expand_lessAPRI WIDGET

I bias nella percezione del dolore in soggetti affetti da Depressione

Un recente studio suggerisce che i pazienti con depressione tendono a valutare come più eccessiva l’intensità del dolore rispetto a soggetti "sani".

Di Stefania Partipilo

Pubblicato il 03 Mag. 2019

Aggiornato il 03 Lug. 2019 12:03

Il fatto che pazienti affetti da depressione tendano a percepire con maggiore intensità stimoli potenzialmente dolorosi sembrerebbe essere legato ad un’elaborazione preliminare degli aspetti emotivi del dolore da parte della corteccia, che influenzerebbe la percezione del dolore vissuto da questi pazienti.

 

Un recente studio ha messo in evidenza come la depressione possa influenzare la percezione soggettiva del dolore. In particolare, lo studio suggerisce che i pazienti affetti da disturbo depressivo maggiore tendono a valutare come più eccessiva l’intensità di uno stimolo doloroso rispetto ad un gruppo di controllo di soggetti sani. L’ipotesi dei ricercatori è che esista un profilo sensoriale e percettivo del dolore differente tra i pazienti con depressione e quelli di controllo.

Lo studio

Sono stati reclutati 25 pazienti affetti da un episodio depressivo maggiore da grave a moderato e 25 controlli sani che combaciavano per sesso ed età ai pazienti con depressione. I ricercatori hanno confrontato la sensibilità al dolore dei due gruppi attraverso l’utilizzo di dispositivi stimolanti la temperatura.

Le stimolazioni hanno rivelato che i pazienti affetti da depressione riportavano livelli più elevati di percezione del dolore rispetto al gruppo di controllo. Difatti, i pazienti depressi percepivano il dolore ad un livello di temperatura inferiore rispetto a quello dei controlli e in aggiunta riportavano una percezione più alta del dolore durante l’ultimo mese.

Risultati e discussioni

Generalmente la sensibilità a stimoli dolorosi è molto diffusa tra i pazienti depressi e spesso ciò è attribuito ad anomalie nella percezione e nella modulazione del dolore. Tuttavia, in questo studio non sono state riscontrate anomalie di percezione e modulazione fra i due gruppi. Dunque, una spiegazione teorica alla differenza nella percezione del dolore sembrerebbe essere data da un particolare pregiudizio negativo (cognitivo-emotivo) che influenzerebbe i pazienti affetti da depressione.

In particolare, un’elaborazione preliminare degli aspetti emotivi del dolore, da parte della corteccia, sembrerebbe influenzare la percezione del dolore vissuto dai pazienti depressi, esponendoli ad una maggiore sensibilità nella percezione degli stimoli dolorosi. Questo meccanismo è lo stesso alla base del “modello di elaborazione dell’espressione facciale” che suggerisce come le persone affette da depressione tendono a valutare le espressioni facciali positive, neutre ed ambigue rispettivamente come meno felici e tristi (Bourke et al; 2010).

In conclusione, l’ipotesi di partenza dello studio sembra essere confermata; dunque la presenza di un pregiudizio cognitivo negativo nella percezione degli stimoli dolorosi potrebbe fungere da mediatore nella relazione tra depressione e disturbi del dolore. Tuttavia, trattandosi di uno studio preliminare sono necessarie ulteriori ricerche a supporto di questa tesi.

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Musica ed emozioni: la musica come strategia di regolazione emotiva
Quando la musica aiuta ad elaborare il dolore

Da tempo, ben prima della nascita della musicoterapia, le persone ascoltano musica per regolare le loro emozioni, come la tristezza..

ARTICOLI CORRELATI
Life skills: il problem-solving 

La capacità di problem solving è fondamentale per poter affrontare e risolvere costruttivamente le situazioni problematiche, come sottolineato dall’OMS

L’anima non ha bisogno di essere rianimata

L’anima, nella maggior parte delle culture, era ritenuta qualcosa di esclusivo dell'essere umano, è davvero così?

WordPress Ads
cancel