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Le tecniche motivazionali efficaci nell’esecuzione di un compito

Uno studio ha dimostrato come una tecnica motivazionale efficace nell'esecuzione di un compito sia quella di ripetere a se stessi che si può fare di meglio

Di Chiara Ajelli

Pubblicato il 14 Set. 2016

Un recente studio, pubblicato sulla famosa rivista Frontiers in Psychology, ha evidenziato come ripetere a se stessi che si può fare meglio, può davvero portare le persone a fare meglio in una determinata prestazione.

 

Lo studio

In concomitanza con la BBC Lab UK, il professor Andrew Lane e i suoi colleghi hanno indagato quali abilità fisiologiche avrebbero potuto aiutare le persone a migliorare i loro punteggi in un gioco online. Per realizzare questa indagine hanno preso parte all’esperimento 44.000 persone proprio con lo scopo di capire quali sono le tecniche motivazionali realmente funzionanti.

Nello specifico l’obiettivo dello studio era quello di individuare la possibile esistenza di un metodo motivazionale efficace per qualsiasi aspetto riguardante un compito da svolgere, e qualora vi fossero state più tecniche motivazionali corrispondenti a questa descrizione, individuare la più efficace in assoluto.

I metodi motivazionali indagati sono stati: il parlare con se stessi (self-talk), l’immaginazione (imagery) e la pianificazione se-allora (if-then planning). Ognuna di queste abilità psicologiche è stata applicata ad una delle quattro fasi che caratterizzano l’esecuzione di un compito: il processo (process), il risultato (outcome), il controllo dell’eccitazione (arousal control) e l’istruzione (instruction).

I risultati

Il risultato principale emerso è che coloro che utilizzano la strategia motivazionale self-talk, come ad esempio ripetere a se stessi “La prossima volta posso fare meglio”, ottengono migliori risultati in qualsiasi fase del compito rispetto al gruppo di controllo.

A livello di associazione tra tecniche motivazionali e fasi del compito, i risultati migliori sono stati ottenuti là dove è stata applicata la self-talk al risultato (es. ripetere a se stessi “Posso battere il mio punteggio migliore”) e al processo (es. ripetere a se stessi “Questa volta sarò in grado di svolgere il compito più velocemente”), e l’imagery al risultato (es. immaginare se stessi giocare e battere il nostro miglior punteggio) e al processo (immaginare se stessi giocare e svolgere il compito più velocemente della volta precedente”).

Gli autori hanno inoltre scoperto che guardare un breve video motivazionale prima di una performance potrebbe migliorare l’esecuzione di questa. Infatti ai partecipanti, prima di giocare online, veniva fatto vedere un breve video a scopo motivazionale. L’allenatore che parlava in questo video era Michael Johnson, quattro volte campione olimpico, noto per aver sostenuto prima di ogni gara non solo una preparazione fisica, ma anche mentale.

Scarsi risultati sono stati ottenuti invece sulla strategia if-then planning, la quale è risultata essere la meno efficace in questo caso. In realtà si tratta di una tecnica che nella vita quotidiana è molto efficace per quel che riguarda la gestione del proprio peso e numerose altre sfide.

Le conclusioni

I risultati ottenuti possono essere di grande aiuto per affrontare al meglio la vita quotidiana, ma questo non è l’unico punto a favore del presente studio. Ciò che maggiormente stupisce è l’elevato numero dei partecipanti, ben 44.000 persone. Generalmente la maggior parte degli studi in ambito psicologico possiede meno di 300 partecipanti. I soggetti sono stati divisi in 12 gruppi sperimentali e un gruppo di controllo, contro gli abituali 2/3 gruppi sperimentali.

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