute ed è rafforzata dall’esercizio. Solo il completo consolidamento della via fonologica può favorire il passaggio alla via lessicale che implica una lettura rapida con il riconoscimento di parole note. Il normo-lettore utilizza entrambe le vie, il dislessico, invece, presenta difficoltà nell’utilizzo di una o entrambe le vie di lettura.

Ishaan, protagonista del film Stelle sulla terra, ha molte difficoltà a scuola. Ripete la terza classe e ogni materia è per lui un problema. Il suo quaderno scolastico è ricco di errori: inverte le lettere, ne omette, ne aggiunge. Legge lentamente, anche sillabando e a volte tenta di indovinare la parola commettendo errori di anticipazione, ovvero legge una parola al posto di un’altra, che si accomuna o per lettere iniziali o per significato. Questo perché i soggetti che presentano gravi problemi di lettura, spesso, privilegiano l’uso di un processo intuitivo rispetto a quello di decodifica. Eseguono la decodifica della prima parte della parola, talvolta anche del primo grafema o sillaba, e procedono inventando l’altra parte.

Stelle sulla terra: cos’è la creatività

La creatività è la capacità di vedere le cose in modo particolare, rielaborando un oggetto, una situazione aggiungendo qualcosa di nuovo. Se si pensa all’atto creativo viene in mente un individuo che crea, immagina una realtà, esistente o meno; oppure che intuisce il problema, nel senso che lo imposta in modo diverso e in modo diverso lo risolve; o ancora che inventa qualcosa di nuovo. L’immaginare è la raffigurazione mentale di qualcosa che è al di fuori dell’esperienza e che può essere possibile o impossibile, è un andare oltre le informazioni che si posseggono. L’intuire è arrivare ad una soluzione senza fare uso della sequenza logica di operazioni che porterebbe ad una soluzione prevedibile. Si può arrivare, quindi, anche ad altre soluzioni guardando al problema in modo diverso, “vedendo dentro”. L’inventare è trovare qualcosa di nuovo, è la produzione di idee originali tipica dell’atto creativo. Tra i vari autori che si sono occuparti dello studio della creatività ricordiamo Howard Gardner, famoso per la teoria delle intelligenze multiple (1983). Per H. Gardner, il processo creativo può essere diviso in due fasi: l’esplorazione e l’applicazione. Nella fase dell’esplorazione, si generano e si elaborano idee nuove, si stabiliscono nessi e si ricercano schemi insoliti; nella fase applicativa, si valutano e si mettono in pratica le idee e si prova se sono applicabili. Partendo dal concetto di creatività, H. Gardner (1993) considera che, i processi di apprendimento nel contesto scuola non dovrebbero promuovere esclusivamente il nozionismo, ma piuttosto forme di comunicazione funzionali alla comprensione e al problem solving. “Educare al comprendere” significa trasformare la scuola in un centro per l’apprendimento caratterizzato da ambienti stimolanti, dove il bambino non deve essere considerato una “tabula rasa” o un “vaso vuoto” da riempire, ma piuttosto un “potenziale” umano inserito in un contesto sociale interattivo. L’obiettivo dell’istruzione dovrebbe essere quello di offrire a tutti gli strumenti cognitivi per formulare interrogativi, elaborare strategie, risolvere problemi in mondo complesso, interconnesso e in continuo divenire, quindi formare persone creative.

Nel film Stelle sulla terra, Ishaan è un bambino molto fantasioso, è un instancabile disegnatore, talento che però sembra non destare l’attenzione di nessuno. Si sente inadeguato di fronte alle pretese della scuola, dei genitori e si rifugia nel suo mondo fantastico fatto di immagini e personaggi coloratissimi. Arrivato in collegio incontra un professore di Arte, Ram, che a differenza degli altri insegnanti, tratta i suoi alunni in modo speciale, cercando di renderli protagonisti e stimolando la loro creatività. Ram, comprende le problematiche del bambino. Il professore, infatti, scopre che Ishaan è affetto da un disturbo chiamato dislessia, lo stesso di cui è affetto anche lui. Durante il percorso scolastico il suo obiettivo è permettere al bambino di mostrare la sua abilità. Organizza una gara di pittura per tutta la scuola. Ishaan, appassionato di disegno, vincerà la gara e sarà proprio attraverso i suoi disegni che uscirà da quella profonda sofferenza che si porta dentro da tanti anni di insuccessi scolastici e familiari.

Stelle sulla terra: dislessia e creatività

La ricerca scientifica negli ultimi venti anni si è interessata ai bambini con disturbi dell’apprendimento. Sembra che il dislessico presenti alterazioni strutturali e funzionali del sistema nervoso centrale, in particolare dei networks dell’emisfero sinistro deputati al linguaggio. Come suggeriscono studi recenti condotti con tecniche di visualizzazione cerebrale, attraverso la PET, (Tomografia a Emissione di Positoni), i soggetti dislessici sono portatori di un’alterata lateralizzazione cerebrale, su base genetica o congenita. Le funzioni temporali, sequenziali, analitiche, verbali e le abilità manuali, sono controllate dall’emisfero cerebrale di sinistra, mentre le funzioni spaziali, olistiche, intuitive e non verbali sono considerate controllate dall’emisfero destro (Dixon, 1983; Spinger e Deutsch, 1989; West, 1991; Gazzaniga, 1992). Sembra esserci, quindi, un legame fra predominanza dell’emisfero destro e manifestazioni artistiche. Il dislessico possiede un pensiero divergente e meno veicolato da schemi formali e rigidi, complementare al pensiero verticale e logico. Non sempre, però, c’è una connessione tra disturbi dell’apprendimento e potenziale creativo. Uno dei problemi è quello di comprendere come mai alcuni riescono ed altri no a mettere a frutto le proprie capacità. I successi o gli insuccessi di ogni bambino dipenderanno dalla possibilità di sviluppare le proprie potenzialità. Importante è aiutare il bambino dislessico sia a prevenire problemi scolastici, emotivi e comportamentali, sia ad accrescere il personale talento grazie ad un percorso scolastico ed extrascolastico adeguato alle sue necessità. I bambini con disturbo dell’apprendimento sono bambini, hanno le stesse speranze e bisogni di tutti, vogliono sentire che sono importanti. Inoltre, bisogna tenere in considerazione che la problematica del bambino non è transitoria, ma destinata a durare, sia pure con un grado diverso di espressività, fino al termine della scolarizzazione. Le sue necessità di aiuto possono essere transitorie, ma ricorrenti, e per questo richiedono una certa flessibilità di intervento (Stella, 2001).

Scene del film Stelle sulla terra, mostrano il percorso di crescita scolastico e del potenziale artistico del nostro protagonista. Ishaan è stato accompagnato nel percorso di riabilitazione dall’insegnante di Arte, il quale ha compreso le sue difficoltà ma soprattutto ha riconosciuto il suo talento nel disegno. Il maestro è stato in grado di far rifiorire l’autostima ed il sorriso di Ishaan, occupandosi di lui e mettendosi dalla sua parte, lavorando con empatia, pazienza, ascolto e fiducia, conquistando il cuore del bambino.

Stelle sulla terra: storie di dislessici famosi

 Alcuni dei più grandi uomini della storia avevano una particolarità: erano dislessici o avevano quantomeno serie difficoltà scolastiche. Tra i personaggi famosi dislessici ricordiamo nel mondo della scienza: Leonardo Da Vinci, Galileo Galilei, Charles Darwin, Isaac Newton, Michael Faraday, Thomas Alva Edison, Albert Einstein; tra gli artisti: Pablo Picasso, Vincent van Gogh, Walt Disney, Andy Warhol; nel mondo dei musicisti: Mozart, Ludwig van Beethoven, John Lennon, Robbie Williams; tra gli scrittori: Agatha Christie, Victor Hugo; e nel mondo degli attori: Marlon Brando, Jack Nicholson, George Clooney, Tom Cruise, Leonardo Di Caprio.

Diverse sono le storie di questi personaggi famosi:

  • Leonardo Da Vinci era mancino, la sua scrittura era pessima, scriveva come parlava, e nei suoi testi era solito unire due o tre parole e mettere abbreviazioni. Lui stesso diceva di sapere tanti vocaboli, ma gli mancavano le parole con le quali esprimere il concetto che aveva in mente. Oggi sappiamo che la dislessia può portare a questi errori.  Una cosa però gli piaceva fare: disegnare, e fu un pittore ma anche un ingegnere e un inventore.
  • Galileo Galilei pare che fino agli undici anni non mostrasse grandi doti scolastiche, probabilmente si era considerato sempre un autodidatta, uno che ha imparato ciò che gli interessa da solo, cosa accaduta anche a molti altri dislessici famosi.
  • Isaac Newton a scuola non era un alunno eccellente, ma fuori dalla scuola il suo passatempo era costruire oggetti di ogni tipo, veri e propri congegni meccanici che per lui erano semplici giocattoli: è a lui che si deve la “rivoluzione scientifica” di tutti i tempi.
  • Albert Einstein  nonostante fosse un bambino intelligente, veniva descritto dagli insegnanti come lento di mente, si isolava dai compagni di classe e si perdeva nei suoi sogni. Il suo punto debole era la memoria, tanto che quando diventò uno scienziato famoso continuava ad avere nel suo studio una lavagna dove erano scritte le tabelline. Oggi riteniamo che questi suoi problemi fossero legati alla sua dislessia.
  • Pablo Picasso, a dispetto della sua dislessia, riuscì a terminare le scuole primarie, anche se non ebbe mai un vero beneficio da quello che imparò a scuola, l’unica sua passione era la pittura, “il pennello era diventato il prolungamento della sua mano”.
  • Nel mondo della scrittura ricordiamo Agatha Christie, lei stessa racconta che in famiglia era considerata “tardiva”, la scrittura e l’ortografia erano difficili e rimasero i suoi punti deboli, ciononostante la sua dislessia non le impedì di diventare una delle più grandi scrittrici del mondo.

Queste sono alcune storie dei famosi  dislessici elencati (Grenci R.; Zanoni D. 2015). Ciò che ha contato nella loro vita non è stato quello che è accaduto, ma come hanno affrontato gli eventi e quanto impegno hanno messo per potenziare le proprie abilità. Il messaggio da trasmettere a tutti, dislessici e non, è di sviluppare le proprie capacità con impegno, costanza e passione. Raccontare le storie dei dislessici famosi può essere d’aiuto nella comprensione del problema e nei modi di affrontarlo.

Quello che fa il professore di Arte, nel film Stelle sulla terra è parlare di dislessia. Fa visita alla famiglia di Ishaan per spiegare ai genitori le difficoltà del figlio, parla di dislessia anche durante le lezioni in classe e ne parla con i colleghi. Spiega che esistono tante persone famose dislessiche che sono riuscite nella vita. Nelle storie di questi personaggi emerge la grande determinazione che hanno messo in quello che volevano fare. La determinazione è un’arma importante; Albert Einstein diceva:

Il Signore mi ha dato l’ostinazione di un mulo e una curiosità morbosa.

Stelle sulla terra: le doti creative dei dislessici famosi

Nel percorso di crescita del dislessico la cosa importante è far emergere quelle caratteristiche meravigliose che fanno parte del modo di ragionare dei dislessici. Albert Einstein e gli altri dislessici famosi non si limitarono a fare qualcosa di nuovo, essi cambiarono per sempre il campo nel quale lavoravano. Se non avessero avuto una curiosità iniziale, una passione fin dalla tenera età, e se non si fossero impegnati per anni, non avrebbero mai compiuto il genere di conquista creativa in grado di trasformare interi campi di conoscenza. “Io non ho talenti particolari” affermò un giorno Einstein, “la mia è solo una curiosità appassionata”. Dalla passione iniziale emerge una componente importante del processo creativo che è la costanza. Einstein affermò che la curiosità, l’ostinata costanza, unite all’autocritica, gli permettevano di far nascere idee.

Altra particolarità legata a questi personaggi creativi è il tempo, ovvero la capacità di concentrazione e di distaccarsi completamente dal mondo esterno durante i momenti di maggiore studio. Le grandi realizzazioni sono possibili se l’individuo è in grado i concentrarsi a lungo su un obiettivo, libero da distrazioni. Si narra che, quando Newton era immerso nei suoi calcoli non si ricordava persino di mangiare. La pratica e la continua messa alla prova delle proprie capacità sono atti necessari per la realizzazione del potenziale creativo. La mente umana è come un muscolo, quando non viene attivata si indebolisce la sua capacità di funzionamento. Isaac Newton riuscì a dedicare tutte le proprie energie al lavoro ignorando quasi del tutto i bisogni dell’altro, dando la precedenza ai propri interessi, egli stesso affermò: “Se mai ho reso qualche servizio all’umanità, è stato per merito di un paziente pensare”.

Un’altra abilità fondamentale è il farsi delle domande. Le domande che si fece Einstein furono cosi fondamentali che le sue risposte trasformarono il modo di interpretare l’universo fisico.

Altra caratteristica interessante è l’errore dal quale poter imparare. Quando si chiese ad Einstein come procedeva nel suo lavoro, lui rispose: “Vado a tentoni”. L’errore porta a fare qualcosa di diverso e di innovativo, Albert Einstein affermò: “Una persona che non ha mai commesso un errore non ha mai cercato di fare qualcosa di nuovo”.

Altra dote prevalente nei dislessici creativi è l’immaginazione. L’attività creativa fondata sulle facoltà combinatorie del nostro cervello, viene chiamata dalla psicologia immaginazione (Vygotskij, 1983). Bisogna mettere la propria immaginazione al lavoro per creare qualcosa di nuovo, per scoprire nuove soluzioni, persino per pensare a nuovi problemi e nuovi interrogativi. Mozart compose partiture intere nella sua testa, diceva: “Il pezzo per quanto lungo, appare, quasi completo nella mia mente, così che io riesca ad osservarlo come un bel quadro, ad un solo sguardo”.

Nel film Stelle sulla terra, la capacità immaginativa e creativa del bambino è espressa nei suoi disegni: non sarà abile nei compiti in classe, ma Ishaan dimostra tutta la sua abilità nel disegnare. La sua genialità in questo campo non è tale a dispetto della dislessia, ma grazie ad essa (Ronald D. Davis, 2008). Avere la dislessia non farà di ogni dislessico un genio creativo, ma giova sicuramente all’autostima del dislessico sapere che la sua mente funziona come quella dei grandi personaggi famosi e che “la stessa funzione che crea la genialità, crea anche i loro problemi”.

In conclusione

Sulla nostra terra sono spuntate piccole stelle
Che con la loro luce hanno illuminato il mondo,
perchè sono riuscite a farci guardare le cose con
i loro occhi. Pensavano in maniera diversa e le
persone vicine non lo accettavano, e le hanno
ostacolate. Loro però ne sono uscite vincenti.
E tutto il mondo è rimasto a bocca aperta!
(Stelle sulla terra, 2007).

 

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Davis Ronald D. (2008),  Il dono della dislessia. Armando, Roma
  • Gardner H. (1993), Educare al comprendere. Stereotipi infantili e apprendimento scolastico. Feltrinelli, Roma
  • Grenci R. (2016), Le aquile sono nate per volare. Erickson, Trento
  • Grenci R.; Zanoni D. (2015), Storie di straordinaria dislessia. Erickson, Trento
  • Stella G. (2001), In classe con un allievo con disordini dell’apprendimento. Fabbri, Milano
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